Ilva, procuratore Milano
su decreto: blocca rientro soldi da Svizzera
TARANTO
– Il decreto legge sull'Ilva, così come è stato approvato, rischia di
bloccare il rientro dalla Svizzera di capitali per un miliardo e 200
milioni che servirebbero per attuare le prescrizioni dell’Aia e
rimettere in piedi l’azienda. Lo ha sottolineato in audizione al Senato
il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco – titolare assieme ai
colleghi di diversi fascicoli sull'Ilva – sollecitando al Parlamento una
modifica della norma.
Il decreto, ha spiegato il magistrato, "sembrerebbe aver abrogato" il comma 11 quinques del precedente decreto 62/2013 (il primo decreto sull'Ilva, quello che stabiliva "Nuove disposizioni urgenti a tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro nell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale"), quello che consentiva appunto il trasferimento delle risorse con adeguate garanzie. "Non siamo riusciti a capire in molti – ha sottolineato Greco – perchè si fanno le leggi in questo modo, forse per un problema di gestione di potere".
L'attuale normativa crea dunque "problemi", secondo il procuratore, con le autorità svizzere... In sostanza la Svizzera chiede alle autorità italiane che quei soldi "non siano confiscati prima di una sentenza definitiva passata in giudicato... Il secondo problema sollevato da Greco riguarda invece il fatto che "una elargizione dello Stato, ovvero una confisca preventiva di questo denaro senza una contropartita", potrebbe " avere dei riflessi in termine costituzionali e anche con l’Ue" perchè potrebbe "rappresentare una sorta di aiuto di stato..."
Il decreto, ha spiegato il magistrato, "sembrerebbe aver abrogato" il comma 11 quinques del precedente decreto 62/2013 (il primo decreto sull'Ilva, quello che stabiliva "Nuove disposizioni urgenti a tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro nell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale"), quello che consentiva appunto il trasferimento delle risorse con adeguate garanzie. "Non siamo riusciti a capire in molti – ha sottolineato Greco – perchè si fanno le leggi in questo modo, forse per un problema di gestione di potere".
L'attuale normativa crea dunque "problemi", secondo il procuratore, con le autorità svizzere... In sostanza la Svizzera chiede alle autorità italiane che quei soldi "non siano confiscati prima di una sentenza definitiva passata in giudicato... Il secondo problema sollevato da Greco riguarda invece il fatto che "una elargizione dello Stato, ovvero una confisca preventiva di questo denaro senza una contropartita", potrebbe " avere dei riflessi in termine costituzionali e anche con l’Ue" perchè potrebbe "rappresentare una sorta di aiuto di stato..."
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