martedì 8 giugno 2021

Capristo - Lo Slai cobas subito denunciò il ruolo di Capristo di aperto favoritismo verso l'Ilva; ma fece anche altro: il 6 dicembre 2016 in Tribunale durante il processo Ilva l'unica protesta di lavoratori, parti civili

ORA VIA VIA STA VENENDO FUORI CHE LO SLAI COBAS AVEVA PIENAMENTE RAGIONE. 
LO SLAI COBAS CI HA MESSO LA FACCIA, FECE ESPOSTI, ORGANIZZO' UNA PROTESTA IN TRIBUNALE, NONOSTANTE INTIMIDAZIONI,
MENTRE I SINDACATI CONFEDERALI, TUTTI GLI ESPONENTI POLITICI DI TARANTO, I COSIDDETTI DEMOCRATICI, BUONA PARTE DELLE FORZE AMBIENTALISTE NON DICEVANO NULLA.

 Ex Ilva, il ‘sistema Capristo’: “Per gli amici, i favori. Per altri, la legge”. Gli “asservimenti” ad Amara&co: dagli altoforni al patteggiamento

Da Il fatto quotidiano - "...È questa secondo la procura di Potenza guidata da Francesco Curcio la modalità con quale Carlo Maria Capristo, ex procuratore capo di Trani e di Taranto, gestiva la sua funzione di magistrato inquirente. Una modalità “orientata nel senso tipicamente corruttivo-collusivo” che Capristo avrebbe scelto per favorire i suoi fedelissimi e fare carriera...

Uno scambio di favori.. che avrebbe garantito a Capristo l’aiuto di Amara e del suo entourage per ottenere i voti del Csm per diventare nel 2016 il nuovo procuratore di Taranto. E nel capoluogo ionico, quel rapporto, sarebbe proseguito insinuandosi nelle grandi vicende giudiziarie che la procura ionica conduce contro l’ex Ilva
... l’ingresso di Amara nel collegio difensivo dell’Ilva in As, il tentativo di patteggiamento per la società partorito da Amara e Capristo che guidava il pool di inquirenti (tutti estranei all’inchiesta), il dissequestro lampo di un impianto nel quale solo 24 ore prima era stato ucciso l’operaio...

 ...L’impianto era stato sequestrato nel 2015 e poi un decreto del governo di Matteo Renzi ne aveva concesso la facoltà d’uso. Quel decreto, però, fu dichiarato incostituzionale e divenne il terreno di scontro tra ArcelorMittal, nel frattempo diventata nuovi gestori dell’acciaieria, e i commissari di Ilva in As nominati dal governo. La multinazionale dell’acciaio, infatti, aveva minacciato di rescindere il contratto d’affitto e acquisto e in quel giugno 2019, secondo quanto si legge nei documenti, anche Capristo, sembrò schierarsi a favore dell’acciaieria...k"


La denuncia e la protesta dello Slai Cobas, di lavoratori, parti civili in Tribunale durante il processo Ilva il 16 dicembre 2016:

ILVA: LA "MADRE" DI TUTTI I PROCESSI NON DEVE DIVENTARE LA MADRE DEL PIU' VERGOGNOSO PATTEGGIAMENTO - COSA STA ACCADENDO AL PROCESSO ILVA

Il processo Ilva di Taranto ha vissuto un'altra giornata importante nell'udienza del 6 dicembre... Con il cambiamento della Procura al processo sono apparsi nuovi scenari, il cui protagonista essenziale è il nuovo procuratore, Capristo, che ha cominciato a dichiarare che questo processo era da ridimensionare, da ricondurre – diciamo noi – ad una normale amministrazione di “guardie e ladri”; a cui si è aggiunta la gravità assoluta, e poco stigmatizzata, di dare voce e credibilità in occasione dell'ultimo giovane operaio morto per mano dei commissari governativi che gestiscono l'azienda all'ipotesi che questa morte fosse addebitabile ad un ipotetico “sabotaggio”...

