sabato 16 maggio 2015

DOLORE E SCONCERTO PER LA MORTE DI ALFONSO FRASSANITO PADRE DI CARMELA

Stamane abbiamo appreso con sconcerto e dolore della morte di Alfonso Frassanito il padre di Carmela, la ragazzina di 13 anni che nel 2007 si suicidò, in seguito agli stupri subiti da 5 uomini, rinchiusa in una casa famiglia, non creduta, trattata come una pazza, imbottita di psicofarmaci

VIOLENTATA DAGLI UOMINI E UCCISA DALLO STATO.

Con queste parole noi donne del movimento femminista proletario rivoluzionario siamo state al fianco del padre di Carmela per 7 lunghi anni presenti ad ogni udienza
sostenendolo nella dura lotta per avere giustizia per Carmela: piccola donna che ha dovuto provare sulla sua pelle cosa vuol dire essere donna in una società maschilista sessista e fascista, colpevolizzata per ciò che aveva subito trattata alla stregua di una prostituta.

ALFONSO FRASSANITO si è battuto con forza e con coraggio in tutti questi anni perchè la vita e la morte di Carmela servissero a tante ragazze, bambine come lei, aveva per questo fondato a Napoli l'associazione "iosò carmela".
Alfonso si è battuto dal 2007 fino a pochi mesi fa contro l’ipocrisia e contro coloro che voleva trasformare i processi in accuse, offese verso Carmela e lo stesso padre. VERGOGNATEVI! Diceva Alfonso.
E per questa giustissima parola aveva subito denunce e, se non fosse morto, mercoledì prossimo doveva presentarsi al Tribunale perchè accusato, lui, insieme ad una compagna del Mfpr di aver detto questa verità ad uno degli avvocati di uno stupratore, l'avv. Besio, il quale asseriva che il suo assistito si sentiva "minacciato" dai presidi del Mfpr e nelle penultima udienza aveva chiesto che un nostro volantino fosse messo agli atti del processo. In quella occasione il padre di Carmela gli disse che si "doveva vergognare".

Alfonso Frassanito, era un uomo provato dalle estenuanti lotte e dal dolore delle ingiustizie che doveva sopportare, diceva che ogni udienza  era come un coltello nella piaga che si girava ogni volta. La morte del padre di Carmela certamente è legata a filo doppio a tutto questo, a queste sofferenze, al dolore della figlia stuprata e “uccisa”, alle vessazioni di processo infiniti, alle “pugnalate” di sentenze vergognose che, come la prima verso tre minorenni, si era conclusa con il “perdono” verso gli stupratori, alle bugie e infamie che doveva sentire nelle aule del Tribunale; ma anche al silenzio in questa città che ha accompagnato questa grave violenza – come diceva Alfonso: solo le compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario sono sempre presenti, con presidi, iniziative, denunce, ecc. 
Anche questa morte deve essere pagata cara.

Concludiamo con alcune sue frasi prese dal suo libro "Io sò Carmela", in cui racconta tutta la vita della figlia:
"Non voglio che mia figlia sia ricordata come una vittima. Spero possa diventare il simbolo della ribellione contro questi abusi indegni, di una umanità che si definisce civile e rispettosa dei diritti della persona".
                  
Le compagne dell mfpr mercoledi 20 Maggio alle 9.00 saranno sotto il tribunale di via Marche per un saluto ad uomo coraggioso. 

Le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario TARANTO

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