mercoledì 28 gennaio 2015

A proposito dei "blocchi" degli operai dell'appalto Ilva

E' da ieri che le TV e i giornali locali, mentre danno notizia del "niente", se non molte future assicurazioni per gli operai delle ditte che da più di una settimana stanno lottando, sottolineano positivamente che i blocchi stradali non ci sono più.
Ora, vale a dire, tutto viene solo affidato agli incontri con Istituzioni, commissari straordinari, confindustria, ecc. e gli operai devono fare da "platea", da "sala di attesa" di questi incontri.
C'è da dire che questo pomeriggio gli operai che da stamattina alle 6 stavano ad "aspettare" si sono giustamente rivoltati contro i segretari dei sindacati confederali, che vogliono tenere calmi gli operai senza che vi sia tuttora un risultato concreto.
I blocchi, sia pur concordati con la polizia, permettevano comunque agli operai di pesare, finiti i blocchi, la scena viene ripresa da istituzioni e rappresentante dei padroni, ecc.
E gli operai non hanno possibilità di incidere realmente nella situazione grave in corso.

Ma purtroppo, il fronte di chi vuole bloccare i "blocchi", di chi fa le pulci quando gli operai lottano , si è allargato in questi giorni.
Prima ci sono stati i "Liberi e pensanti" che hanno attaccato le lotte degli operai dell'appalto, che hanno offeso gli operai dicendo che erano "manipolati", per uscire loro sui giornali e televisioni; poi si è aggiunta l'Usb affermando: "Non siamo d'accordo sul fare blocchi per strada o comunque danneggiare gli altri cittadini, la città non ha colpe, la città ha solo subito finora",

La realtà è tutt'altra. I cosiddetti "cittadini danneggiati" si sentono e sono danneggiati dal governo, dalle istituzioni, e molti non vedono l'ora che effettivamente si blocchi tutto; così come i tantissimi lavoratori precari che rischiano anch'essi licenziamenti, che prendono salari da fame, i disoccupati che non vedono "luce", vogliono che vi sia una lotta generale che costringa grandi padroni, governo, Istituzioni locali a dare delle risposte di lavoro e di reddito reali.
Chi di fronte ad una lotta, fa il "benpesante", porta acqua al mulino di chi vuole una morte lenta degli operai e delle masse di Taranto.

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