La "forza" della borghesia e la lotta di classe
I difensori della
“libertà” e soprattutto dell'"uguaglianza”! Questa
“uguaglianza” sbandierata ai quattro venti, incisa sui monumenti,
scritta nei tribunali, nei “patti”, nei contratti... serve alla
borghesia per difendere la propria esistenza dicendo, tra l'altro, che in questa società ognuno nascerebbe “libero e uguale”;
che questa società garantisce questa libertà e uguaglianza, che
questa società è a misura di ogni individuo che deve lavorare se
vuole migliorare la propria posizione sociale: come dicono i borghesi
questo sarebbe il migliore dei mondi possibili! E soprattutto un
mondo impossibile da cambiare!
Marx ci spiega nel
Capitale che questo concetto di uguaglianza non è una “invenzione”
maligna della borghesia studiata in qualche oscuro laboratorio... ma
è il risultato “naturale” del lungo sviluppo storico di questa
stessa società; gli esseri umani hanno prodotto con il loro lavoro
e scambiato questi prodotti riconoscendosi così uguali in
questo scambio. Questa “abitudine sociale”, questo fatto ripetuto
quotidianamente, ha acquisito nel tempo, dice Marx, “la solidità
di un pregiudizio popolare”, per cui “siamo tutti uguali” è
diventato un modo spontaneo di pensare, questa “pratica sociale”
ha formato in parte, in maniera inconsapevole, la coscienza degli
uomini. È diventato un fatto “naturale” come lo è il
linguaggio: si parla senza sapere “come” si parla, a meno che uno
non si metta a studiare, appunto,
quelle parti del corpo umano!
Questa “coscienza
spontanea” degli individui, questo fatto sociale, viene utilizzato
a proprio favore dalla borghesia che una volta impossessatasi del
potere politico con i privilegi sociali che esso comporta fa di tutto
per non perderlo e quindi rafforza con tutti i mezzi che ha a
disposizione (istruzione, mezzi di informazione, religione... insomma
con tutta la sua “cultura”) quotidianamente e instancabilmente
questo concetto di cui fa un suo forte alleato nella lotta di classe
contro il proletariato. (Gli altri “mezzi” sono gli apparati
repressivi: esercito, vari corpi di polizia e carceri! con cui la
borghesia difende il suo dominio, nonchè l'appoggio di
tutti coloro che traggono vantaggio in un modo o nell'altro
dall'esistenza di questa società e naturalmente )
Ma nonostante le belle
parole di libertà e uguaglianza e questo modo di “pensare”, il
proletariato nella sua vita quotidiana non può fare a meno di subire
e “vedere” gli effetti di questo sistema sociale.
I proletari infatti hanno
scoperto con le loro esperienze di vita quotidiana e di lotta che non
è vero che in questa società sono "liberi" (se si trovano
particolarmente male con un padrone, possono al massimo “cambiare” trovandosi un altro, sempre, padrone), non è vero che “siamo tutti uguali” (ci
sono soprattutto quelli che lavorano e quelli che vivono del lavoro
degli altri, ci sono i ricchi e i poveri, l'uguaglianza è solo
formale, apparente!) e che si vive in società e quindi non
come singoli individui isolati.
Marx dice in questo primo
capitolo del Capitale che anche quando si “scoprono” i meccanismi
che regolano questa società, anche quando se ne “prende coscienza”
non scompare l'effetto che “inganna” le menti dato che questo
appunto si riproduce quotidianamente; Il proletariato fin dalla
sua nascita si è ribellato e ha lottato per
migliorare la propria condizione. La “lotta di classe”, che
esiste da quando esistono le classi, è proseguita, si è rafforzata
e si è evoluta in questa società capitalistica.
Ma come scrive Marx: "l'esistenza delle classi è soltanto legata a determinate fasi di sviluppo storico della produzione; la lotta di classe necessariamente conduce alla dittatura del proletariato; questa dittatura stessa costituisce soltanto il passaggio alla soppressione di tutte le classi e a una società senza classi".
Il proletariato non basta che indirizzi la lotta di classe per "migliorare la propria condizione" che comunque mantiene e perpetua l'esistenza delle classi, ma per rovesciare il sistema del capitale per poter eliminare l'esistenza stessa delle classi. In questo oggi i proletari hanno un vantaggio in più rispetto al passato perché la classe operaia ha già fatto due grandi esperienze storiche, due grandi rivoluzioni sociali, che dimostrano che è possibile e sono sempre più mature le condizioni per il rovesciamento della società capitalistica.
(continua giovedì prossimo)
Ma come scrive Marx: "l'esistenza delle classi è soltanto legata a determinate fasi di sviluppo storico della produzione; la lotta di classe necessariamente conduce alla dittatura del proletariato; questa dittatura stessa costituisce soltanto il passaggio alla soppressione di tutte le classi e a una società senza classi".
Il proletariato non basta che indirizzi la lotta di classe per "migliorare la propria condizione" che comunque mantiene e perpetua l'esistenza delle classi, ma per rovesciare il sistema del capitale per poter eliminare l'esistenza stessa delle classi. In questo oggi i proletari hanno un vantaggio in più rispetto al passato perché la classe operaia ha già fatto due grandi esperienze storiche, due grandi rivoluzioni sociali, che dimostrano che è possibile e sono sempre più mature le condizioni per il rovesciamento della società capitalistica.
(continua giovedì prossimo)
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