L'Amiu si sta arrampicando sugli specchi per tentare di giustificare la cacciata dal lavoro che gli 8 lavoratori, di cui 5 donne, ex Pasquinelli stavano facendo per conto della stessa Amiu tramite la cooperativa l'Arca.
Prima l'Amiu ha fatto mandare dalla Cooperativa una lettera di "Preavviso di licenziamento", poi una lettera di "contestazione disciplinare" - che evidentemente può essere fatta solo se i lavoratori sono ancora dipendenti della ditta.
Una lettera (sotto dettatura) che dice un cumulo di cose false.
Ma la verità è un'altra.
Guarda caso a Taranto, mentre si inaugurano in pompa magna eventi turistici, sono proprio gli Enti pubblici che avviano quel "sblocco dei
licenziamenti" tanto voluto dai padroni, e tra i licenziati la maggioranza sono le donne, al di là delle ipocrisie sul "favorire il
lavoro alle donne"!
Ma in questi provvedimenti c'è anche molto di più.
Sono frutto di una rappresaglia in pieno stile
fascio/nazista.
Ricordiamo che le lavoratrici e i lavoratori sono stati cacciati dal lavoro
perchè il 10 maggio avevano partecipato ad una legittima
iniziativa sindacale dello Slai cobas in occasione di una
inaugurazione dell'impianto di selezione rifiuti dell'Amiu dove da
anni e anni le lavoratrici e lavoratori Slai cobas lottano per
tornare a lavorare (dopo avervi operato per 5 anni), mettendo fine
alle occupazioni precarie/tamponi con varie cooperative; ma anche
per dire "Basta!" ad una chiara discriminazione sindacale, per cui
altri lavoratori come loro sono già saliti da mesi sull'impianto
solo perchè iscritti all'Ugl.
Ma l'Amiu, e il Comune (suo socio unico al 100%), inviperito
perchè i lavoratori gli avevano "guastato la festa"
dell'inaugurazione, ha pensato di trovare "finalmente" il pretesto
per attaccare e liberarsi dello Slai cobas, facendo fuori 8
lavoratrici e lavoratori, e arrivando a scaricare sulla
coordinatrice dello Slai cobas la responsabilità dei
licenziamenti. Come ai tempi dei nazisti: per
colpire 1 uccido 10.
Come ha dichiarato il presidente
dell'Amiu: "Bisognerebbe chiedere a lei la responsabilità
di tutto quello che è accaduto... la signora cerca soltanto di fare causa e di mettere
nei guai le persone, perchè non si mette lei nei guai ma i
poveri lavoratori...".
Così, per vendetta da circa un mese le
lavoratrici e i lavoratori sono senza lavoro; per vendetta si è
bloccato l'avvio a pieno ritmo dell'impianto di selezione, che
richiede il lavoro anche degli 8 (così come è revisto nell'"Avviso pubblico") con un danno alla città.
Tutto questo non deve passare!
Facciamo appello alla solidarietà
Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di
classe - Taranto
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