La solidarietà pelosa dei "Liberi e pensanti" agli operai delle Ditte Ilva in lotta, travestita dalla giusta denuncia dei padroni, istituzioni e sindacalisti, è un insulto alle lotte e ai lavoratori.
Dire che gli operai che stanno lottando sono strumentalizzati, quando molti di loro da mesi non percepiscono un salario e per altrettanti di loro il posto di lavoro è a rischio, è l'ennesimo tentativo di Battista e Ranieri di cavalcare da destra e in forme ultrapopuliste, unendosi alla stampa di regime, l'humus "cittadino".
Operai che da giorni non vivono ma lottano senza i "panini dell'azienda", ma consumandosi i loro ultimi euro, per imporre il pagamento degli stipendi, sono infinitamente meglio dei Battista e Ranieri che da alcuni mesi parlano ma non sono in grado di lottare nè di ottenere alcunchè, nè per gli operai, per i quali non hanno mai lottato da quando si definiscono "Liberi e pensanti", nè per la città, dentro la quale sollevano polvere ma con scarsi risultati.
Il decreto di Renzi per l'Ilva è proprio in queste ore, a fronte della lotta degli operai dell'indotto, alla verifica dei fatti: fumo per i lavoratori e la popolazione di Taranto, arrosto per i padroni. Ed è proprio la lotta degli operai che mette a nudo questa situazione.
I padroni dell'indotto, guidati dal pres. della confindustria, Cesareo, è chiaro che hanno un'obiettivo interesse a usare pro domo loro questa lotta, ma si tratta di uno degli effetti reali del decreto che con l'amministrazione straordinaria mette in mora i crediti delle aziende, ponendone a rischio la sopravvivenza.
E' vero che i sindacalisti confederali mettono alla testa di questa lotta la
richiesta di dare soldi ai padroni, percè le aziende possano poi darli
agli operai.
Ma queste posizioni si contrastano sul campo, partecipando in
prima fila alla lotta degli operai, che non è per "dare i soldi" ma per
avere i soldi da padroni e governo.
Ma questi sono argomenti troppo seri per le scenaggiate di Ranieri e Battista, che tirano fuori la solita becera campagna antioperaia che bloccherebe la città, facendosi portavoci non si sa bene di chi, visto che non è affatto vero che le masse popolari di questa città sono contro questa lotta. Anzi, gli operai dell'appalto Ilva sono il settore più povero, più precario della classe operaia della zona industriale, e quindi sono fortemente legati alle fasce povere dei quartieri inquinati della città e delle masse dei paesi della provincia.
Così questa storia del sindaco che ha dato "le chiavi della città", si tratta di una piccola bega. Il Sindaco non fa nulla per questa città tutti i giorni in materia di lavoro e salute, ma lottare contro tutto questo sono molto raramente i "Liberi e pensanti", mentre lo fanno sempre i disoccupati, i precari degli appalti comunali, i cittadini dei quartieri, che nella maggior parte dei casi sono organizzati dallo Slai cobas, dal sindacalismo di base.
Circa l'attacco ai sindacalisti, i LP dicono cose tutte giuste, salvo, però, non contribuire per niente ad organizzare sindacalmente in forme alternative i lavoratori, lasciando quindi il pieno controllo dei sindacati confederali sui lavoratori.
E' chiaro che gli operai dell'appalto, che già stanno incidendo sulla produzione da giorni e giorni, vogliono bloccare la produzione dell'Ilva, ma questo può essere fatto realmente solo attraverso uno sciopero generale da imporre ai sindacati confederali, battaglia da cui Ranieri e Battista si sottraggono. Il sindacato di classe, che è davvero per gli operai e la
città una delle armi di risoluzione, viene visto dai "Liberi e
pensanti" come "il problema". E in questo, più che in ogni altro, che la
posizione dei "Liberi e pensanti" coincide oggettivamente con quella dei padroni.
I "Liberi e pensanti" non hanno dato alcun appoggio, se non per appropriarsene nelle conferenze stampe all'unica battaglia seria che c'era e c'è da fare, quella per un decreto operaio che affronta con precisione i problemi che realmente ci sono, ma che ha il difetto agli occhi dei LP di essere proposto e sostenuto dallo Slai cobas per il sindacato di classe.
Mettiamo infine in chiaro che il decreto operaio che rivendichiamo noi è cosa seria, rispetto alla richiesta dei "Liberi e pensanti" che puntano a svuotare la fabbrica e ad utilizzare gli operai dell'Ilva nelle bonifiche ambientali (20mila operai nelle bonifiche?), quando invece bisogna pretendere che nelle bonifiche in città siano centinaia e centinana dei disoccupati, innanzitutto dei quartieri inquinati, a dover essere occupati.
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