Brindisi- Caporalato, 4 arresti. Donne sfruttate nei campi: “Alle fimmene pizza e mazzate ci vogliono”
Tutto sarebbe partito dalla denuncia del 2015 da parte di una delle 15 lavoratrici che, da quanto dichiarato, sarebbe stata picchiata da due caporali dopo aver preteso il giusto pagamento di quanto le era dovuto. In alcune registrazioni riportate nell’ordinanza cautelare si sentirebbe parlare delle lavoratrici in questi termini: “Alle femmine pizza e mazzate ci vogliono, altrimenti non imparano”. Tradotto: sesso e botte per far comprendere la propria legge medievale. E ancora: “Femmine, mule e capre, tutte con la stessa testa”.
Le donne, almeno 15 (tutte italiane tranne due straniere) venivano prelevate da Villa Castelli (Brindisi) e da altri comuni del Brindisino e del Tarantino per essere condotte nel Barese. Partivano all’alba, accalcate anche in dieci all’interno di pulmini da 7 posti. Pagate poco e costrette anche a ‘girare’ quotidianamente somme di denaro ai presunti caporali Michelangelo Veccari, sua moglie Valentina Filomeno, Grazia Ricci e Maria Rosa Putzu. Avrebbero lavorato per più di otto ore al giorno, a fronte delle sei ore e mezzo previste dal contratto, e sarebbero stati scalati dalla paga anche 8 euro per il trasporto. Invece della paga prevista di 55 euro giornaliere, percepivano 38 euro.
Determinanti si sono rivelate, nell'inchiesta, le intercettazioni ambientali. In un caso una donna sarebbe stata invitata a interrompere i rapporti con l'agenzia interinale a cui si era rivolta per trattare unicamente con i presunti caporali. "Con l'agenzia lavori un mese e con noi lavori sei mesi, otto mesi - le dice un caporale...
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