Siamo colmi di dolore e di rabbia - domani siamo a Roma contro repressione e licenziamenti, anche quelli odiosi di Taranto - i due lavoratori dell'Arca ex pasquinelli Amiu, Riccardo Cristello e altri 3 lavoratori alla ex Ilva - ma ora ci andiamo ancora più decisi e convinti - non ci possiamo stare, i lavoratori non ci possono stare - i padroni, il governo, lo Stato, le istituzioni locali corresponsabili di licenziamenti e repressione fino a uccidere la devono pagare. Questa vita, questo lavoro, questa società deve cambiare - non ci fermerete!
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
18 giugno 2021
Come sono andati i fatti
NON E' STATO UN INCIDENTE: ADIL E' STATO AMMAZZATO IN NOME DEL PROFITTO
Si Cobas nazionale
* nelle prossime ore avvieremo una raccolta-fondi pubblica per sostenere i familiari di Adil
Stamane,
durante lo sciopero nazionale della Logistica Adil Belakhdim, nostro
coordinatore della sede di Novara e membro del Coordinamento
nazionale SI Cobas, è morto travolto da un Tir che ha forzato un
picchetto davanti la LIDL di Biandrate (Novara).
Il presidio,
composto da alcune decine di lavoratori, è stato investito da un
autista criminale, che alla vista del presidio non ha esitato a
premere l'acceleratore dell'automezzo travolgendo prima due
lavoratori che a malapena sono riusciti a malapena a salvarsi e che
ora sono ricoverati in ospedale, e poi schiacciando il nostro
compagno, passandogli addosso e scappando.
Adil aveva 37 anni,
era sposato e con due bambini piccoli, ed è stato per anni operaio
della Tnt, quando aveva scelto di tornare al suo paese per avviare
una attività. Le cose non andarono come erano state da lui
programmate, e così era tornato da noi in Italia e si era attivato
nel SI Cobas.È lui che ha dato il suo impegno in quel di Novara per
costruire quel coordinamento provinciale, lavorando quotidianamente
per sviluppare il SI Cobas sul territorio novarese. I compagni di
altre città hanno avuto la possibilità di sentirlo all'ultimo
coordinamento nazionale svoltosi domenica scorsa a Bologna, dove ha
incitato alla lotta e alla partecipazione alla manifestazione di
domani a Roma. Due anni fa, quando il SI Cobas si è incontrato in
Marocco con il maggior sindacato, lui era presente con la nostra
delegazione e con generosità ci aveva ospitato a casa sua.
In
queste ore caotiche e strazianti risuonano ancora nelle nostre
orecchie il messaggio vocale che Adil nella tarda serata di ieri ha
inviato ai suoi lavoratori di Novara, nelle quali spiegava le ragioni
dello sciopero nazionale di oggi e li invitava al presidio fuori a
quegli stessi cancelli in cui ha incontrato la morte. Per quanto
ancora increduli ed esterrefatti, non possiamo tacere la nostra
rabbia per una tragedia che non è in alcun modo derubricabile come
un semplice incidente (come alcuni organi di stampa avevano fatto
passare in un primo momento), ne tantomeno come la semplice opera di
un folle isolato!!!
L'omicidio di Adil avviene infatti all'apice
di una escalation di violenza organizzata contro il Si Cobas, che si
trascina da mesi ed è oramai senza limiti. Le cariche alla FedEx TNT
di Piacenza, gli arresti, i fogli di via e le multe contro gli
scioperi, le aggressioni armate di body guard e crumiri a San
Giuliano e Lodi, passando per i raid punitivi alla Texprint di due
giorni fa, sono parte di un unico disegno che vede i padroni e la
criminalità organizzata (che fa giganteschi affari nella logistica)
agire in maniera unita e concentrica per schiacciare con la forza e
la violenza gli scioperi dei lavoratori contro il supersfruttamento e
in difesa delle conquiste strappate negli anni dal sindacalismo
conflittuale, in primo luogo dal SI Cobas: una violenza che che è
quasi sempre spalleggiata e alimentata dalla repressione spietata
condotta dalle forze dell'ordine contro gli scioperi e le lotte
operaie.
I PADRONI VOLEVANO IL MORTO E CI SONO RIUSCITI.
Da
settimane i padroni e i loro complici stanno veicolando sui luoghi di
lavoro, con ogni mezzo e con ogni tipo di provocazione, il messaggio
che i picchetti si possono sfondare, che operai e sindacalisti
possono essere liberamente pestati a sangue, che gli scioperi possono
essere schiacciati e le lotte messe a tacere con metodi mafiosi, il
tutto con la complicità o il silenzio-assenso dello Stato e della
polizia.Questa violenza esplicita e dispiegata è solo la punta
dell'iceberg di una strategia politica tesa a silenziare le
rivendicazioni dei lavoratori e a isolare il sindacalismo di classe,
funzionale a spianare la strada alle prossime misure governative di
attacco alle condizioni di vita e salariali di milioni di lavoratori,
su tutte l'imminente sblocco dei licenziamenti.
