Piu' in generale, la Guidi ha avvertito che per far ripartire Ilva "servono buone soluzioni ma anche tempo per metterle in campo": "Stiamo cercando di ricostruire, con pazienza e determinazione, le condizioni che consentono ad Ilva di operare", ha sottolineato. Tra le altre azioni su cui si sta lavorando, il ministro ha ricordato l'istituzione di una riserva di 35 milioni del Fondo centrale di garanzia per sostenere l'accesso al credito delle pmi fornitrici di beni o servizi connessi al risanamento ambientale, il riavvio dei rapporti con oltre 50 fornitori, la pianificazione delle attivita' di riavvio dell'altoforno 1 e di rifacimento dell'altoforno 5, il riavvio di tutti i cantieri.
Il ministro ha fatto il punto sull'Ilva inserendo il ragionamento nello scenario generale del mercato siderurgico, in forte difficolta': "Dal 2006 a oggi - ha sottolineato - la produzione di acciaio nel nostro Paese si e' ridotta di 7 milioni di tonnellate (-25%) e il consumo interno di acciaio si e' contratto di circa 11 milioni di tonnellate. Cio' ha fatto emergere una sovracapacita' produttiva teorica di circa 15 milioni di tonnellate". Inoltre "la redditivita' della gestione industriale si e' ridotta di circa l'80% rispetto al periodo pre-crisi" ma "l'occupazione ha subito un calo di 3.500 unita', cioe' solo del 9%, grazie alla rete di protezione degli ammortizzatori sociali". Malgrado tutto, ha avvertito, "la siderurgia italiana continua ad occupare il secondo posto in Europa".
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