"Fumo"
e peggioramento per gli operai e la popolazione, "arrosto"
per i padroni... con i soldi pubblici.
Un
decreto fondato sulla sabbia, che contiene forzature e/o violazioni
di leggi fatte (dalla "Marzano", alle norme europee, alle
stesse leggi poste a tutela della proprietà privata) e che può
franare da un momento all'altro per intervento della Comunità
europea e della stessa proprietà Riva. Un decreto fatto con
lo
"scopo
è di garantire la prosecuzione dell’attività produttiva... che le
risorse aziendali siano prioritariamente destinate a tale scopo".
Altro
che risanamento, si mantiene per ora lo stabilimento per garantirne
la futura svendita a nuovi padroni!
Padroni
indiani in primis..
(segue)
......
Tutti
i posti di lavoro devono essere realmente salvaguardati; salari e
diritti non si possono toccare; durante la messa a norma degli
impianti, gli operai dei reparti interessati non devono essere
mandati a casa ma impiegati in altri reparti e nei lavori di
risanamento; la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la
vita degli operai in fabbrica; istituzione di una postazione
ispettiva permanente all'interno della fabbrica per controlli su
sicurezza e salute; in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva
non si può stare e lavorare per tanti anni ma
25 anni bastano con estensione a tutti dei benefici pensionistici, ;
la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, servono
visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, strutture sanitarie
d'emergenza.
Organizziamoci
con lo Slai cobas per costruire insieme il sindacato di classe
le
nostre deleghe sono regolarmente riconosciute e il diritto di
sciopero è garantito
costruiamo
insieme una lotta generale contro questo decreto e imporre gli
obiettivi operai
SLAI
COBAS per il sindacato di classe
All'art.
1 il
decreto, in
merito ai posti di lavoro degli operai Ilva e appalto, parla
solo di “garanzia di
adeguati
livelli occupazionali”
che
deve dare l'affittuario o l'acquirente, quindi non dà alcuna reale
garanzia sul mantenimento degli attuali posti di lavoro. Poi
“adeguati”
a che? Alle
esigenze produttive e di mercato dell'Ilva, che, in regime di
amministrazione straordinaria, e di crisi della siderurgia italiana,
europea non possono dare alcuna garanzia di salvaguardia di tutti i
posti di lavoro, né dei salari e diritti acquisiti. Anzi, nelle
dichiarazioni di Renzi, si fa esplicito riferimento al "modello
Alitalia" che
ha significato ristrutturazione con tagli dei posti di lavoro, salari
e diritti, All'Ilva questo vuol dire migliaia di esuberi. A questo va
aggiunto che quasi di soppiatto nel comma 5 di questo articolo si
parla anche di affitto
o cessione di “rami
di azienda”
- aprendo
qla strada per dividere
l'Ilva in “new company” e “bad company”, per
dare ai privati il buono che dà profitti e lasciare in un bidone
vuoto ciò che sono costi.
Sull'Aia,
il decreto all'art.
2,
impone una immodificabilità
(in meglio) delle prescrizioni Aia scrivendo
che “Il
rapporto di valutazione del danno sanitario non può unilateralmente
modificare le prescrizioni dell'Aia in corso di validità”
; ma nello stesso tempo il governo in varie dichiarazioni ha detto
che le
prescrizioni possono eccome essere riviste e ridimensionate in peggio
come
chiedono i padroni indiani.
Impunibilità
del commissario sul piano ambientale.
L'art. 2 pone questa grave questione che rasenta l'incostituzionalità
e comunque è in aperta violazione di tutte le norme sulla
responsabilità penale su questioni di sicurezza-salute. Si scrive
che si “esclude
la punibilità delle condotte poste in essere in attuazione del
piano”.
Quindi il commissario e i suoi funzionari possono fare e soprattutto
non fare o fare male e non sono responsabili né penalmente, né
amministrativamente. L'articolo
dice praticamente che l'Ilva
non è “terreno per i giudici”, che
questi e la legge devono
rimanere alle porte della fabbrica, così come le ispezioni,
controlli.
E,
in uno stabilimento come l'Ilva con tanti infortuni, morti, ammalati,
questo è né più né meno una sorta di nuova
licenza di infortunio, malattie professionali e uccidere.
Sui
tempi,
l'art. 2 dice che entro il 31 luglio 2015 devono essere realizzate
“almeno
l'80% delle prescrizioni scadenti in quella data”,
mentre sul restante 20% non detta tempi. Nonostante che proprio in
questo 20% c'è la copertura del parco minerali e gli interventi in
agglomerato cokeria altiforni, entrambi
scadenti a ottobre...si escludono, rimandandoli a tempi indefiniti,
proprio gli interventi nelle aree più a rischio salute, e
chiaramente più onerosi! Questo comporta altri malati e morti per
tumore, compresi i “famosi bambini” di cui lo sciacallo e
demagogo Renzi, parla in TV e giornali
Ma
se c'erano dubbi sulla natura di questo decreto, questi vengono
sciolti all'art.
