il punto cardine della "lettera riservata" è invece l'aumento della produzione, a cui si devono "normalizzare" gli operai. In concreto significa più produzione, più sfruttamento - con straordinari, cumulo di mansioni, trasferimenti di reparto - e quindi meno sicurezza, meno salute.
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Il piano di Mittal per Taranto: «Nel 2019 massimo sforzo su ambiente e produzione»
La lettera riservata del ceo di ArcelorMittal Italia, Metthieu Jehl, a manager e direttori d’area dello stabilimento di Taranto.
Tenere
al top i livelli di investimento per l’ambientalizzazione degli
impianti. Lavorare per la crescita, in fabbrica, degli standard di
salute e sicurezza. Intensificare la negoziazione con i fornitori locali
per intavolare la discussione sull’offerta dei servizi. Il documento, assolutamente
riservato e scritto in inglese...
Salute e sicurezza
Nel
rivolgersi ai suoi dirigenti, Jehl parla apertamente di due sfide
principali per Mittal. «Per quanto riguarda la salute e la sicurezza -
sottolinea - dobbiamo continuare a lavorare sui nostri standard e sulle
procedure, unitamente al rispetto delle regole (viene portato ad esempio
l’uso obbligato degli occhiali protettivi e di altro equipaggiamento,
ndr). Dal punto di vista ambientale - continua al secondo capitoletto -
abbiamo completato in tempo gli investimenti con scadenza 2018 e faremo
di tutto per tenere questo ritmo anche nel 2019. Dobbiamo inoltre
mantenere il livello di emissioni atmosferiche rigorosamente conforme
alle leggi e alle normative vigenti»...
Efficienza e qualità
ArcelorMittal
Italia «non dovrebbe avere ulteriori ambizioni se non quella di
diventare il miglior cluster di ArcelorMittal in Europa in termini di
performance». Per raggiungere il traguardo, vengono fissati alcuni
paletti che riguardano in pieno lo stabilimento di Taranto. Intanto le
risorse umane che «dopo la fase piuttosto impegnativa delle assunzioni
necessitano di una normalizzazione in linea con gli standard
industriali».
Sotto il profilo commerciale, Jehl invita i suoi manager a spingere sull’efficienza («ogni tonnellata di acciaio destinata ad un cliente italiano che non possiamo produrre in Italia rappresenta un danno per noi e per il gruppo»), così come insiste sul perfezionamento del servizio clienti. «Per quanto concerne gli acquisti - spiega l’amministratore delegato - ...avviare una negoziazione con molteplici fornitori locali e nazionali al fine di discutere i servizi offerti».
Un cenno, rimarchevole, è fatto anche alla produzione. Che - secondo Jehl - deve assicurare «massimi livelli di qualità. Se le bramme importate possono permetterci di compensare un ulteriore potenziale calo e proteggere la produzione nelle aree di Finitura, allo stesso tempo abbiamo la necessità di incrementarne la produzione interna per raggiungere i nostri obiettivi di spedizione e profittabilità»..
Sotto il profilo commerciale, Jehl invita i suoi manager a spingere sull’efficienza («ogni tonnellata di acciaio destinata ad un cliente italiano che non possiamo produrre in Italia rappresenta un danno per noi e per il gruppo»), così come insiste sul perfezionamento del servizio clienti. «Per quanto concerne gli acquisti - spiega l’amministratore delegato - ...avviare una negoziazione con molteplici fornitori locali e nazionali al fine di discutere i servizi offerti».
Un cenno, rimarchevole, è fatto anche alla produzione. Che - secondo Jehl - deve assicurare «massimi livelli di qualità. Se le bramme importate possono permetterci di compensare un ulteriore potenziale calo e proteggere la produzione nelle aree di Finitura, allo stesso tempo abbiamo la necessità di incrementarne la produzione interna per raggiungere i nostri obiettivi di spedizione e profittabilità»..
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