venerdì 20 novembre 2015

Una intervista del Procuratore Sebastio apparsa ieri su Repubblica sull'infortunio mortale di Martucci conferma quello che diciamo da tempo: occorre prevenzione e molti più controlli prima - Lo Slai cobas chiede una postazione fissa ispettiva in Ilva

Sebastio: "Altri lutti, sono stanco la sicurezza non compete a noi"

PROCURATORE Franco Sebastio, indaga a Taranto da più di 30 anni su inquinamento e morti bianche. Ora l'azienda è affidata allo Stato ed ancora si parla di inquinamento e morti, cosa non ha funzionato?
«Sono 30 anni che entro ed esco da queste fabbriche ed ammetto di essere stanco di trovarmi davanti a scene toccanti. Anche i magistrati sono esseri umani. Questa ripetizione di sopralluoghi, accertamenti, verifiche, rituali stantii, indagini e processi comincia a pesare. Di recente, nel corso di una mia requisitoria ad un processo per inquinamento ho mostrati ai giudici un testo di archeologia giudiziaria, una mia sentenza da pretore di più di 30 anni fa. Ho detto loro che leggendola si potrebbe pensare che sia stata scritta al giorno d'oggi per la sua estrema attualità. Significa che in tutti gli strati di questa città c'è qualcosa che non va».

Ieri intanto in Ilva un altro lavoratore ha perso la vita...
«La questione della sicurezza in uno stabilimento come l'Ilva è un problema di tale dimensione e complessità che va affrontato in maniera estremamente articolata. C'è la sicurezza che riguarda gli impianti, come sono fatti, come devono funzionare e poi ci sono le misure di sicurezza da applicare per far sì che vengano gestiti in maniera corretta. Un infortunio può essere determinato da pericolosità o inadeguatezza di un macchinario o dall'imprudenza con cui si utilizza. Non c'è bisogno di un esperto, basta il buon senso per capire come stanno le cose. Ci sono da recuperare decenni di inadempienze che si sono accumulate ed ovviamente nessuno ha la bacchetta magica, non sono lavori che si fanno in una settimana. Servono tempi tecnici ed ingenti capitali viste le dimensioni ciclopiche dello stabilimento tarantino. Per risolvere i problemi di sicurezza sul lavoro, tuttavia, non si può fare affidamento solo sulla buona volontà dei responsabili, bisogna creare un sistema organico di controlli all'altezza della problematica. Gli organi competenti non sono certo i magistrati, che intervengono quando ormai c'è stato l'incidente e si piange il morto, ma chi deve fare prevenzione ».

Ieri il governatore pugliese Emiliano ha chiesto al governo di decretare d'urgenza direttive sulla sicurezza in fabbrica perché con le ultime leggi i poteri della magistratura sono stati affievoliti. Cosa ne pensa?
«Immagino che il riferimento sia al sequestro dell'altoforno 2 dopo l'incidente mortale di giugno scorso ed i successivi interventi legislativi. In quel caso il codice ci ha concesso di restituire l'impianto ma obbligare il siderurgico a fare i lavori da noi indicati in poco tempo, pena la confisca. Non amo parlare delle inchieste ancora in corso ma mi sento di dire che effettivamente per evitare incidenti come quello di martedì bisogna concentrarsi sulla prevenzione. E' la politica che si deve riappropriare dei suoi ruoli. La magistratura non può avere un ruolo salvifico. Se continuano ad esserci inadempienze, il processo penale non risolve magicamente l'inquinamento o gli infortuni. Anche perché il magistrato non può graduare gli interventi in base alla gravità politico-economica della situazione, altrimenti si creerebbero disparità di trattamento. Di fronte all'ipotesi di reato dobbiamo intervenire».

Maxi processo a parte, come pensa che si evolverà la vicenda dell'Ilva?
«Finché sarò magistrato non posso rispondere a questa domanda. Appena smetterò la toga avrò la libertà di esprimere la mia opinione con la dovuta amarezza».
(v.r.)



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