da campagne in lotta
Era una morte annunciata, quella di Moussa Ba a San Ferdinando. Ma il fatto che non ci si stupisca più, in un tempo in cui le vite di scarto si moltiplicano e si spengono a ritmo vorticoso intorno a noi, non significa che sul suo cadavere non si siano già avventati i tanti sciacalli che girano intorno a queste tragedie. La questura, in primis, approfitta per farci sapere che la persona deceduta aveva precedenti penali, quasi a confermare che appunto si trattava di una vita spendibile e che in fondo la responsabilità di quel che gli è accaduto è sua. Immancabilmente, le fa eco il suo capo, Ministro dell’Interno, che invoca lo sgombero immediato e fa intendere che lo stato avesse già proposto delle soluzioni agli abitanti della tendopoli-baraccopoli, sono loro che si rifiutano: "illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa. Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità”. CARA, CAS e SPRAR si trovano a centinaia di chilometri dalla Piana di Gioia Tauro, caro ministro, dove le persone vivono in baracca per poter lavorare e guadagnare con la dignità che le contraddistingue pochi euro al giorno, spezzandosi la schiena e mandando avanti l’illustre agroindustria italica. La stragrande maggioranza di loro viene proprio da questi centri, da cui è stata espulsa proprio per via delle vostre politiche. E che cosa dovrebbe fare chi non ha il permesso di soggiorno, per colpa delle leggi che voi approvate e degli abusi che le vostre questure pure compiono anche rispetto a quelle leggi già infami? Scomparire forse? Che ne dicono poi questura, prefettura e ministero delle donne che lì vivono e lavorano sfruttate?
Non sono da meno, però, i sindacati, CGIL ed USB in testa, che dopo aver fatto il gioco delle istituzioni per anni, anni di immobilismo e complicità con il sistema di sfruttamento e criminalizzazione, periodicamente provano a ripulirsi la faccia con iniziative del tutto prive di conseguenze - le fiaccolate, i finti cortei, le riunioni a porte chiuse, i comitati fantasma. Anzi, quando gli abitanti della tendopoli, esasperati da una situazione di violenza quotidiana, si organizzano, ecco sempre i sindacati pronti a spiegargli che devono avere pazienza, che non possono pretendere troppo, in fondo sono poveri immigrati neri. Il sindaco di San Ferdinando proprio stamattina li ha definiti ‘poveracci’. Quasi nessuno, a parte gli abitanti della tendopoli, ha il coraggio di dire che ci sono centinaia di posti letto in case vere e proprie, destinati a loro, ma che l’opportunismo politico preferisce ridistribuire ai suoi clienti, i cittadini votanti bisognosi di case. Perché non si dice che le case ci sono per tutti, ora, subito? Perchè parlare di fondi di garanzia, case sfitte, terreni confiscati quando sappiamo benissimo che si tratta di soluzioni di carta, fatte per perdere tempo e non cambiare nulla? I media, dal canto loro, danno spazio alle dichiarazioni istituzionali e allo scoop, ma non si curano di fare quel minimo di inchiesta che permetterebbe di far venire fuori la verità - appalti, finanziamenti, case popolari e alloggi per gli stagionali, di questo si dovrebbe parlare. E di contratti e di permessi di soggiorno per chi lavora. Chi svia l’attenzione è complice.
IL DOLORE E’ RABBIA. REST IN POWER, MOUSSA! NOI NON DIMENTICHIAMO!
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