giovedì 10 giugno 2021

L'ombra inquinante di Capristo sulla morte di Giacomo Campo - la denuncia nel 2016 dello Slai cobas

C’è anche il fascicolo per l’omicidio colposo sulla morte dell’operaio Giacomo Campo, rimasto schiacciato nel nastro trasportatore dell’altoforno 4 dell’ex Ilva, tra quelli acquisiti dalla Procura di Potenza che indaga sull’ex procuratore Taranto Carlo Maria Capristo e la sua gestione dell’affare Ilva. Giacomo Campo morì il 17 settembre del 2016: l’uomo, dipendente della ditta dell’appalto Steel Service, quel giorno stava intervenendo per risolvere un inconveniente che rischiava di pregiudicare la funzionalità del nastro trasportatore, ma durante l’intervento rimase schiacciato nell’impianto. A distanza di pochissimi giorni, il nastro fu sottoposto all’esame del consulente della procura, l’ingegner Massimo Sorli, professore ordinario di Meccanica applicata ed aerospaziale del Politecnico di Torino, e immediatamente dissequestrato.
Fu lo stesso procuratore Capristo a dare la notizia ai giornalisti e in quell’incontro adombrò anche lo spettro di un ipotetico sabotaggio: “Il procuratore Capristo – scrisse il Sole 24 ore pochi giorni dopo il dissequestro – pur non parlando esplicitamente di sabotaggio, ha tuttavia detto che ci sono segnali, attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria, che fanno ipotizzare la presenza di azioni interne ed esterne alla fabbrica contrarie al progetto di risanamento ambientale”.  

LA DENUNCIA DI CAPRISTO DELLO SLAI COBAS NEL SETTEMBRE 2016:


"...con questa dichiarazione “sibillina”, il nuovo Procuratore di Taranto ha lanciato un allarmismo - questo sì "scomposto" - che ha come effetto di coprire le vere responsabilità dei Commissari e del governo sulla morte dell'operaio Giacomo Campo. All'Ilva chi sta "remando contro" la sicurezza degli operai sono i Commissari che stanno mandando la fabbrica alla deriva, non facendo neanche l'ordinaria manutenzione, una fabbrica dove, come denunciano da tempo gli operai, manca di tutto, pure i Dpi, gli impianti sono sempre più insicuri, e gli operai vengono mandati allo sbaraglio. Prima o poi l'infortunio grave doveva succedere, e quello di Giacomo è un'assassinio annunciato. Per non dire che tutta questa situazione in fabbrica è già costata dalla gestione dei Commissari 4 morti! Ma questo il Procuratore non lo dice! All'Ilva chi sta "remando contro" è il governo Renzi che con i suoi decreti ha rinviato addirittura al 2019, o, meglio, ai nuovi padroni dell'Ilva (?!) gli interventi di risanamento degli impianti e delle aree più pericolose, tra cui proprio i Treni nastri. Ma questo il Procuratore si guarda bene dal dirlo!
Ci manca poco che il Procuratore parli di "terrorismo", per deviare dagli accertamenti sulle vere respondabilità, sui veri mandanti della morte di Giacomo e degli altri operai all'Ilva..."

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