I segretari generali e di categoria delle sigle sindacali contestano il ricorso al Tar Lazio, avverso il DPCM 29 settembre 2017, di Regione Puglia e Comune di Taranto

Per la Cgil la scelta di Emiliano è una scelta sbagliata. Questo non è il momento dei tribunali, c’è una trattativa in corso, è il momento della responsabilità“. Così Maurizio Landini a margine del convegno della Cgil sull’acciaio parlando del ricorso che la Puglia ha fatto al Tar impugnando il dpcm sul piano ambientale dell’Ilva. “Oggi – ha proseguito Landini – è opportuno far ripartire gli investimenti e la copertura dei parchi minerari. È importante – ha proseguito – portare ArcelorMittal a utilizzare tutte le tecnologie migliori e le soluzioni possibili” per ambientalizzare l’Ilva. “La lotta dei lavoratori – ha proseguito Landini – ha prodotto l’avvio di una trattativa vera. Sono stati aperti tavoli istituzionali che adesso devono partire in sede locale. Non è questo – ha concluso Landini – il momento dei tribunali e dei magistrati“.“Ieri sera abbiamo saputo che il presidente della Puglia Emiliano ha presentato il ricorso al Tar contri il Dpcm sull Ilva. Pensiamo che non sia un fatto positivo in una fase cosi delicata“. Cosi invece il segretario generale della Fiom Francesca Re David entrando all’assemblea nazionale della siderurgia della Cgil. “Oggi – ha concluso Re David – siamo alla soglia dell’apertura dei tavoli locali dell Ilva. E’ un momento delicato dobbiamo lavorare insieme per questo serve impegno di tutti“. “Emiliano ritiri il ricorso e Calenda continui il confronto” ha detto la Re David dopo l’annuncio del ministro Calenda di sospendere tutta la trattativa sull’Ilva. “In questo momento – ha proseguito Re David – serve senso di responsabilità da parte di tutti. È una trattativa complicata. Noi abbiamo continuato a trattare anche mentre è ancora aperta l’indagine antitrust. Come Fiom pensiamo che il confronto debba continuare. Non si debbono scaricare le responsabilità solo sui sindacati e sui lavoratori“.
La scelta del Governatore della Puglia, Michele Emiliano di ricorrere al Tar è da irresponsabili“. Ad affermarlo in una nota è il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, sottolineando che “affidare al Tar il proprio disappunto per essere in un tavolo parallelo a quello col sindacato è un atteggiamento infantile è grave. Non si può trascinare una vicenda in cui – spiega il leader della Fim Cisl – è in ballo il risanamento ambientale e la difesa di migliaia di posti di lavoro a capricci per la propria visibilità politica. La Regione Puglia ha tante possibilità e responsabilità da esercitare per dare il proprio contributo positivo. Oggi ha deciso di buttare la palla in tribuna a danno di ambiente, occupazione e sviluppo. Prenda esempio dalle altre quattro regioni coinvolte che hanno ben accolto la loro partecipazione al tavolo istituzionale“. Inoltre, rileva Bentivogli, “il Dpcm anticipa le prescrizioni dell’Aia e le finanzia, Aia sottoscritta da regione Puglia e comune di Taranto. Questo atteggiamento di Emiliano – aggiunge- non fa altro che allungare i tempi per l’ambientalizzazione del territorio e fa saltare il negoziato, con tutti i passi avanti che aveva prodotto  come l’accelerazione degli investimenti ambientali tra cui la copertura dei parchi minerari che dovrebbe partire a gennaio. Adeguare la fabbrica in fretta dovrebbe essere un obbiettivo comune“. Ricorrere al Tar, sottolinea ancora il leader della Fim, “significa rinviare l’attuazione delle prescrizioni Aia, ivi compresa la copertura dei parchi minerali. Decisione, quella del Presidente della Regione Puglia che nello stesso tempo penalizza oltremodo tutti quei lavoratori, dei tubifici e non solo, a casa gravati dal peso degli ammortizzatori sociali“. Inoltre conclude Bentivogli, “ricorrere al Tar è una manifestazione di incapacità di Governo che instrada una vicenda così drammatica verso lo stesso triste epilogo che ebbe Bagnoli“.
