Si ritorna a licenziare a ITN, industria simbolo della crisi delle confezioni di Martina Franca, nel 2012 protagonista di una vertenza che ha coinvolto l’intera città. Dopo un periodo di relativa tranquillità durante il quale addirittura si era annunciato di un ritorno a casa della produzione, l’azienda che produce il noto marchio di abbigliamento Nardelli ha mandato a casa un lavoratore e potrebbe accadere con altri. Speriamo che questo non sia
l’inizio di un nuovo periodo buio – commenta Giordano Fumarola, segretario provinciale della Filctem Cgil di Taranto – perché questo vorrebbe dire che quello a cui abbiamo assistito a questi anni, relativamente ai progetti di reshoring e agli annunci fatti, non sono che uno spettacolo artatamente organizzato per spostare l’attenzione. Ci preme ricordare che ogni posto di lavoro perso è un passo avanti verso la miseria del territorio, e in questi tre anni ne abbiamo già perso 350”.
Il segretario allarga lo sguardo sulla situazione generale: “È urgente fare il punto della situazione con tutti gli attori coinvolti, a cominciare dalle imprese e dalle istituzioni, anche locali, che devono farsi carico non solo di ospitare premi ma anche di entrare nel merito di quello che accade nel nostro territorio. Pochi mesi fa è stato scoperto dalla polizia di Martina Franca un laboratorio clandestino gestito da cittadini cinesi che lavorano per imprese locali. La notizia, ripresa da moltissimi media, dimostra che l’urgenza di affrontare il tema è anche sociale e non solo economica”.
Conclude Fumarola: “Non vorremmo essere costretti a non poter far altro che la conta dei disoccupati, per questo lanciamo ora l’appello a tutte le forze del territorio
affinchè non si perda nemmeno un giorno. Come Filctem Cgil siamo quotidianamente impegnati a seguire le storie dei lavoratori, ma attualmente ci sentiamo soli a dover affrontare una battaglia immane. Due anni fa avevamo salutato con favore il progetto di reshoring come l’occasione per ripensare anche il sistema produttivo del nostro territorio, puntando sulla sostenibilità degli interventi, sulla formazione delle maestranze e sull’innovazione. Serve una prospettiva di ampio respiro, che non si limiti a far ritornare questa o quell’impresa in particolare, ma una visione prospettica del nostro territorio da qui al 2020, che coinvolga le istituzioni, le forze produttive e i lavoratori, attori fondamentali in un processo di rilancio economico del territorio. Per noi queste parole sono ancora valide.