giovedì 28 maggio 2015

Oggi ultima (forse) udienza del processo "ambiente svenduto" - l'Ilva cerca addirittura di passare per "vittima" e utilizzando anche la legge sugli ecoreati tirarsi fuori dal processo

Martedì scorso a Taranto i legali dell’azienda (Severino compresa) hanno visto i pm: niente ammissioni di colpa, la società è vittima. La Procura: proposta irricevibile. Se si va a processo, gli avvocati hanno già spiegato a Gnudi che gli converrà chiedere l’applicazione dei nuovi “ecoreati”

(dal Fatto Quotidiano di Francesco Casula e Marco Palombi)

"...per l'istanza di patteggiamento presentata solo come bozza dai commissari dell'Ilva: al momento, infatti, non c’è ancora nemmeno il via libera del ministero per lo Sviluppo economico, i magistrati dicono no. Nelle 20 pagine della bozza, ci sarebbe stato un punto irricevibile per gli inquirenti... il pool di legali infatti - oltre a una multa di tre milioni e all’ipotesi di interdizione per qualche mese - avrebbe addirittura chiesto di confiscare non i beni dell’Ilva, ma quelli di Riva Fire, la holding che controllava Ilva e nelle cui casse sono transitati i soldi che la famiglia Riva guadagnava con lo stabilimento siderurgico... Riva Fire che è sempre stata la cassaforte della famiglia. Fire, infatti, è semplicemente l’acronimo di Finanziaria Industriale Riva Emilio... 

...Nella richiesta di sequestro da 8,1 miliardi di euro (concessa dal Gip, confermata dal Riesame e poi annullata dalla Cassazione) i pm di Taranto avevano sottolineato come il legame tra le due società fosse “di fondamentale importanza”, tale che “la ‘capogruppo’ possa essere chiamata a rispondere” per i reati commessi dai vertici di Ilva Spa. Le cariche ai vertici di entrambe le società, d’altronde, erano ricoperte solo da membri della famiglia Riva: “Gli interessi finanziari di Ilva Spa sono strettamente connessi a quelli della controllante Riva Fire Spa... Insomma Ilva spa non ha ammodernato la fabbrica e non l’ha resa sicura - rendendola “causa di malattia e morte” per i tarantini, come dice il Tribunale - arricchendo invece la cassaforte di famiglia. Un risparmio di oltre 8 miliardi sulla pelle di operai e cittadini. 

Ora, però, i legali del commissario Gnudi raccontano che no, Ilva era vittima dei Riva, col disastro non ha a che fare. Forse andrebbe pure risarcita, chissà...
Tradotto: per la difesa, Ilva è stata danneggiata da Riva Fire ed è quindi da considerare vittima e non colpevole. Un punto sul quale, evidentemente, i magistrati non possono cedere...
Se venisse accolto il patteggiamento, creerebbe una sorta di paradosso: un maxiprocesso all’Ilva, ma senza l’Ilva..." 

Ma ci sarebbe ora un cambio di strategia. "...giovedì scorso tra il ministro Federica Guidi, Paola Severino e i commissari Gnudi e Corrado Carrubba, si sarebbe deciso di rinunciare alla proposta di patteggiamento e di puntare - nel caso si dovesse andare al processo vero e proprio - sull’effetto che la nuova legge sugli ecoreati, ritenuta più “favorevole” agli imputati..."

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