giovedì 1 giugno 2017

GIOVEDI' ROSSI - GRAMSCI E I CONSIGLI DI FABBRICA - 2° parte

In questo testo, riprendiamo alcuni stralci dagli scritti di Gramsci, con commento, su:
- i consigli di fabbrica come embrione dei soviet, scuola del "potere operaio";
- il ruolo dei comunisti nel movimento sindacale.
Occupazione delle fabbriche nel 1920
Il Sindacato e i Consigli di fabbrica
Gramsci: “I rapporti che devono intercorrere tra sindacato e consiglio di fabbrica devono essere considerati dal giudizio che si dà sulla natura e il valore della legalità industriale.
Il consiglio è la negazione della legalità tende ad annientarla in ogni istante, tende incessantemente a condurre la classe operaia alla conquista del potere...
Il sindacato è un elemento della legalità... è responsabile verso gli industriali ma in quanto è responsabile verso i suoi organizzati: esso garantisce la continuità del lavoro e del salario...
Il consiglio vorrebbe uscire in ogni momento dalla legalità industriale, il consiglio è la massa sfruttata e tiranneggiata, costretta al lavoro servile, e perciò tende ad universalizzare ogni ribellione...
Il sindacato come ufficio responsabile in solido della legalità, tende a universalizzare e perpetuare la legalità...
Se la concezione che fa del consiglio un mero .strumento di lotta sindacale si materializza in disciplina formale e in facoltà di controllo diretto del sindacato sul consiglio, il consiglio si insterilisce come espansione rivoluzionaria...
Poìchè il consiglio è una necessità storica della classe operaia il tentativo di subordinarlo gerarchicamente al sindacato determinerebbe prima o poi un cozzo fra le due istituzioni..

Gramsci concepisce il sindacato - come un'organizzazione con una grande massa di iscritti e una stabile direzione, formata dagli elementi attivi, che proclama le lotte e gestisce la mediazione locale o nazionale con gli imprenditori. E concepisce il Consiglio di fabbrica come un organismo a cui partecipano tutti gli operai per ogni decisione da adottare, e che quindi misura il polso delle masse e prepara la ribellione e la lotta politica e per il potere al momento giusto, mentre quotidianamente appoggia l'azione sindacale e sviluppa la crescita politica degli operai.
Quindi li vede come due organismi distinti: il Consiglio come supremo organo della fabbrica; il sindacato come apparato esterno che riunisce i dirigenti sindacali di ogni fabbrica e che disciplina
l'ampia mobilitazione unitaria dei lavoratori in tutto il paese.

Il partito e il sindacato
I comunisti vogliono che la lotta rivoluzionaria sia frutto di un movimento cosciente, vogliono che le larghe masse provino per propria esperienza pratica, attraverso lo sviluppo conseguente delle
lotte di massa, la necessità della lotta rivoluzionaria.
I comunisti costituendosi in gruppi organizzati permanentemente nel sindacato e nel consiglio di fabbrica devono trasportare nel sindacato e nella fabbrica la concezione, le tesi, la tattica comunista; devono influenzare la disciplina sindacale, determinare í fini; devono influenzare la deliberazione dei consigli di fabbrica e far diventare creazione e coscienza rivoluzionaria gli impulsi alla ribellione che scaturiscono dalla situazione che il capitalismo crea alla classe operaia”.
(Antonio Gramsci).

Solo l'azione organizzata e cosciente dei comunisti può garantire l'influenza reciproca positiva fra sindacato e Consiglio, e sviluppare le caratteristiche diverse e autonome di ognuno degli istituti.
I comunisti sono la forza rivoluzionaria consegue, il reparto avanzato della classe operaia.
I comunisti conoscono le leggi del movimento e il fine che esso si deve porre, per questo non credono nella spontaneità come il fattore risolutivo, bensì ritengono che l'organizzazione sia l'elemento decisivo, che permette la mobilitazione cosciente e unitaria delle masse.
La tattica dei comunisti consiste nel far uso di ogni forma organizzata delle masse per consolidarle
determinandone il loro orientamento in senso rivoluzionario.
Questa tattica comunista si esprime nella teoria della cinghia di trasmissione, secondo cui le organizzazioni di massa del partito devono realizzare la penetrazione dell'orientamento comunista
nelle lotte di massa e devono realizzare scuole di comunismo fra gli elementi attivi che vengono organizzati.
Questa funzione assegnata dal partito alle sue organizzazioni di massa non è affatto in contrasto con la spontaneità delle masse, non la reprime ma anzi la esalta, in quanto organizza e fa proprie tutte le forze prodotte dalla spontaneità, le rende stabili e le fa diventare, patrimonio consolidato per il movimento.

Le organizzazioni di massa del partito sono le forme di presenza organizzata dell'ala rivoluzionaria in seno alle organizzazioni delle masse storicamente determinate e spesso preesistenti
al partito.
Il sindacato in Europa è preesistente al partito comunista, e i comunisti creano la loro corrente nel sindacato per battersi contro le forze organizzate del sindacalismo borghese.
L'azione di orientamento che i comunisti svolgono nel sindacato non è e non può essere un prodotto di pacifica propaganda e presa dì posizione, è una precisa lotta organizzata che si lega alla spinta di base e consolida la tendenza di classe attraverso un'accorta e inflessibile lotta contro le forze organizzate del capitalismo e del governo borghese
penetrate nel movimento sindacale.
Con questa azione i comunisti si battono per l'unità sindacale e per la disciplina organizzata, contro la tendenza interclassista, e che sempre ha lo scopo di reprimere le forze avanzate del movimento e di dividere ìl fronte sindacale.
Il lavoro sindacale dei comunisti poggia sulla individuazione della contraddizione nel movimento sindacale non fra base e vertice, bensì fra linea di politica sindacale borghese e linea sindacale di classe. Bisogna eliminare le diverse tendenze politiche e il loro riflesso
nel sindacato, bisogna battere prima di tutto la forza organizzata nel sindacato che è la più asservita al capitalismo e al suo 'governo; bisogna stabilire una tattica di fronte unito con tutte le forze anticapitaliste presenti nel sindacato, puntare su questa unità per rafforzare il sindacalismo di classe e per rendere sempre più omogeneo e unitario il movimento sindacale.

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