Non ci voleva proprio il ricorso al Tar del presidente della Regione Puglia sul decreto della Presidenza del Consiglio relativo al gruppo Ilva del 29 settembre scorso“. Ad affermarlo in una nota è il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. “Si tratta – spiega – di un atto che incide in modo fortemente negativo sull’avvio in atto del confronto presso il ministero dello Sviluppo Economico sul Piano Ambientale per Taranto. Esiste ora il concreto rischio che salti l’unica possibilità di risanamento ambientale nello stabilimento del capoluogo ionico. A nostro giudizio – rileva – la scelta posta in essere dalla Presidenza della Regione Puglia nulla ha a che fare con la difesa dell’ambiente e della salute. È un errore che può avere conseguenze gravose in termini occupazionali e per paradosso anche dal punto di vista ambientale“. Il presidente della Regione e anche il sindaco di Taranto subito dopo l’inizio del confronto tra Mittal e i sindacati, sottolinea Palombella, “hanno deciso di presentare il ricorso al Tar sul Decreto del 29 settembre 2017 chiedendo la sospensiva del provvedimento in questione. In questo modo le istituzioni locali si stanno assumendo una grave responsabilità di fronte ai cittadini“. Qualora il Tar dovesse accogliere la suddetta sospensiva, osserva il leader della Uilm, “si aprirebbero scenari drammatici: fermata dei pochi impianti rimasti in marcia, blocco di qualsiasi risanamento ambientale. Una vera e propria ‘bomba’ produttiva, occupazionale ed ecologica che nessuno sarà in grado di disinnescare. Stigmatizziamo la scelta del Presidente della Regione Puglia, compiuta insieme al Sindaco della città di Taranto e speriamo che non sia dettata da mere esigenze di visibilità politica. I cittadini e i lavoratori della Puglia e di Taranto meritano scelte responsabili“, conclude Palombella.
«È un grave errore. Non possiamo condividere la scelta del Governatore della Puglia, Michele Emiliano di ricorrere al TAR. Sono in ballo 20 mila posti di lavoro la cui sopravvivenza è legata al piano di risanamento industriale che deve coniugare l’occupazione e la tutela dell’ambiente e della salute». Lo dichiara la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sulla vicenda Ilva. «I problemi dell’Ilva di Taranto – ha proseguito Furlan – devono essere affrontati con il massimo senso di responsabilità, senza ripicche personali o sventolando bandiere ideologiche. È legittimo che la regione Puglia ed il Comune di Taranto diano il proprio contributo positivo su questa vicenda, ma tutto questo non deve avvenire ponendo veti o allungando i tempi per rinviare le decisioni opportune. Alla Cisl sta a cuore il destino di tante famiglie ed il futuro produttivo dell’Ilva che è fondamentale per la Puglia e per tutto il Mezzogiorno. Per questo ci vuole un assunzione di responsabilità da parte di tutti, soprattutto dalle istituzioni regionali e locali, altrimenti a pagare saranno solo i lavoratori e la comunità di Taranto».
«È impensabile che venga sospesa la trattativa su Ilva in un momento così delicato: i lavoratori e la cittadinanza hanno bisogno di risposte urgenti sul piano industriale e sull’ambientalizzazione». Così il Segretario Generale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, commentando l’annuncio del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, dopo il ricorso al Tar da parte degli Enti locali. «Dopo anni che ci battiamo per la copertura dei parchi minerali e un impegno serrato per accelerare i tempi dell’ambientalizzazione – prosegue il sindacalista- , siamo quasi arrivati al traguardo della partenza dei lavori, prevista verosimilmente per i primi mesi dell’anno. Al tempo stesso si sta entrando nel vivo della negoziazione su un piano industriale che possa garantire un futuro solido ai lavoratori: questo processo virtuoso non può essere bloccato così