BERGAMO – operaio immigrato della logistica
Sono ex operaio della LD. Ho lavorato per 4 anni. La cooperativa ci obbligava a lavorare anche 18 ore al giorno, senza pausa. Nello stesso tempo non era mai puntuale negli stipendi.
Poi un giorno altrio operai ci hanno fatto conoscere il compagno dello Slai cobas della Dalmine. Ci ha fatto regolarizzare le buste paga. Noi eravamo tutti stranieri, non conoscono le leggi, i contratti, noi avevamo l'obbligo di lavorare in quella maniera. Da quando abbiamo conosciuto ilcompagno dello Slai cobas ci siamo svegliati ed è andata bene.
Ma poi hanno fatto un cambio appalto, e hanno spostato o licenziato tutti noi. Non vogliono che siamo Slai cobas. L'altro giorno mi hanno detto: se vuoi lavorare per tre mesi devi andartene dallo Slai cobas. Io mi sono rifiutato. Grazie al compagno dello Slai cobas, abbiamo fatto blocchi, lotte, presidi, il compagno ha dormito con noi per terra.
L'azienda ad un certo punto ha organizzato una feroce carica con mazzieri.
Grazie allo Slai cobas che ci ha fatto conoscere diritti per lavorare con dignità umana. Un mio paesano che lavora, non veniva pagato da 6 mesi, e lo ha licenziato. Lui non sapeva bene l'italiano e ha portato me, prima il padrone non mi voleva fare entrare. Abbiamo fatto manifestazione, poi, il padrone, forse mi aveva conosciuto, ha detto pago tutto...
Grazie al compagno dello slai cobas: sono una luce nel buio.
TARANTO – rappresentante del lavoro sul territorio
Vorrei parlare di quelli che a mio avviso sono stati momenti significativi nel corso dell'autunno scorso, collegati a mobilitazioni nazionali. Siamo in una
città ad alta industrializzazione, perchè qui abbiamo oltre l'Ilva altre grandi industrie, nonchè medie e piccole aziende che fanno di Taranto uno dei poli industriali più grandi, se non il più grande del Sud e tra i più grandi d'Italia. Di contro però, la disoccupazione è al 60% ed è ancora più spaventosa se guardiamo il tasso delle fasce giovanili. E gli operai, vittime del ricatto occupazionale, sono ancora più “inebetiti” rispetto ad altre realtà. Cosa voglio dire con questo? Che la classe operaia a Taranto, per conservare quel minuscolo benessere, quelle briciole che il capitalismo gli concede, ancora non lotta adeguatamente contro gli attacchi sempre più serrati della classe padronale.
Si sono scritti fior di articoli sul ricatto salute-lavoro ed ecco che in questa ottica quel beota di Renzi (servo dei padroni) il 25 Settembre ci “gratifica” con la sua presenza, ma non lo fa annunciandosi per tempo ma in maniera fugace come soli pochi animali sanno far bene, tipo alcuni che albergano nelle fogne, e forse lui è degno figlio di una di loro; Tra l'altro, per completare, ovviamente non si concede alle parti sociali "vere" ma concerta il suo incontro con i suoi degni compari, trincerati in prefettura. Noi, visto il poco tempo a disposizione per organizzare il “comitato di benvenuto”, siamo comunque riusciti a dare un segnale e cioè che a Taranto non sono tutti morti.
E lo Slai cobas, insieme a realtà ambientaliste, i Liberi e pensanti, singoli cittadini, ha portato avanti una forte contestazione a Renzi, che ha dovuto entrare in prefettura ed uscirne veloce sempre in macchina, inseguito dai noi manifestanti; è stata la prima contestazione a cui Renzi ha cominciato a trovarsi di fronte nei suoi giri. Poi sappiamo tutti come Renzi ha continuato ciò che gli altri avevano lasciato in sospeso, il gioco al "massacro" partendo anche dal pubblico impiego dove sono previsti cambiamenti radicali oltre quelli già avvenuti, per poi tornare a massacrare il privato attuando il tuo famigerato Jobs Act, che è stato il motivo dell'iniziativa, tra le tante che con tenacia e come si usa dire dalle nostre parti "Cu a capa tost peggij dll petr d Martin", che abbiamo portato avanti. Nel giorno 14 Dicembre con uno sciopero generale abbiamo organizzato un presidio sotto la prefettura, a cui si è unito anche il Cobas confederazione. C'è stato megafonaggio, volantinaggio, affissione di locandine, striscioni; In quell'occasione la partecipazione ai risultati li potremmo definire soddisfacenti. Abbiamo legato la lotta contro il jobs act alle varie vertenze sull'occupazione che insistono sul territorio. Frutto di questa buona iniziativa è stato anche l'incontro con il vice prefetto, una novità visto che erano mesi e mesi che il prefetto non rispondeva alle richieste di incontri dei lavoratori. Questa mobilitazione l'abbiamo replicata anche il 5 Dicembre.
