RELAZIONE -
Esiste un legame anche tra il processo Ilva e il decreto sull'Ilva del governo Renzi. È un decreto che va in senso contrario agli interessi dei cittadini e in senso contrario al processo. Alcuni aspetti di questo decreto, infatti, possono porre immediatamente un indirizzo negativo al processo rispetto alle responsabilità penali dei Riva e soci. Questo riguarda, in particolare, la questione dell’impunibilità penale del commissario straordinario e dei suoi funzionari contenuto nel decreto Renzi. Qualsiasi cosa accade di penalmente rilevante per l’applicazione dell'Aia o altro, non c’è responsabilità né penale né amministrativa del commissario e dei suoi funzionari. Così anche gli stessi controlli da parte degli Enti, già blandi, perdono ancora più forza.
A
PARTE PUBBLICHIAMO UN'ANALISI ARTICOLO PER ARTICOLO DEL DECRETO
ILVA-TARANTO, QUI SOTTOLINEAMO ALCUNI PUNTI.
Sull'inquinamento,
il decreto invece di andare avanti nella questione dei tempi
bonifica, interna esterna all'Ilva, fa andare indietro perché dice
che devono essere “almeno” portati a termine entro luglio
2015 l'80% degli interventi Aia previsti per questa data. Fermo
restando
che questo decreto è stato preceduto da tutta una compagna padronal-governativa sul fatto che l’Aia (già di per sé molto insufficiente) sarebbe punitiva e restrittiva e bisogna ridimensionarla, ora si dice: “almeno” l’80%. Ma che resta nel 20%? Tutti gli interventi fondamentali nell’Ilva: copertura parchi minerali, intervento in cokeria, ecc; vale a dire proprio quelle situazioni altamente inquinanti. Per questi non si dice neanche a quando dovrebbero essere rimandati, una commissione stabilirà i tempi…
che questo decreto è stato preceduto da tutta una compagna padronal-governativa sul fatto che l’Aia (già di per sé molto insufficiente) sarebbe punitiva e restrittiva e bisogna ridimensionarla, ora si dice: “almeno” l’80%. Ma che resta nel 20%? Tutti gli interventi fondamentali nell’Ilva: copertura parchi minerali, intervento in cokeria, ecc; vale a dire proprio quelle situazioni altamente inquinanti. Per questi non si dice neanche a quando dovrebbero essere rimandati, una commissione stabilirà i tempi…
Anche
sulla questione delle bonifiche esterne il decreto è un
peggioramento. Noi eravamo arrivati al fatto che il 12 gennaio
dovevano iniziare i lavori di bonifica a Tamburi, cimitero, mar
piccolo, e invece con il decreto è come se tutto l'iter ripartisse
da oggi… il comune deve presentare piani… che devono essere
approvati...
I
lavoratori del cimitero sono stati ammessi come parti civili in forza
della loro costante esposizione ai parchi minerali, che secondo i
piani di bonifica dovevano essere coperti per il 2015. Avremmo quindi
ragione di andare a un nuovo processo per queste ulteriori
violazioni, ma non sarà possibile perché il decreto sancisce
l’impunibilità per queste violazioni.
Altro
punto è il bluff sulle cifre per le bonifiche. Il tanto declamato da
Renzi “centro per i tumori infantili” è semplicemente sparito
dal decreto! La cifra di 2 miliardi è assolutamente fantasiosa,
furto di contabilizzazione di fondi sequestrati tuttora non
disponibili e somma di altri investimenti (per porto ecc.) già
decisi e oggi rappresentati come nuovi.
Di
fatto lo Stato interviene per pilotare un “fallimento” di una
parte dell'azienda (come ha detto lo stesso Palombella segr.
nazionale della Uilm, venuto dall'Ilva di Taranto) che trasformerà i
lavoratori in futuri “creditori”, socializzando le perdite per
rilanciare i profitti.
In
termini di occupazione, il decreto rende impossibile mantenere
l’occupazione attuale, dunque il governo già pone col decreto una
riduzione degli organici che altrimenti non potrebbero realizzare.
Il
decreto Riva è l'ultimo approdo dell'azione del governo e dei
padroni, per difendere i padroni e il sistema dei padroni, per negare
gli interessi degli operai e delle masse popolari. In questo e
emblematico per tutte le fabbriche, per tutti gli operai e masse
popolari, di cosa fa il governo e di come non si possa semplicemente
aspettare dalle Istituzioni la risoluzione dei mali.
Per
la prossima udienza renderemo disponibile il testo del decreto a
tutti.
Tutti
hanno contribuito a questo decreto, sia chi ha affidato tutto al
governo e alle Istituzioni la soluzione dei problemi - compresi gli
ambientalisti, bravi nel denunciare e nell'offrire soluzioni
fantasiose, che però sempre questo Stato, padroni e governo
dovrebbero attuare; sia i sostenitori della cosiddetta
nazionalizzazione, che nascondono il fatto che l'unica
nazionalizzazione possibile in questo sistema è quella che sta
avvenendo: socializzazione delle perdite, difesa dei profitti, prima,
durante e dopo.