Poi è cominciata giorni fa una pantomima di accordi segreti di scambio tra le Procure di Milano e Taranto e tra gli avvocati dei Riva e i commissari Ilva, lanciati proprio poco prima del referendum in un twitter da Renzi, in base ai quali, il miliardo in Svizzera dei Riva (sempre quello, usato per ogni ipotesi di piano di bonifica, già impegnato come garanzia per i prestiti bancari di 800 milioni) tornerebbe in Italia, e in cambio passerebbe nel processo il patteggiamento delle società dei Riva, Ilva, Riva Forni Elettrici e l’ex Riva Fire, che così uscirebbero subito dal processo, con le parti civili non risarcite, al massimo solo rimborsate per le spese legali...
Questo accordo era stato di fatto preparato nell'udienza precedente, in cui la Procura invece di pensare a respingere il vergognoso attacco frontale fatto dall'avvocato dei Riva ai giudici della Corte d'Assise per giustificare la richiesta di trasferimento del processo, aveva fatto una riformulazione delle accuse ai commissari Ilva che potesse aprire la strada ai patteggiamenti.
Tutto questo mentre 50 milioni per la sanità a Taranto venivano scippati volgarmente, in dispregio di malati, familiari, abitanti dei quartieri inquinati, in dispregio delle loro denunce, proteste, dei drammi gridati da tante donne dei Tamburi che vedono i loro figli non poter essere neanche curati a Taranto e lentamente morire nel colpevole menefreghismo di questo Stato, del governo.

Questi fatti sono calati pesantemente nell'udienza del 6 dicembre come una cappa soffocante che ha visto la sua sintesi nell'intervento personale del procuratore Capristo, che, come scrive il Sole 24 Ore, come un neo gestore dell'acciaieria, della città, “ritiene necessario il patteggiamento se si vuole far avanzare il risanamento dell'acciaieria mettendola in sicurezza”, dichiarando: “servono ulteriori flussi di risorse rispetto a quelli che lo Stato può garantire e questi possono derivare dal patteggiamento”.
E sempre nel processo del 6 viene fatta la comunicazione che la sera prima, il 5 dicembre, vi era stato un nuovo incontro presso il Mise (il cui comitato di sorveglianza aveva dato già il via libera al patteggiamento per Ilva e Riva Forni Elettrici), a seguito del quale vi è stato un altro decreto per cui una delle società, Riva Fire, cambia denominazione in Riva «Partecipazioni Industriali», la società viene posta in Amministrazione straordinaria, con la nomina a suoi commissari degli stessi tre commissari dell'Ilva. La nuova società indica a questo punto un nuovo avvocato di Roma che chiede termini, un tempo lungo, per leggersi tutti gli atti e presentare istanza di patteggiamento...
E' evidente che tutti questi fatti hanno anche un chiaro scopo ostruzionista.
Il Presidente della Corte d'Assise, quindi, accoglie la proposta, suggerita dal Procuratore, di un congruo rinvio al 17 gennaio delle udienze...

A questo punto, quando l'udienza è chiusa. Ma operai Ilva, lavoratori, donne facenti parte delle parti civili autorganizzate, sostenuti dai dirigenti dello Slai cobas, anch'esso parte civile, hanno fatto con forza sentire la loro protesta, facendosi interpreti anche di tanti lavoratori, cittadini non presenti, dell'insieme delle parti civili umiliate da questo sviluppo processuale e dando voce ai senza voce nella città che non stanno ancora partecipando direttamente al processo.
C'è stata rabbia, ma anche ferma determinazione a non accettare questo andamento lento e pilotato.
Dando un primo segnale forte, non tanto ai giudici e avvocati che evidentemente si muovono dentro la formalità delle leggi anche quando sono in evidente contrasto con la sostanza delle questioni, ma allo Stato, ai padroni, e a coloro che vogliono affossare questo processo; insieme ad un segnale agli operai e masse popolari perchè, qualunque sia il grado di fiducia nella giustizia, comprendano che solo la partecipazione operaia e popolare porta nel processo le ragione degli “offesi” e pesa sul futuro del processo stesso.
.."

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