Questo sciopero dei sindacati di base del 14 novembre ci ha permesso di inserire le vertenze locali, nella battaglia generale contro il governo, perchè è impossibile che oggi queste ottengano il risultato sperato proprio in virtù del fatto che il potere è sempre più manovrato dal governo centrale che col patto di stabilità non lascia molti spazi alla contrattazione, anzi, tende a non lasciarne affatto, rasentando a mio avviso la violazione dei diritti costituzionali, se non addirittura dei diritti umani.
Alla luce di tutto questo la lotta si fa veramente dura e il governo si predispone ad atti fortemente repressivi, ma a maggior ragione, lo Slai Cobas e oserei dire anche tutto “l'esercito proletario” deve serrare i ranghi e rilanciare le lotte a tutti i livelli: locale e nazionale
TARANTO – lavoratrice precaria delle scuole e rappresentante della lotta per il lavoro insieme alla rappresentante dei Disoccupati Organizzati.
Il 2014 è stato un anno abbastanza movimentato. E' cominciato con la lotta delle lavoratrici delle pulizie nelle scuole statali, perchè scaduto l'appalto vi è stata una nuova gara vinta al massimo ribasso, con tagli dell'80%. Si è cominciati ad organizzarsi. La maggiorparte dei miei colleghi di lavoro vanno dietro ai sindacati confederali perchè possono contrattare a livello nazionale, ma poi dicono che io ho ragione, che sappiamo che lo slai cobas è combattivo.
Sono cominciate le iniziative di protesta, ci sono state manifestazioni a Bari, una grossa a Roma sotto il Ministero che è durata fino a notte, alla fine per smuovere le acque gli operai hanno cercato di entrare nel Ministero, vi sono state cariche della polizia. Questo appalto è a livello nazionale, e siamo 18mila lavoratori. In tutta Italia ci sono state manifestazioni e occupazioni, le donne hanno occupato una scuola per tutto il giorno, alla fine il prefetto ha fatto intervenire i carabinieri che hanno menato le operaie, facendole finire alcune in ospedale. La lotta è iniziata a dicembre 2013 ed è durata fino a febbraio 2014.
I Sindacati confederali cercavano di boicottare lo Slai cobas in tutte le maniere, ma io mi facevo sentire e davo molto fastidio a loro. A Bari io sono stata promotrice di un attacco alla Regione, la polizia ci ha menato, ma alla fine l'assessore al lavoro ha accettato di incontrarci; ma la cgil, lo ha impedito anche se tutti le altre lavoratrici protestavano, dicendo: lei non deve salire perchè è una sovversiva! Anche a Taranto vi sono stati blocchi al Comune, occupazione del Provveditorato. Anche al Comune i sindacati confederali non mi volevano far salire, ma questa volta i lavoratpori e le lavoratrici si sono ribellati di più, si sono impuntati e sono salita.
Alla fine Renzi per “prendere 2 piccioni con una fava”, siccome c'erano soldi per il decoro delle scuole, ha pensato di utilizzarli per farci lavorare ancora, toglierci la Cig in deroga che abbiamo avuto per 7 anni frutto di una lotta nel 2007contro centinaia di licenziamenti, ripristinato l'orario precedente, ma con il cambiamento che oltre le pulizie dobbiamo fare la manutenzione. Su questo la ditta ci ha mangiato, dovevamo fare un corso ma questo è durato solo 3 ore. Il piano del governo scadrà il 30 marzo 2016, ma i soldi non ci sono già. Io sono 20 anni che sono precaria, e Renzi dice che deve togliere la precarietà...
Dalla rappresentante dei Disoccupati Organizzati.
