giovedì 15 gennaio 2015

Ilva - nella audizione al Senato, le cifre per l'Aia sono solo parole, in concreto non c'è niente. Intanto l'Ilva non riesce a pagare neanche le materie prime e gli operai devono starsene a casa.

(da Sole 24 ore)
LA SITUAZIONE
La maggior parte del denaro, circa 1,2 miliardi, è espressamente già destinata dal decreto legge 1/2015 alla realizzazione delle prescrizioni Aia. Per le altre somme, secondo le prime interpretazioni, dovrebbe spettare al legislatore decidere la destinazione. Si tratta, nello specifico, di circa 700 milioni che «fanno capo ad Adriano Riva e hanno la stessa origine degli 1,2 miliardi già sequestrati».
In attesa dei complessivi due miliardi, per ora il dibattito verte sulla reale disponibilità degli 1,2 miliardi... Una parte, 130 milioni, sono in banca. L’altro miliardo è depositato su conti intestati a Ubs fiduciaria presso Ubs Zurigo Ag». Tecnicamente il miliardo è ancora in Svizzera, anche se è formalmente gestito dai fiduciari italiani di Ubs... La Svizzera non ha problemi a retrocedere in Italia queste somme, ma chiede determinate garanzie». Una serie di impegni che, ha rilevato il magistrato, potrebbero essere vanificati dal nuovo decreto, nella parte in cui si riformula il comma del dl 61/2013, relativo alla destinazione delle somme sequestrate, introducendo una «contabilità speciale» intestata al commissario. Greco ha sottolineato che se ci fosse una «elargizione tout court allo Stato o una confisca preventiva senza contropartita, questo potrebbe avere riflessi costituzionali e anche con la Ue» in materia di aiuti di stato...
All’audizione ha partecipato anche il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. Il magistrato ha manifestato perplessità sul comma 6 dell’articolo 2 del decreto, nella parte in cui si prevede una sorta di «non punibilità» del futuro commissario straordinario nell’esercizio delle sue funzioni...
Sull’Ilva, intanto, si abbatte un’altra tegola. Da oggi i tre altiforni in marcia nello stabilimento, il 2, il 4 e il 5, si fermano a rotazione a causa della mancanza di materie prime (minerali di ferro e fossili). Ci sarebbe una ritardata consegnata, dovuta, pare, anche a problemi economici. Coinvolte a cascata anche le colate continue delle acciaierie. Per gli Afo le fermate sono «spalmate» nell’arco di 48 ore.
L’azienda lo ha comunicato ieri pomeriggio ai sindacati presentando un piano che prevede che i 250 lavoratori coinvolti usufruiscano, a causa dell’inattività degli impianti, delle ferie forzate e dei contratti di solidarietà. Nelle acciaierie, in particolare, la colata continua 1 si fermerà alle 7 di domani e tornerà in produzione alla stessa ora del 21 gennaio. La colata continua 2 si fermerà dalle 7 di oggi e tornerà in attività alle 7 del 21 gennaio mentre la colata continua 4 sarà fermata dalle 23 del 17 gennaio per essere poi riavviata alle 7 del 21 gennaio.
Per crisi di mercato, invece, domani si ferma il Treno Nastri 1 che ripartirà alle 7 del 23 gennaio. Resta fermo anche lo slitter (è una parte del laminatoio a freddo e della finitura nastri) che ripartirà alle 7 del 19 gennaio.

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