In queste ore
stiamo assistendo al solito balletto di dichiarazioni di sconcerto e
di prese di posizione da parte dei vertici del governo, con in testa
il premier Draghi che invita a "far luce" su quanto
accaduto a Biandrate, e con Cgil-Cisl-Uil che, come di consueto, si
decidono a proclamare lo sciopero solo quando il sangue operaio è
già stato versato.
Una dinamica simile a quella che è avvenuta
anni fa alla Gls di Piacenza, quando Abd El Salaam venne travolto da
un tir durante uno sciopero indetto da Usb: dopo qualche ora di
indignazione a reti unificate, tornò a regnare il silenzio totale
sulla condizione dei facchini e delle migliaia di lavoratori della
logistica quotidianamente sfruttati, sottopagati e soggetti a ogni
forma di ricatto e di angheria.
LA MORTE DI ADIL RENDE ANCOR
PIU' EVIDENTE CIO' CHE ERA GIA' CHIARO ALLA LUCE DELLA CRESCITA
ESPONENZIALE DELLE MORTI SUL LAVORO REGISTRATE IN QUESTI MESI DI
CRISI PANDEMICA:
PER I PADRONI I PROFITTI VALGONO PIU' DELLA
VITA UMANA.
Il
premier Draghi piuttosto che versare lacrime di coccodrillo dovrebbe
spiegare per quale motivo da oltre 3 mesi il SI Cobas sta chiedendo
al governo un tavolo di crisi al MISE per risolvere la vertenza alla
Fedex di Piacenza con 280 lavoratori buttati per strada solo a causa
della loro appartenenza al nostro sindacato, senza ricevere mai
risposta e, anzi, ricevendo in cambio cariche e manganellate della
polizia quando lo scorso 21 maggio ci siamo recati in presidio sotto
a Palazzo Chigi; dovrebbe spiegare come mai da oltre un anno il SI
Cobas si batte per ottenere dal governo (prima Conte, ora l'attuale)
il varo di protocolli vincolanti sulla salute e sulla sicurezza nei
luoghi di lavoro senza mai aver ricevuto alcuna risposta; dovrebbe
spiegarci come mai il governo stia sponsorizzando piani di
ristrutturazione che prevedono migliaia di licenziamenti e una
generale precarizzazione dei contratti (oggi in Fedex, domani
dappertutto) senza che le organizzazioni sindacali maggiormente
rappresentative nella logistica siano convocate ai tavoli di
trattativa.
I vertici di Cgil-Cisl-Uil dovrebbero spiegarci come
si concilia il giusto sciopero per la morte di Adil con l'opera
sistematica di demonizzazione e criminalizzazione condotta dai
confederali contro il SI Cobas (solo per restare agli eventi più
recenti, gli inviti alla polizia ad intervenire contro le lavoratrici
e i lavoratori in sciopero alla Ceva di Stradella) e, più in
generale, contro il sindacalismo combattivo.
Per questo
denunciamo con forza che questa morte non è stata provocata dalla
follia di un singolo, bensì è il frutto di una guerra a tutto campo
contro la classe lavoratrice, alimentata dell'omertà delle
istituzioni e dal collaborazionismo dei vertici confederali.
Domani
Adil sarebbe stato con noi a Roma per manifestare contro lo sblocco
dei licenziamenti, contro il rinnovo-farsa del CCNL Trasporto merci e
logistica, e a sostegno della lotta dei lavoratori Fedex di
Piacenza.
Il dolore per la perdita del nostro dirigente
nazionale ad opera di un vigliacco criminale è indescrivibile, ma
non appanna, anzi rafforza le ragioni della manifestazione di domani
a Roma: perchè si tratta delle stesse ragioni e della stessa causa
per cui Adil si batteva da anni e che sono alla base della tragedia
di stamattina: la lotta per l'emancipazione dei proletari dalla
barbarie capitalistica.
Saremo alle 14 a Piazza della Repubblica
per portare la nostra rabbia e le nostre lotte fin nel cuore del
capitale, e invitiamo tutti i lavoratori e i solidali alla massima
partecipazione.
Al contempo, sosteniamo fin d'ora ogni
iniziativa tesa a denunciare e smascherare le responsabilità
oggettive del gruppo LIDL per il barbaro assassinio di Adil.
ADIL
VIVE NELLE NOSTRE LOTTE!
IL SUO SANGUE NON SARA' VERSATO
INVANO!
ONORE A TE, COMPAGNO!
18.06.2021
Si Cobas nazionale
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