domenica 8 novembre 2015

COM'E' LA SITUAZIONE DEI MIGRANTI, RICHIEDENTI PROTEZIONE - DA NOTIZIE DI UN'ASSOCIAZIONE DI TARANTO

Sulla questione richiedenti protezione:
1) L'aver ottenuto la carta di identità non risolve affatto il problema. I dinieghi e i successivi rigetti dei ricorsi interessano praticamente la totalità dei richiedenti. La carta di identità servirà ai migranti per stare più tranquilli se si disperderanno sul territorio, ma non li proteggeranno in caso di richiesta del permesso di soggiorno
3) Il risultato è che coloro che sono già presenti sul territorio difficilmente saranno DEPORTATI ma, piuttosto, si disperderanno sul territorio in stato di irregolarità
4) Sono certamente più a rischio coloro che arriveranno negli hot spot (al momento in quelli funzionanti stanno notificando provvedimenti di espulsione differiti) perché appena sarà raggiunta la necessaria organizzazione tecnica ed economica dovrebbero essere realizzati voli di rimpatrio. Gli accordi bilaterali sono stati sottoscritti con tutti i paesi del Maghreb, subsahara e Albania. Gli unici paesi ammessi al ridislocamento sono: Siria, Eritrea e Iraq; è stata esclusa perfino la Somalia
4) E' ancora possibile cercare di ritardare il provvedimento di espulsione depositando ricorso in corte di appello, ma questo non sospende automaticamente l'espulsione. Il giudice dovrebbe accogliere la richiesta di sospensiva.
5) le indicazioni sono di evitare di andare in appello perché concretamente si potrebbe realizzare solo di fargli spendere soldi per ritardare di pochissimo l'espulsione. Rimane scontato che per chi vuole perseguire la strada dell'appello ci si deve impegnare a sostenerli per garantire il deposito nei tempi e, quindi, la permanenza in accoglienza
6) ragionevolmente dobbiamo aspettarci (ma chiaramente sono ipotesi) che, dopo la messa a regime del sistema hot spot si arrivi ad un provvedimento di sanatoria (i tempi ovviamente non sono prevedibili). Per giungere ad usufruirne sarà bene adottare opportune precauzioni.
7) nelle strutture crescono giustificatamente le tensioni, e questo potrebbe portare ad arresti ed espulsioni immediate (abbiamo notizie in questo senso dal CIE)
8) occorrerebbe una mobilitazione nazionale per accelerare perlomeno un provvedimento di sanatoria simile al 2012.

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