sabato 2 febbraio 2019

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 23 MARZO - MA SENZA GLI OPERAI NON SI PUO' VINCERE - La posizione dello Slai cobas sc


Una serie di associazioni ha annunciato una manifestazione a Roma il 23 marzo. Essa è nel quadro però di una iniziativa convocata dai movimenti territoriali No Tav, No Tap.

Lo Slai cobas sc appoggia la manifestazione di Roma come sindacato nazionale. Ma per quanto riguarda Taranto, il suo impegno principale è per far partecipare operai ArcelorMittal, operai cassintegrati Ilva AS, operai dell’indotto Ilva, allo scopo di favorire questa partecipazione lo Slai cobas dichiarerà uno sciopero bandiera in tutta la zona industriale di Taranto e, di conseguenza, organizzerà o la partecipazione a Roma o la partecipazione operaia ad una iniziativa contemporanea a Taranto. 

Noi ribadiamo, a differenza dei sindacati confederali, Usb compresa, che l’accordo del 6 settembre è un disastro per gli operai e la città. Non è vero che viene tutelato lavoro, salute e sicurezza, bensì sono stati espulsi dalla fabbrica 2600 operai, senza tener conto dei tanti posti di lavoro persi nell’indotto; non è vero che è tutelata la sicurezza perché in AM con meno operaio per fare la stessa produzione e poi aumentarla, significa aggravare i problemi della sicurezza in fabbrica.
Non è vero che l’Accordo Ilva e il suo Addendum ambientale tutelano l’ambiente a Taranto, e al di là della vicenda continuamente sbandierata dei parchi minerali, che potremo realmente giudicare quando sarà pronta, nulla cambia e resta poi in piedi la grave questione dell’immunità parlamentare.
La cosa più importante che non bisogna permettere a Mittal, che ora è all’inizio, di fare quello che ha fatto Riva. E tutto questo non si può fare senza gli operai.
Non saranno giudici e processi, anche se è buona la sentenza della Corte di Strasburgo e il processo "Ambiente svenduto" deve andare fino in fondo, così come si devono aprire le inchieste sollecitate da slai cobas e ambientalisti con i loro nuovi esposti contro ArcelorMittal.

Senza gli operai non si può vincere. Tutti sappiamo quanto è grave il ricatto occupazionale e salariale, tutti sappiamo quanto complici siano i sindacati confederali dell’accordo del 6 dicembre, ma o si vince questa battaglia o non si vince la guerra.
Naturalmente esprimiamo il nostro netto disaccordo per quella parte degli ambientalisti, rappresentata dall’Flmu/Cub e altri pezzi sindacali che hanno rinunciato alla battaglia per il rientro dei cassintegrati in fabbrica e quindi lasciato campo libero a Mittal.

Ribadiamo quindi: SI alla manifestazione del 23 marzo a Roma, ma la nostra parte è quella di organizzare la partecipazione e la presa di posizione degli operai.

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