martedì 19 maggio 2015

COMPERA, VENDITA E USO DELLA FORZA-LAVORO: L'UGUAGLIANZA FORMALE E LA DISUGUAGLIANZA SOSTANZIALE

(Da un intervento nello studio on line della Formazione operaia)

Nell’immane ricchezza di merci che caratterizza la società capitalistica vi è una merce molto speciale che esiste in quanto prodotta da specifiche condizioni storico-sociali: LA FORZA-LAVORO.
I padroni delle fabbriche, i capitalisti, sono i compratori di questa merce speciale che viene venduta nel mercato da "liberi proprietari”, gli operai, che posseggono soltanto la capacità fisica e intellettuale di lavoro. Formalmente è un contratto libero tra equivalenti quello che viene stipulato tra il compratore e il venditore, ma Marx invece comincia a svelare che le cose non stanno proprio così.

L’uguaglianza formale della stipula di un contratto di lavoro, nella realtà produttiva è invece fonte di disuguaglianza tra il  compratore della forza- lavoro (padrone) e il venditore di essa (operaio):
"Dunque, per trasformare il denaro in capitale il possessore di denaro deve trovare sul mercato delle merci il lavoratore libero; libero nel duplice senso che disponga della propria forza-lavoro come propria merce, nella sua qualità di libera persona, e che, d'altra parte, non abbia da vendere altre merci, che sia privo ed esente, libero di tutte le cose necessarie per la realizzazione della sua forza-lavoro [...]. Questo rapporto non è un rapporto risultante dalla storia naturale e neppure un rapporto sociale che sia comune a tutti i periodi della storia. Esso stesso è evidentemente il risultato d'uno svolgimento storico precedente, il prodotto di molti rivolgimenti economici, del tramonto di tutta una serie di formazioni più antiche della produzione sociale".

 
La forza- lavoro è una merce come le altre nel senso che anche in essa è insita il duplice valore (d’uso e di scambio) ma nello stesso tempo si differenzia nel suo USO E CONSUMO. Una merce come ad esempio una matita nel momento in cui è venduta sul mercato e viene comprata, attraverso il suo uso si consuma fino a quando non si può piu’ utilizzare perché si è esaurita temperandola e lì finisce il ciclo di quella merce, per così dire.

La forza- lavoro è invece una merce il cui uso non soddisfa solo l’esigenza di essere di produrre altre merci ma in questo USO genera un di PIU’ DI VALORE (eccedente la parte che serve per dare mensilmente all’operaio quei mezzi di sussistenza (materiali, istruzione…) necessari alla sua esistenza, per ritornare ogni giorno in fabbrica a lavorare, e alla sua riproduzione, per assicurare la continuità generazionale della classe produttrice. Questo di piu’ di valore è il PLUSVALORE.

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