3
dalla questione
dei fondi. In
totale per le bonifiche Renzi ha parlato di 2 miliardi di euro! Al
massimo servono per pagare le banche creditrici, gli stipendi e
assicurare la mera continuità produttiva dell'Ilva. Non ad altro!
Solo per l'attuazione dell'AIA ufficialmente dice che ci vogliono
almeno1,8 miliardi! Bondi, poi, indicò in 3 miliardi le necessità.
Per non dire che la Giudice Todisco quantificò in più di 8 mld
quanto sarebbe stato necessario per la bonifiche, non fatte, di
impianti e aree.
Venendo
nel merito. L'art. 3 indica dove reperire le risorse finanziarie.
Primo, nei famosi 1 miliardo e 200 milioni sequestrati ai Riva, ma
tuttora oggetto di ricorsi giudiziari e quindi inutilizzabili;
secondo, “in
altre contabilità aperte
(da anni)
presso la tesoreria statale”
non ben quantificate e specificate; terzo, nelle somme rinvenienti
dalla sottoscrizione con Fintecna spa di “un
atto di liquidazione dell'obbligazione del contratto di cessione
dell'Ilva”.
Vale
a dire: in realtà i soldi concretamente ancora non ci sono! Nulla
stabilisce seriamente su requisire i fondi dei Riva dei paradisi
fiscali,
L'art.
6,
su
programma
per la bonifica, ambientalizzazione
e riqualificazione dell'area di Taranto, è molto
generico! Si parla solo di “programma
di misure”
senza indicare quali; i tempi sono indefiniti ma la dizione: “medio
e lungo termine”
lascia presagire tempi lunghi e non controllabili; si usano poi tutta
una serie di termini attenuativi: ”un
adeguato
livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente”,
“mitigare
le criticità”
ma... salvaguardando
“la
competitività delle imprese”,
che
mostrano che in realtà è decisamente poco quello che si intende
fare. Per le risorse economiche, anche qui, verrebbero raccattate da
vari fondi non chiari e non quantificate.
Sul
fronte bonifiche in città,
in realtà il decreto dice poco su ciò che era già previsto ma non
ancora all'opera, in particolare ai Tamburi, Cimitero, Mar piccolo. E
invece di andare nettamente più avanti,
riparte da zero,
scrivendo che “il
commissario straordinario... è incaricato di predisporre un
programma di misure...”.
Questo porta come ad un allungamento dei tempi inaccettabile sul
fronte salute dei quartieri inquinati
Gli
altri art. 7
e 8 affrontano
la questione del Porto,
in cui si dà il via libera a"Tempa Rossa"; e della
valorizzazione della città
e dell'Arsenale, per lo sviluppo dei
beni culturali e turismo, ma qui ciò che appare certo sono i vari e
contorti passaggi burocratici, con la lungaggine delle procedure;
mentre
i fondi restano incerti.
Sull'Arsenale,
poi si va decisamente indietro. Tutte le aree occupate restano
dell'Arsenale, azzerando ogni previsione di restituzione alla città
anche di parte di queste aree. Infine
il
'centro di ricerca per i tumori infantili' è
semplicemente sparito dal decreto.
In
conclusione, un decreto che dichiara esplicitamente che lo Stato dei
padroni nazionalizza le perdite e privatizza i profitti;
QUESTA
E' L'UNICA "NAZIONALIZZAZIONE" CHE UN GOVERNO, SEMPRE AL
SERVIZIO DEL SISTEMA DEL CAPITALE, PUO' FARE!
E
i fautori
della "nazionalizzazione" sono venditori di fumo se non
mettono in discussione il capitali, lo stato e is uoi governi!
Questo
decreto Renzi conferma quello che diciamo da tempo: Ogni
soluzione fatta dai padroni e governo dei padroni per l'Ilva è un
disastro per gli operai. I
gli
operai non hanno altra strada che battersi per una difesa rigida di
posti di lavoro, salari, diritti e sicurezza-salute per sè e le
masse popolari. Bisogna lottare per la piattaforma contenuta nella
nostra proposta di Decreto operaio
Tutti
i posti di lavoro devono essere realmente salvaguardati; salari e
diritti non si possono toccare; durante la messa a norma degli
impianti, gli operai dei reparti interessati non devono essere
mandati a casa ma impiegati in altri reparti e nei lavori di
risanamento; la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la
vita degli operai in fabbrica; istituzione di una postazione
ispettiva permanente all'interno della fabbrica per controlli su
sicurezza e salute; in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva
non si può stare e lavorare per tanti anni ma
25 anni bastano con estensione a tutti dei benefici pensionistici, ;
la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, servono
visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, strutture sanitarie
d'emergenza.
Organizziamoci
con lo Slai cobas per costruire insieme il sindacato di classe
le
nostre deleghe sono regolarmente riconosciute e il diritto di
sciopero è garantito
costruiamo
insieme una lotta generale contro questo decreto e imporre gli
obiettivi operai
SLAI
COBAS per il sindacato di classe
TA.
21.1.15
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Tarantocontro -
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