Questo
decreto rende le cose chiare, fa diventare la stessa lotta una
parte della lotta politica, dato che il governo in prima persona
scende in campo e diventa bersaglio diretto in questa fase degli
interessi e della lotta dei lavoratori e delle masse. D'altra parte
tutti si stringono intorno al governo e quindi questo può essere un
elemento di chiarezza.
Noi
avevamo proposto un'alternativa secca e chiara, quella di un decreto
operaio”, un decreto di emergenza ma che fosse in difesa degli
operai, che mettesse in sicurezza i lavoratori e desse un'arma ai
cittadini per ottenere un risultato a salvaguardia delle loro
esigenze.
Un
“decreto operaio” per stabilire che: tutti
i posti di lavoro devono essere salvaguardati; salari e diritti non
si toccano; durante la messa a norma degli impianti, gli operai dei
reparti interessati non devono essere mandati a casa ma impiegati nei
lavori di risanamento; la prima messa a norma è garantire la
sicurezza degli operai; istituzione di una postazione ispettiva
permanente all'interno della fabbrica per controlli su sicurezza e
salute; in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può
stare e lavorare per tanti anni ma 25 anni bastano, con estensione a
tutti dei benefici pensionistici, lavori usuranti; la salute è un
diritto intoccabile per operai e cittadini, per cui servono visite
mediche mirate, cure sanitarie gratuite, strutture sanitarie
d'emergenza, affidate ad Emergency, per fronteggiare la situazione.
Invece
che questo decreto che metterebbe in sicurezza a fronte di qualsiasi
soluzione, gli operai, il decreto Renzi mette in “sicurezza” il
commissario e gli altri che commettano reati, i creditori, le banche
i nuovi acquirenti.
Su
tutto questo ci aspetta un lavoro di informazione della fabbrica e
della città, che chiami a scendere in piazza per rivendicare un
decreto che davvero metta in sicurezza lavoro e salute, un intervento
urgente e straordinario che effettivamente serve. Renzi fa tutto il
contrario e presenta il decreto come biglietto da visita per farsi
propaganda a livello nazionale. Sta a noi smascherarlo! E
impedirglielo con i mezzi necessari.
Se
si vuole “contribuire come città al paese” occorre che ci
facciamo sentire in modo diverso.
Ci
proveremo, con un ampio lavoro di controinformazione.
Il
21 gennaio all'Ilva e all'appalto e il 22 gennaio, giorno della
prossima udienza, oltre che in tribunale, saremo nei quartieri, sugli
altri posti di lavoro, per spiegare alle masse la situazione e
chiamarle a mobilitarsi.
Il
21 contro il decreto, il 22 per il processo, inviteremo tutti a fare
la loro parte.
Occorre
costruire un vero sciopero generale a Taranto, un fronte che
unisca tutti, dai ragazzi scesi in piazza la vigilia di capodanno a
tutti i lavoratori, a tutti quelli che lottano, contro il decreto
Renzi e contro tutte le forze che lo appoggiano.
Il
problema, come diceva Amedeo Zaccaria è unire, ma anche unire
tutti su una linea diversa. Su questa dobbiamo iniziare ad
accumulare le forze, a partire dalla controinformazione e
mobilitazione, dalla battaglia al processo, senza accontentarsi di
una manifestazione all’anno o lanciando guerre personali.
Oggi
il problema è opporsi al decreto, ai suoi affetti che ben presto si
manifesteranno.
Oggi
la richiesta di un decreto operaio passa attraverso la lotta per
rovesciare il governo del decreto antioperaio.
Su
questo, fin dal 21/22 di questo mese chiameremo operai,
lavoratori, cittadini a partecipare ad una giornata di lotta che
cominci ad accumulare le forze e a schierarle su questo versante.
Ambientalisti,
Usb, Liberi e pensanti non possono cavarsela con le manifestazioni
del sabato o con il sindacato di piccolo cabotaggio, devono scendere
in campo e decidere realmente di stare dalla parte della lotta.
Così
come il processo viene rilanciato da noi come grande questione
nazionale, e una iniziativa
nazionale sarà prodotta in occasione dell'inizio effettivo del processo quando sarà fissato.
Il
coordinamento nazionale slai cobas sc nella riunione che tiene subito
dopo deciderà ulteriori iniziative, legando la questione del
decreto Ilva alla questione generale del Jobs act, cancellazione art.
18, governo Renzi, e collegando la situazione dell'Ilva a quella di
tutte le fabbriche in cui vi sono licenziamenti, cassintegrazione,
morti sul lavoro, inquinamento.
In
questa maniera noi di Taranto da un lato portiamo il contributo alla
battaglia generale, e tutta la battaglia generale deve fare di
Taranto non la città del lamento, ma della riscossa.
DOMANI PUBBLICHIAMO L'ANALISI DEL DECRETO ILVA-TARANTO DEL GOVERNO RENZI
DOMANI PUBBLICHIAMO L'ANALISI DEL DECRETO ILVA-TARANTO DEL GOVERNO RENZI
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