Questo autunno abbiamo ripreso la mobilitazione mettendo al centro lo sviluppo dell'organizzazione dei disoccupati. Lo facciamo facendo vari presidi al collocamento, con banchetto, volantini, locandine, raccolta firme. Porto con me soprattutto disoccupate donne che hanno bambini a carico ed hanno più difficoltà a trovare lavoro. Tanto per dire, il servizio sociale del Comune ha stabilito che per lavorare 3 mesi bisogna avere 3 figli. Ora siamo passati a 4 figli per fare domanda. E' una lotta continua quella che fa la donna disoccupata, che, senza lavoro, deve sottomettersi al marito-padrone.
Stiamo lottando per lavorare nella raccolta differenziata, nelle bonifiche, risanamento della città. Su questo facciamo incontri con le Istituzioni, chiediamo tavoli istituzionali. Abbiamo fatto molte iniziative di lotta dure soprattutto contro il Comune che faceva al massimo solo promesse, abbiamo bloccato il ponte girevole per tutta una giornata, abbiamo più volte occupato l'androne interno del Comune e invaso con cartelli, striscioni i consigli comunali. A fine aprile abbiamo messo la “tenda per il lavoro” vicino al ponte girevole, in modo da essere molto visibili, avvicinare giovani, disoccupati, donne. Durante la Tenda vi è stata la processione del patrono di Taranto e la tappa del giro d'Italia, entrambe hanno dovuto passare in mezzo ai nostri striscioni, slogan, ecc. Così come sono dovuti venire alla Tenda ad incontrarsi con noi l'arcivescovo, il presidente della Confindustria, e vari assessori e consiglieri. Abbiamo raccolto circa 1000 firme per il lavoro e reddito minimo garantito. Alla Tenda si era creato un buon rapporto tra di noi, si era uniti, è stata una bella esperienza. Questa poi, purtroppo, non si è conclusa molto bene.
Il Sindaco cercava, con varie manovre su singoli disoccupati, di dividerci e corromperci.
A fine maggio siamo andati ad un consiglio comunale che doveva darci delle risposte, invece nulla. Ci siamo molto arrabbiati e abbiamo occupato il consiglio. Il sindaco ha dato ordine ai vigili di caricarci, arrestarci, ci hanno ammanettato, portato in caserma, facendo perquisizioni fisiche illegali, 2 disoccupati sono stati 2 gg in carcere, e al processo sono stati condannati uno a 5 e l'altro a 7 mesi. Chi lotta per il lavoro e viene arrestato! Quando al governo abbiamo dei delinquenti!
In Puglia sono stati stanziati dei soldi per il reddito di cittadinanza, mentre a Taranto ancora non si fa niente. Abbiamo partecipato recentemente ad un incontro, in cui l'assessore al lavoro ha dovuto dire davanti ai sindacati confederali che senza lo Slai cobas il tavolo non si può fare perchè sono loro i primi a Taranto che lottano per il lavoro.
TARANTO – rappresentante delle lavoratrici delle
pulizie negli asili
La nostra situazione, che non è solo locale, è una sorta di simbolo della “precarietà”, espressione del livello a cui queste Istituzioni fanno arrivare i contratti precari.
Stiamo portando avanti dal 2012 una lotta contro un orario di lavoro di appena 1 ora e 50 minuti al giorno e un salario che al massimo arriva a 250 euro al mese. Si parla di lotta contro la precarietà, quando sono in primis le istituzioni che nei loro contratti di appalto fanno passare condizioni vergognose di lavoro. Nello stesso tempo, noi assunte per fare le pulizie facciamo normalmente anche mansioni di ausiliariato, che non ci vengono riconosciute come livello retributivo. Finora con lotta, che ha visto vari presidi sotto il Comune, la Prefettura, ecc., con gli incontri, il massimo che vogliono concedere nel nuovo appalto sono... 10 minuti in più di lavoro al giorno!
In questa lotta abbiamo un grosso ostacolo, i sindacati confederali, che si limitano, bene che vada, a organizzare presidi, e contrastano la nostra linea, di portare la lotta negli asili, di fare fermate che incidano sul servizio, perchè fin quando questo comunque viene garantito, le Istituzioni e la Ditta non si muovono; così come la nostra proposta di unità delle lavoratrici, indipendentemente dalla loro iscrizione ai sindacati confederali. Su questo a settembre siamo riuscite ad organizzare un'assemblea sotto il Comune con la partecipazione di altre lavoratrici iscritte ai sindacati confederali.
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