Già dalla udienza dell'8 novembre è iniziata la deposizione dei periti che hanno fatto accertamenti in Ilva - a base poi dell'ordinanza della Todisco. Anche questa mattina è continuata da parte della Procura questo esame.
Queste deposizioni finora riguardano soprattutto le emissioni dallo stabilimento Ilva di gas, vapori, sostanze aeriformi e sostanze solidi contenenti sostanze pericolose per la salute dei lavoratori operanti all’interno degli impianti e della popolazione, con particolare ma non esclusivo riguardo al benzoapirene, IPA, diossine, PCB, polveri di minerali, inquinanti, polveri NO2 e SO2.
I dati delle emissioni di polvere forniti per aree sono illuminanti dell'azione inquinante e di attacco alla salute portato avanti dai padroni vecchi (ma che non è tanto diverso con i commissari, che tra l'altro godono dell'impunità).
Un esempio tra i tanti dati forniti: all'agglomerato sono state rilevate 1395,2 tonnellate all’anno di polveri. E queste sono le emissioni convogliate immesse in atmosfera per mezzo di camini. Non parliamo di quelle "non controllate"!
Per quanto riguarda l'altoforno si parla di 324 tonnellate all’anno di polveri.
C’è un vano di carica dell’altoforno - è stato spiegato - che prima della carica del materiale deve essere sottoposto a depressurizzazione, cioè deve essere portato in condizioni di sicurezza per il caricamento del materiale. In questa fase di depressurizzazione il gas che è presente all’interno del vano di carico dell’altoforno si libera verso l’atmosfera.
I periti hanno confermato che all’interno dello stabilimento Ilva non sono osservate tutte le misure idonee ad evitare la dispersione incontrollata di fumi e polveri nocive alla salute dei lavoratori e di terzi.
Hanno distinto tra le emissioni convogliate, e le cosiddette emissioni diffuse e fuggitive. Spiegando che e emissioni diffuse sono le emissioni che derivano non da emissioni puntuali ma da aree, da sorgenti che sono distribuite in aree piuttosto vaste e che quindi non sono captate e trattate in maniera specifica ma si liberano in maniera incontrollata nell’atmosfera. Le emissioni fuggitive derivano da apparecchiature - e soprattutto da accoppiamenti di apparecchiature - che, avendo dei difetti di tenuta o dei problemi di non corretto funzionamento, producono la fuoriuscita - anche in questo caso incontrollata - di emissioni verso l’atmosfera.
I periti si sono soffermati sui parchi sia quelli del minerale, sia quelli del carbone, caratterizzati dalla presenza e dallo stoccaggio del materiale in cumuli non coperti, cioè all’aria. L'Ilva- hanno detto - ha adottato delle tecniche per ridurre questa emissione di polveri ma comunque sono a cielo aperto; un effetto del vento trascina con sé una parte di questo materiale. C’è poi un’altra parte che si diffonde nell'aria che deriva dalla manipolazione di questo materiale, queste operazioni generano, a loro volta, delle polveri che vengono disperse in atmosfera. Sull’erosione eolica la stima di Ilva riporta un valore minore di 51 tonnellate anno, per la manipolazione abbiamo un valore di 668 tonnellate anno. Il terzo elemento è quello della movimentazione stradale, i mezzi d’opera che circolano nello stabilimento, nelle zone in cui sono presenti polveri, possono generare anche il sollevamento di queste polveri. In questo caso, il valore indicato, stimato da Ilva è di 24 tonnellate anno. Quindi, più meno, in totale vi sono 750 tonnellate all’anno di polveri, che contengono metalli pesanti: piombo, ferro, vanadio, cadmio, zinco, nichel, arsenico, berillio, cromo, mercurio.
La diossina è stata rinvenuta non nelle polveri dei parchi minerali ma nelle polveri raccolte nell’area dell’agglomerato. Il benzoapirene è uno dei prodotti della distillazione del carbone che avviene nell’area della cokeria.
Su colaggio ghisa e loppa - hanno detto - che nella fase di colata ci sono delle aree in cui non può e non viene effettuata una captazione diretta delle emissioni che, quindi, si liberano verso l’atmosfera.
Lo stesso vale per il trattamento loppa: emissioni diffuse dalle operazioni di granulazione della loppa con acqua; per le emissioni diffuse dalle operazioni di granulazione della ghisa e dallo sgrondo dei carri siluro. I carri siluro che trasportano la ghisa producono dei vapori che si liberano verso l’atmosfera.
Nessun commento:
Posta un commento