Ex Ilva, sale la tensione a Genova: martedì assemblea contro la cassa integrazione
Questa mattina le rappresentanze sindacali unitarie e le
segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, hanno incontrato la
direzione di Acciaierie d'Italia per discutere dell'apertura della cassa
integrazione ordinaria. Lo comunica la Fiom di Genova in una nota.
"Abbiamo risposto chiaramente - afferma Fiom - che non siamo disponibili
ad accettare una cassa integrazione per crisi di mercato, una crisi di
mercato che non esiste, visto che tutti sanno come il mercato
dell'acciaio stia vivendo un momento di crescita impetuosa. Il mercato
tira? Bisogna lavorare. Evidentemente le motivazioni di questa cassa
vanno ricercate altrove".
"I lavoratori sono stanchi di accettare la situazione che vivono quotidianamente in fabbrica e domani lo dimostreranno in una assemblea ai cancelli in cui decideranno come proseguire la mobilitazione - aggiunge la Fiom di Genova -.
"I lavoratori sono stanchi di accettare la situazione che vivono quotidianamente in fabbrica e domani lo dimostreranno in una assemblea ai cancelli in cui decideranno come proseguire la mobilitazione - aggiunge la Fiom di Genova -.
Il tutto nel silenzio assordante del Governo, che pur avendo il
50% del potere decisionale nel cda, sulle prospettive dell'Azienda non è
in grado di prendere una posizione all'altezza di questo nome. Come
sempre i lavoratori delle Acciaierie sapranno rispondere in maniera
adeguata a questa situazione, ben decisi a non essere loro a dover
pagare scelte operate altrove".
Ex Ilva, fumata nera sulla cassa integrazione: domattina assemblea in sciopero
I sindacati compatti: "No alla cigo, non c'è crisi" e chiamano in causa il Governo
Genova. Assemblea in sciopero domani
mattina a partire dalle 7 davanti alla portineria dell’ex Ilva di
Cornigliano. Stamani nel corso dell’incontro tra rsu, direzione
aziendale e segreterie di Fiom, Fim e Uilm i sindacati hanno respinto al
mittente definendo illegittima la cassa integrazione ordinaria in assenza di una crisi di mercato.
L’azienda avrebbe provato a trattare riducendo un po’ i numeri rispetto ai 981 iniziali, vale a dire tutti i dipendenti, ma i sindacati hanno reagito compatti e chiamano in causa il Governo.
“Domattina discuteremo di questa questione con i lavoratori – dice il coordinatore della rsu Armando Palombo
– ma è chiaro che in questa vicenda chiameremo in causa il governo, che
da un lato è azionista dell’azienda e dall’altro attraverso il
ministero del Lavoro pensa di avvallare attraverso l’Inps una cassa
integrazione ordinaria senza crisi di mercato”.
“Il governo – si legge ne comunicato stampa dell’rsu –
detiene il 50% dei diritti societari e il 38% del pacchetto azionario di
questa azienda e non può tacere di fronte a questa richiesta. Mittal
ora in Acciaierie Italia con la complicità del Governo manovra in una
vicenda avvolta da nebbie pericolose per i lavoratori”.
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