Dopo l'incontro sul bilancio del lavoro presentato il 22 maggio dai nuovi Direttori dell'Ilva, i commenti sono tutti di sostegno alle linee del piano.
«Diamo credito a questo piano e alla volontà di realizzarlo e ora attendiamo i fatti. Le voci, anche di questi giorni, tese a ingigantire le difficoltà vanno respinte al mittente» commenta Cosimo Panarelli della Fim Cisl, parlando a proposito della newco di "conseguente scelte di risorse umane adeguate (?) - quindi se per renderle "adeguate" bisogna tagliare, la Fim Cisl accetterà i tagli?. «E' stato un incontro positivo. Auspichiamo che la nuova Ilva si trasformi in un’azienda normale» dice Mauro Faticanti della Fiom Cgil, che apprezza il "radicale processo di cambiamento culturale che sottende a questa operazione". Mentre Rocco Palombella della Uil afferma: «Crediamo nell’efficacia del piano e lo sosteniamo, perchè può contare su risorse e mezzi efficaci messi a disposizione del governo ederivanti anche dai proventi sequestrati alla precedente proprietà» - Quali proventi già a disposizione?
Infine, Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, facendo una giravolta di 360° rispetto alle dichiarazioni fatte qualche ora prima nell'asemblea nazionale della Federacciaio (vedi altro articolo in questo blog) fa un’apertura al governo:
«Mi rammarico del fatto - dice che il tema Ilva abbia fatto passare un pò in
secondo piano l’apprezzamento del nostro comparto per le
molte iniziative positive intraprese dal governo Renzi in materia
economica, fiscale e istituzionale».
I nuovi direttori parlano di "nuovo corso": a fine anno - hanno detto - "l’Ilva conta di tagliare le perdite del 20-30% per poi non averne nel 2016 o chiudere anche in utile. Per il 2017, invece, l’Ilva stima 100 milioni di utile, e 300 l’anno successivo. La produzione dovrebbe rivedere nel 2018 i numeri prebufera giudiziaria (nel 2013 si è passati a 6,7 milioni di tonnellate dagli 8,2 del2012)... Si parla di arrivare a 9 mln di tonnellate annue. Tra fine luglio e primi di agosto ripartiranno l’acciaieria 1 e l’altoforno 1, su cui sono al lavoro 500 persone. A luglio si partirà col rifacimento dell’altoforno 5 , fermato a marzo per l’adeguamento alle prescrizioni Aia: 12 mesi di lavori e 800 unità impegnate nel cantiere...
Per la solidarietà si prevede un picco di 4mila utilizzazioni tra maggio e luglio per poi ridursi col riavvio di alcuni impianti.
Infine la newco nascerà in autunno, probabilmente ad ottobre, e utilizzerà il fondo di turnaround varato nei giorni scorsi dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, e vedrà una partecipazione finanziaria dei privati che l’Ilva stima dai 300 ai 500 milioni"
Ma per capire meglio che quando si parla di fondi non è previsto il loro uso per risanamento effettivo e difesa dei posti di lavoro, basta leggere le cifre dichiarate dal presidente Gozzi delle Federacciaio:
"Sono necessari 3-400 milioni di investimenti sugli impianti. Per far ripartire l'altoforno 5 servono altri 250-300 milioni e per finanziare il circolante per la produzione serve un altro 1-1,5 miliardo"
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