domenica 27 giugno 2021

Ex-Ilva: il ministro Cingolani rifiuta la richiesta di Acciaierie d'Italia di prorogare i tempi della messa a norma della batteria 12. Si profila una nuova cassa integrazione. A Genova gli operai hanno risposto alla CIG con la lotta, a Taranto quando?

 (Da Il Fatto Quotidiano)

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, con un decreto firmato oggi, ha negato ad Acciaierie d’Italia la proroga per gli interventi di messa a norma della batteria 12 della cokeria dell’ex Ilva di Taranto. Il tempo per adeguare l’impianto a quanto previsto dall’autorizzazione integrata ambientale scadrà il prossimo 30 giugno e la società composta da ArcelorMittal e lo Stato attraverso Invitalia aveva chiesto di spostare il limite di tempo fino al prossimo gennaio 2022.

È la prima volta che il dicastero nega ai gestori della fabbrica la proroga dei lavori di ammodernamento di un impianto determinate per la produzione di acciaio.

E il no del Ministero potrebbe impedire la ripartenza dei reparti Altoforno 4 e Acciaieria1. Una situazione che potrebbe far sfumare l’obiettivo di 5 milioni di tonnellate d’acciaio sperato dai nuovi gestori. 

La ricaduta più immediata potrebbe essere quella di un nuovo ricorso alla Cassa integrazione: dal 28 giugno parte a Taranto una ulteriore tranche di cassa integrazione ordinaria per un numero massimo di 4mila dipendenti per 13 settimane.

A Genova la situazione in queste ore è stata particolarmente critica, con momenti di tensione e tafferugli davanti alla prefettura quando la polizia messa a difesa del portone del palazzo del Governo è entrata in contatto con gli operai dell’ex Ilva. Quattro rappresentanti delle forze dell’ordine (due agenti del reparto mobile, un carabiniere e un funzionario della Digos) e due operai sono rimasti contusi

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