Il processo Ilva non è una cosa a parte di ciò che sta avvenendo in questi mesi, giorni per l'Ilva e la trattativa a Roma; sta dentro questo contesto. Il processo è simbolo di ciò che vogliono padroni e governo e ciò che invece vogliano lavoratori e masse popolari.
Nel processo in corso sono imputati una parte dei responsabili del disastro ambientale. Questi dovrebbero andare in galera, ma nessuno, salvo qualcuno per un breve periodo all’inizio della vicenda, è andato in galera. Probabilmente molti faranno in tempo a morire di vecchiaia, come è successo a Riva, invece che essere condannati e scontare la pena e pagare.
Per non far scontare nessun tipo di pena a questi signori, si stanno adoperando in una maniera oscena! Un processo lunghissimo, che hanno iniziato, fatto ricominciare da capo, con un Procuratore che è cambiato e il nuovo a volte sembra che stia dalla parte della difesa degli imputati, non della pubblica accusa.
Un processo difficile, in cui quasi mai c’è stata una partecipazione adeguata, anche per come vengono gestite le udienze. Questo processo, invece, deve essere il simbolo del fatto che chi ha inquinato deve essere condannato e deve pagare, e chi è stato danneggiato deve essere risarcito. Ma questi signori i soldi li hanno imboscati, hanno fatto trovare solo gli spiccioli, non vogliono andare in galera, non vogliono pagare e per impedirlo hanno uno stuolo di avvocati.
Noi in questo processo siamo parte civile, con oltre cento tra operai, lavoratori, cittadini. E non ci siamo organizzati come parti civili per speculare e lucrare un risarcimento, ma perché sarebbe giusto che tutti i cittadini si considerassero parte civile e siano rappresentati al processo.
In questo processo bisogna far pesare la rabbia, la protesta dei lavoratori, dei cittadini di Taranto.
Solo questo può impedire una ingiustizia che si consuma udienza dopo udienza.
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