sabato 30 maggio 2015

I veri motivi per cui ieri come oggi gli avvocati dei Riva propongono il trasferimento del processo da Taranto

Pubblichiamo la presentazione del Dossier del circolo proletari comunisti di Taranto, uscito a settembre 2014, in cui è analizzata punto per punto la precedente istanza di trasferimento del processo Ilva fatta dai legali dei Riva (respinta poi dalla Cassazione). 
Ora, nell'udienza del 28 maggio, l'avv. di Nicola Riva ha riproposto questa richiesta. 
Con le dovute "differenze professionali", anche questa istanza dell'Avv. Annicchiarico, utilizza strumentalmente denunce, sofferenze, preoccupazioni dei lavoratori e abitanti di Taranto, prendendo di mira in particolare le motivazioni delle parti civili presentate dallo Slai cobas per il sindacato di classe di operai Ilva, lavoratori cimiteriali, cittadini dei Tamburi... 
Bene. Quando inizierà il processo dibattimentale saremo pronti allo scontro!


DAL DOSSIER: 
Sull’istanza di trasferimento da Taranto del processo Ilva

"...Lo scopo di questa istanza è chiaramente e bassamente quello di fare un processo in altra città e in un altro clima per svolgerlo in modo più coperto, per manipolarlo più facilmente, per farne realmente un processo-farsa in cui i Riva e i loro complici politici e istituzionali ne escano bene.
Ma per supportare questo basso interesse, gli avvocati padronali hanno molto lavorato e si sono spesi, scrivendo ben 168 pagine. Non hanno utilizzato soprattutto norme e codicilli, hanno, invece, utilizzato tutte le argomentazioni sociali, hanno usato pro domo loro ogni manifestazione di protesta, di denuncia, di preoccupazione, hanno affrontato vari lati, compreso quello psicologico, per evidenziare il clima esistente in città dal 2012; hanno fatto una cronistoria di quanto è successo a Taranto in questi due anni.
Hanno in questo, fatto man bassa, volgendole a vantaggio proprio e a giustificazione della "legittimità" della loro richiesta di trasferimento, delle stesse argomentazioni di denuncia sull'Ilva. sull'attacco all'ambiente, alla salute della popolazione di Taranto, fatte da varie forze in città.
Si può dire che il Capitale sa analizzare sè stesso e la società meglio di chiunque altro che si limiti alla sola denuncia.
Per questo noi diciamo da tempo: questo processo a Riva e complici è un processo politico, deve essere un processo politico, al sistema padronale, alla legge del capitale che sempre realizza i profitti sullo sfruttamento, e lì dove è necessario sull'uso a suo esclusivo vantaggio dell'ambiente, sullo spazzare via ogni diritto sia in termini di condizioni di lavoro sia di salute e sicurezza che diventi ostacolo alla sua esclusiva voracità; deve essere un processo al sistema politico, istituzionale che nella società borghese è per sua costituzione e programma generale al servizio del capitale, e di cui Taranto è un esempio chiaro.
Nel processo lo scontro con i Riva e i suoi complici istituzionali non deve essere a colpi di leggi, codicilli, di più o meno abilità tecnico-legali, nè lo dobbiamo delegare ai magistrati di cui non ci fidiamo, ma deve emergere lo scontro vero, la guerra di classe in corso.
Ed è il sentore della possibilità di questo vero scontro che è alla base dell'istanza di trasferimento e che noi non vogliamo affatto offuscare".

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