venerdì 23 giugno 2017

Domenica continuiamo e rafforziamo l'astensionismo della "civiltà" dei proletari e delle masse che non piegano la testa

Dalla valutazione fatta dopo il primo turno di votazione a Taranto:

"Il primo "partito" a Taranto è stato l'astensionismo. E sia chiaro per tutti, questo astensionismo - che ora tanti esponenti delle liste o cercano di nascondere, di esorcizzare o cercano, arrampicandosi sugli specchi, di darne una versione qualunquista - è prima di tutto un astensionismo operaio, di classe, un astensionismo popolare di protesta cosciente da parte delle masse popolari di Taranto.
E' la maggioranza degli operai dell'Ilva che si è astenuta. Perchè dovevano votare, quando i candidati sindaci o non dicevano nulla sul loro futuro (hanno biascicato qualcosa sull'Ilva proprio quando non potevano farne a meno, quando le pagine dei quotidiani erano pieni del decreto di svendita), o propugnavano la chiusura dell'Ilva con alternative superficiali quanto impossibili, che celano bellamente che tutto in questo sistema capitalista, dal turismo, all'agricoltura, alla pesca, sono pregne della logica del profitto e dello sfruttamento della natura che distrugge e inquina ogni cosa.

Eppure a Taranto, fenomeno unico a livello nazionale, vi erano 37 liste, più di 1100 candidati, quasi ogni famiglia aveva un candidato, o amico del candidato; quale maggiore dimostrazione di "qualunquismo", di voto clientelare, c'è stato?! Altro che "democrazia", come spacciano alcuni, è stata la vetrina della falsa democrazia, in cui un altro poco ognuno si faceva la "sua lista"...  Quindi era facile proprio il voto qualunquista o clientelare.
A maggior ragione l'astensionismo a Taranto è stato invece proprio un prendere le distanze, un rifiuto di questo andazzo. Si può ben dire che buona parte di chi è andato a votare ha dato un voto qualunquista o inutile (che c'era di più qualunquista di candidati sindaci, come un Brandimarte, un Lessa, uno sconosciuto Romandini, ecc. che non hanno detto nulla) ; mentre è chi non è andato o ha annullato la scheda ha fatto un'azione cosciente e utile, lungo la strada che afferma che per cambiare, per imporre gli interessi dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, delle donne, occorre l'organizzazione della lotta non il voto.

Quindi l'astensione è stata una partecipazione di emancipazione dal "perverso gioco elettorale", dal voto clientelare; un'espressione di civiltà. Da questo punto di vista, l'unico serio, le elezioni sono andate bene e andranno ancora meglio. Altro che Taranto macchia nera a livello nazionale, noi dobbiamo essere orgogliosi.

Anche chi è onesto mentalmente, questo non lo riesce di capire - vedi anche i giornali nazionali che o cercano di parlare pochissimo di Taranto, o ne parlano dalla finestra. Non capiscono i lavoratori e le masse popolari di Taranto, danno una versione folkloristica di Taranto, o ultraparziale, o da "luoghi comuni", fatti di inchieste e "analisi" banali; il "fuoco sotto la cenere" non lo vedono e non lo vogliono vedere...
Ma questa astensione dal voto è potuta essere in generale una protesta cosciente perchè ha avuto la sua "organizzazione", il suo riferimento. Proletari comunisti, Slai cobas per il sindacato di classe, le donne del Mfpr hanno chiamato al "boicottaggio" e al non voto. Hanno portato le ragioni altamente politiche, di reale democrazia, di classe del non votare in queste elezioni dovunque, ma soprattutto all'Ilva e nelle realtà di lavoratori in lotta, delle masse popolari dei quartieri inquinati.
E questo dà la garanzia e il futuro prossimo che quell'astensione si trasformi sempre più in lotta, in organizzazione per la lotta sindacale, sociale, politica..."

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