Italcementi, secondo quanto riportato nelle comunicazioni ufficiali fornite dalle due società,
sarà tenuta, dopo la chiusura dell’operazione, all’adozione di alcune misure correttive strutturali, consistenti anche nella cessione di alcuni impianti, e di misure comportamentali. Italcementi sceglierà gli impianti da cedere tra quelli identificati dall’AGCM, che ha delineato precise combinazioni tra loro alternative. Il tutto, secondo tempi e modalità ben definiti. Al momento però, il bollettino con il provvedimento dell’Autorità non è stato ancora pubblicato e quindi non sono ancora noti gli impianti in questione e quali saranno le prescrizioni a cui Italcementi dovrà attenersi.
Un’operazione da oltre 300 milioni di euro
Il closing dell’operazione è stato previsto per i primi giorni di gennaio 2018, una volta soddisfatti gli adempimenti e le rispettive obbligazioni a esso preliminari previsti negli accordi con Italcementi S.p.A. Il valore dell’operazione, lo ricordiamo, è superiore ai 300 milioni di euro. L’intesa prevede infatti un investimento di 315 milioni di euro. Saranno conferite a Italcementi 5 cementerie a ciclo completo e 2 centri di macinazione del cemento, per una capacità produttiva installata di 5,5 milioni di tonnellate di cemento, insieme al network dei terminal e degli impianti di calcestruzzo attivi sul territorio nazionale. Questi asset andranno ad aggiungersi alla struttura industriale Italcementi oggi formata da 6 cementerie a ciclo completo, un impianto per prodotti speciali, 8 centri di macinazione del cemento, 113 impianti di calcestruzzo e 13 cave per inerti. Italcementi è stata assistita dal team di Cleary Gottlieb composto dagli avvocati Mario Siragusa, Francesca Maria Moretti e Alice Setari coadiuvati dall’avvocato Luca Leonardo, responsabile Affari Societari, Compliance e Antitrust di Italcementi. Il legale interno e Cleary Gottlieb hanno assistito Italcementi per tutti gli aspetti antitrust, inclusa la presentazione degli impegni accolti positivamente dall’Autorità in quanto idonei a far venire meno le possibili preoccupazioni concorrenziali connesse all’operazione.
(leggi anche http://www.corriereditaranto.it/2017/09/19/2-cementir-italia-acquista-dalla-italcementi-quale-futuro-sito-taranto/)
Cementir, la Procura concede la riapertura dell’impianto
Il management di Cementir, durante la conference call sui conti del terzo trimestre 2017, si era detta tranquilla in merito all’indagine della Procura di Taranto relativa alla gestione della loppa e delle ceneri volanti prodotte da Ilva e Enel ed utilizzate da Cementir nell’attività produttiva. Sostenendo la tesi che non graverà sull’intera operazione. La Procura di Taranto ha dato tra l’altro il via libera alla riapertura dell’impianto, permettendo l’utilizzo di materiale prodotto da soggetti differenti da Ilva e Enel.
Nei primi nove mesi del 2017 Cementir holding ha evidenziato ricavi per 963,8 milioni di euro, in crescita del 31,6% rispetto ai 732,6 milioni dei primi nove mesi del 2016, per la variazione del perimetro di consolidamento che ha determinato un aumento del fatturato di circa 234,8 milioni, di cui 51,5 milioni relativi a Cementir Sacci e 183,3 milioni al gruppo belga Ccb. A perimentro costante l’incremento è dello 0,6%. I dati sono stati presentati nella conference call da parte della società. Il margine operativo lordo si è attestato a 152,1 milioni di euro, in crescita del 28,3%. Il risultato risente positivamente del contributo delle acquisizioni per 30,5 milioni: il margine operativo lordo di Ccb è stato infatti di 33,2 milioni, mentre quello di Cementir Sacci è stato negativo per 2,7 milioni. A parità di perimetro il margine operativo lordo è rimasto sostanzialmente stabile (+0,6%). L’utile ante imposte è stato invece di 66,9 milioni di euro (+ 40,1%) e l’indebitamento finanziario netto è salito a 630,3 milioni (da 562,4 milioni del dicembre 2016). A piazza Affari ieri il titolo ha messo a segno una performance del 2,1%. “I risultati sono stati leggermente superiori alle attese del management a seguito del buon andamento della regione Nordic & Baltic e Usa, nonostante i minori risultati conseguiti in Turchia e l’andamento sfavorevole dei tassi di cambio” ha detto il presidente e ad Francesco Caltagirone Jr.: “I risultati hanno beneficiato dell’effetto delle acquisizioni effettuate nel secondo semestre 2016. A parità di perimetro, il miglioramento del margine operativo lordo in Egitto, Italia, Cina, Regno Unito, Norvegia e Svezia ha in parte compensato il minor risultato conseguito in Turchia e in Malesia, e la svalutazione delle valute estere nei confronti dell’euro, come la sterlina egiziana e della lira turca“.
Resta ora da capire come risolvere la situazione dei lavoratori del sito di Taranto, che attendono il rinnovo degli ammortizzatori sociali, oltre a capire la posizione e le intenzioni di Italcementi in merito all’utilizzo della fabbrica tarantina
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