Riportiamo da questo articolo su "Il Fatto quotidiano" alcune fatti e considerazione contenute nell'ordinanza del Gip di Potenza.
Questo "inquinamento" pesante di Capristo nel processo Ilva, per fortuna è stato sventato (in parte), ma c'è da dire che chi denunciava l'inquinamento ambientale su questo "inquinamento per salvare i padroni assassini" (riporteremo in altri post i pesanti interventi di Capristo sulle morti di Alessandro Morricella e Giacomo Campo) non fece altrettanto, lasciando solo lo Slai cobas anche nel Tribunale - per non parlare dei sindacati in fabbrica che fecero come le tre scimmiette: "non vedo, non sento, non parlo"...
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Le 300 pagine dell'ordinanza firmata dal Gip Amodeo ricostruiscono i rapporti tra Enrico Laghi - nominato dal governo Renzi - e l'allora procuratore di Taranto. Dalla cena insieme allo scambio di messaggi e pareri sul lavoro dei giornali e delle altre procure. Per il giudice questo prova una "anomala vicinanza" e la "naturale propensione" di Capristo a sposare le tesi dell'azienda
di Francesco Casula | 9 GIUGNO 2021
C’era anche l’ex commissario di Ilva in Amministrazione straordinaria Enrico Laghi tra coloro che nel 2016 sedevano a tavola dopo la nomina di Carlo Maria Capristo come nuovo procuratore di Taranto. Uno degli uomini ai vertici della società sotto processo nella maxi inchiesta Ambiente svenduto allo stesso tavolo col capo dei magistrati che accusavano l’ex Ilva nel maxi processo e in diversi altri procedimenti per reati gravi, dalle morti degli operai alle nuove ipotesi di disastro ambientale.
Alla cena organizzata da Capristo a brindare ci sono anche l’avvocato Piero Amara, il poliziotto e uomo di relazioni Filippo Paradiso, Nicola Nicoletti, consulente Eni poi diventato l’uomo di fiducia di Laghi nella struttura commissariale dell’Ilva.
Allo stesso tavolo, insomma, siedono Capristo e i vertici della società al centro della più grande inchiesta ambientale d’Italia. Quel festeggiamento ha una duplice carica indiziaria: “Attesta la condivisione di una ‘vittoria collettiva’ dei componenti del gruppo” che aveva “contribuito per il proprio interesse” a quella nomina e in secondo luogo “attesta in radice in modo incontrovertibile – si legge nell’ordinanza – l’assoluta mancanza di terzietà e imparzialità da parte del Procuratore Capristo sugli affari penali Ilva e il conseguente asservimento con messa a disposizione delle sue funzioni di Procuratore della Repubblica verso gli interessi del gruppo”. Come commenta il Gip Antonello Amodeo, questa storia rappresenta “un grave episodio di collusione e di patto corruttivo” ben più “articolato e insidioso” di un banale “scambio di bustarelle”.
Ma dalle 300 pagine che compongono l’ordinanza spunta altro: tra Laghi e Capristo nasce una “anomala vicinanza” e soprattutto una “naturale propensione” di Capristo “a sposare le tesi della struttura Commissariale” nei diversi procedimenti penali che coinvolgono l’acciaieria. Dalle indagini della Squadra Mobile di Potenza, infatti, emergono scambi di messaggi. Il 14 febbraio 2017, ad esempio, Laghi scrive a Capristo spiegandogli il significato di alcuni documenti inerenti a vicende giudiziarie della famiglia Riva – collegate a quelle in corso a Taranto – di cui si attendevano determinazioni dall’autorità giudiziaria di Jersey e di Losanna. Laghi lo aggiorna sul rigetto del patteggiamento disposto a Milano, ritenendo comunque che sulla entità della pena – ritenuta insufficiente – si potesse lavorare. Qualche tempo dopo è Capristo a inviare a Laghi un articolo che tra le altre cose parla della stretta correlazione tra tasso di mortalità e inquinamento ambientale ricevendo una risposta quasi lapidaria: “Ci lavoriamo sopra”.
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