giovedì 22 giugno 2017

Dalla protesta alla lotta organizzata dei migranti dell'ex Centro Galeso insieme allo Slai Cobas. Oggi delegazione in Prefettura

Una delegazione dello Slai cobas con alcuni migranti del Centro di S.Maria al Galeso è stata oggi ricevuta dalla Dott.ssa Pricolo della Prefettura, dopo la chiusura del Centro, avvenuta ieri e la redistrubuzione di circa 160 migranti in 3 nuove strutture.

La funzionaria ha informato la delegazione circa la chiusura del Centro della Indaco, che sarebbe avvenuta non per le ripetute violazioni della convenzione di accoglienza, da noi già denunciate e clamorosamente confermate da un'inchiesta giornalistica ben documentata di cui già abbiamo riferito ieri, ma solo per il "mancato rispetto delle norme sull'igiene" accertato da una squadra ispettiva della ASL.
Ma come è stato possibile - abbiamo chiesto - che sia stata stipulata una convenzione con personaggi notoriamente "oscuri"? Come è stato possibile che questi stessi personaggi abbiano indisturbatamente gestito per mesi quel centro di accoglienza non solo violando gli standard di dignità per quanto riguarda cibo, igiene, energia elettrica e acqua calda e potabile ma addirittura senza adempiere neppure i più elementari obblighi di assistenza legale per il rilascio dei permessi di soggiorno e l'avvio delle pratiche per la richiesta di asilo?
Sconcertante la risposta che abbiamo ricevuto: "la Prefettura ha effettuato tutte le verifiche disposte dalla legge prima e dopo la stipula della convenzione".
Ma quali verifiche?

La verità è che solo la giusta rivolta dei migranti ha portato alla luce la situazione intollerabile creata dalla Indaco. Solo la lotta ha imposto la chiusura di quel Centro. Fosse stato per le istituzioni e le loro "verifiche", Micelli e compari continuererebbero tranquillamente a spartirsi allegramete i pagamenti ricevuti.

La delegazione ha poi sollevato due problemi relativi alla situazione nei nuovi Centri in cui i migranti sono stati portati.
Pimo, abbiamo chiesto conferma se l'associazione Senis che gestisce il centro situato all'ex Hotel Terminal Jonio faccia capo in realtà a Messinese, già titolare del bar che forniva alla Indaco, senza peraltro avere le autorizzazioni per farlo, i pasti contaminati che hanno innescato la rivolta. Se questo fosse vero, saremmo di fronte al grave fatto che la prefettura 'cambia per non cambiare niente', e che la gestione esplicitamente malavitosa dell'accoglienza dei migranti continuerebbe.
Secondo, abbiamo riferito la denuncia dei migranti trasferiti al Centro di Via Metaponto, gestito dalla Ass. "Costruiamo Insieme", dove ora vi sono quasi 30 persone e ci sono solo due bagni.
Sempre dello stesso tenore la risposta: "prendiano nota delle vostre osservazioni e faremo le verifiche del caso...".

L'incontro si è concluso con la consegna di due lettere dello slaicobas, una che riporta le rivelazioni sui traffici di Micelli e soci, l'altra che ribadisce le richieste dei migranti per quanto riguarda, rilascio dei documenti, iter della richiesta asilo, assistenza sanitaria, idoneità delle strutture, qualità del cibo, ecc.

Se la rivolta dei migranti ha ottenuto un primo importate risultato con la chiusura del Centro della Indaco, solo la continuazione della lotta potrà ottenere che nei nuovi centri i diritti dei migranti siano rispettati e il malaffare delle associazioni che speculano sulla loro pelle sia fermato.
Per questo continueremo a mobilitarci e organizzarci. Una nuova riunione dei migranti autorganizzati è stata fossata per martedì prossimo.

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