Ex Ilva: errori nel dispositivo della sentenza, nuova udienza l'8 luglio
Ci sono degli errori materiali relativamente alle posizioni di alcuni imputati nel dispositivo della sentenza del processo Ambiente Svenduto letto dalla presidente della Corte d'Assise, Stefania D'Errico, lo scorso 31 maggio a Taranto. Lo stesso dispositivo andra' percio' corretto e a tal proposito la Corte ha fissato una nuova udienza in camera di consiglio per l'8 luglio prossimo. Lo apprende l'AGI. Il processo Ambiente Svenduto riguarda 47 imputati, di cui 44 persone fisiche e 3 societa'. Queste ultime sono ex Riva Fire, Riva Forni Elettrici e Ilva in amministrazione straordinaria.
I reati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro, imputati alla gestione del gruppo industriale Riva, a cui diversi anni ha fatto capo lo stabilimento ex Ilva di Taranto, gestione poi interrotta col commissariamento dell'azienda decisa dal Governo a giugno 2013. Ventidue anni di reclusione per Fabio Riva, 20 per Nicola Riva, fratelli ed ex proprietari ed amministratori di Ilva, tra gli imputati principali del processo, 3 anni e mezzo per Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia, impianti siderurgici di Taranto confiscati. Sono i punti fondamentali della sentenza che e' arrivata dopo un processo durato cinque anni (inizio a maggio 2016 dopo una falsa partenza nel 2015 annullata per un errore riscontrato in un verbale dell'udienza preliminare). Con la sentenza assolto, invece, l'ex presidente del cda Ilva, Bruno Ferrante, che e' stato anche prefetto di Milano, mentre 4 anni sono stati inflitti ad Adolfo Buffo, all'epoca dei fatti direttore del complesso di Taranto ma ora direttore generale di Acciaierie d'Italia, la nuova societa' tra ArcelorMittal Italia e Invitalia, con quest'ultima che rappresenta lo Stato. Ventuno anni, inoltre, a Luigi Capogrosso, ex direttore a Taranto, e a Girolamo Archina', consulente dei Riva per i rapporti istituzionali. Gli errori materiali del dispositivo riguarderebbero alcuni particolari delle posizioni degli imputati assolti e del pagamento delle spese. Oltre a stabilire pesanti condanne, la Corte (giudice a latere Fulvia Misserini) ha anche disposto il pagamento delle spese ed una serie massiccia di provvisionali a favore delle parti civili.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 180 giorni dal 31 maggio scorso, ovvero 90 giorni piu' altri 90 giorni gia' concessi come proroga.
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