Si è tenuto l'incontro tra task force regionale e Slai cobas sc Taranto alle 16.30 del 8 ottobre - presenti la RSA Cemitaly e il coord provinciale slai cobas.
Si è trattato di un incontro separato a fronte della indecente pretesa delle OOSS confederali di mantenere il monopolio della rappresentanza e della trattativa in sede regionale, aziendale e MISE.
Nel caso di Taranto questa pretesa è inoltre illegittima dato che non c'è più la rsu e i sindacati confederali non vogliono andare alla rielezione di essa, certi come sono della futura affermazione dello Slai cobas tra i lavoratori
Nell'incontro la task force ha comunicato tre cose:
1- la revoca dei licenziamenti da parte della Cemitaly
2- la richiesta di accesso a una nuova cassaintegrazione per crisi in area complessa per il prossimo anno - che il Mise potrà deliberare in un prossimo incontro - l'attuale cassa integrazione scade il 22-12-2018
3 - la notizia che Cemitaly presenterà il suo piano industriale a fine mese
Lo slai cobas sc ha espresso la sua valutazione positiva dei tre fatti, ribadendo però:
1 - non vogliamo revoche tecniche - non essere licenziati significa lavorare e non stare in cassa integrazione a vita
2- la nuova cassa integrazione è una pura tutela del reddito senza che essa sia funzionalizzata a un effettivo ritorno al lavoro - purtroppo le precedenti cigs non lo sono state; pretendiamo quindi
che in questa nuova cigs sia indicata la sua fine anche prima della sua scadenza naturale a dicembre 2019
3- vogliamo che il piano industriale di Cemitaly contenga un piano per lo stabilimento di Taranto che sia di ripresa del lavoro per tutti e questo non può essere assicurato dalla sola macinazione.
Nel proseguio della discussione lo Slai cobas ha posto 3 ulteriori questioni:
- a nostro giudizio con la assegnazione dell'Ilva alla Arcelor mittal ci sono tutte le condizioni perchè si ristabiliscano le forniture di loppa alla Cemitaly e una piena ripresa produttiva dello stabilimento
che comporta il richiamo al lavoro di tutti gli operai attualmente Cemitaly
- circa gli eventuali corsi di riqualificazione della Regione durante il periodo di Cigs richiediamo che essi siano di almeno 210 ore - dato che solo così sono seri e offrono una integrazione al reddito
- vogliamo che essi siano concentrati nella qualificazione funzionale alla bonifica del sito Cemitaly
dato che questa è una esigenza urgente e reale dell'area e della città - sia se esso abbia una piena ripresa produttiva e ancor più se invece si va alla dismissione o a un impianto che per la sola macinazione che non ha certo bisogno di tutti gli attuali lavoratori.
Quello che non va assolutamente bene è che ci si trovi davanti a un niente lavoro, niente bonifica
con danno per i lavoratori e la città.
Lo Slai cobas sc ha fissato per il 15 gennaio - se tutti gli altri passaggi avranno luogo - la dichiarazione dello stato di agitazione - l'avvio della procedura per la rielezione delle RSU,
indispensabili per una vera rappresentanza democratica del sito Cemitaly di Taranto - nuovi incontri con l'azienda sia a Taranto che alla sede nazionale di Bergamo sul piano industriale - nuovo incontro in Regione, per approfondire la questione corsi secondo l'impostazione posta in questa occasione
RSA Cementir
slai cobas per il sindacato di classe taranto
slaicobas@gmail.com
347-1102638
TA 10-11-2018
Notizie tratte dalla stampa - Corriere di Taranto
E’ stata sospesa la procedura di licenziamento collettivo per i 67 lavoratori della Cemitaly di Taranto (ex Cementir), per cessazione totale dell’attività del sito industriale (di
cui 57 lavoratori appartenenti alla categoria intermedi e operai e 10
alla categoria impiegati e quadri, corrispondenti
all’intero organico aziendale). Con la possibilità che nei prossimi giorni venga firmato in sede ministeriale l’accordo per il rinnovo della Cigs per altri 12 mesi.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2018/10/23/cemitaly-tavolo-a-roma-la-cigs-unica-soluzione/)
L’accordo tra azienda, sindacati e Regione Puglia, è stato sottoscritto quest’oggi a Bari, durante la riunione svoltasi nella sede dell’assessorato al Lavoro dell’ente regionale, presieduta dal presidente del Comitato regionale di monitoraggio del Sistema Economico Produttivo e delle Aree di Crisi (SEPAC) Leo Caroli. All’incontro hanno preso parte anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Cosimo Borracino, il dirigente e il funzionario dell’Area di Crisi industriale della Regione, i rappresentanti di Confindustria Taranto, i segretari di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Taranto.
La Cemitaly Spa presenterà istanza per chiedere il rinnovo per altri 12 mesi sino al 22/12/2019, dell’integrazione salariale per i 66 lavoratori dell’ex Cementir di Taranto, purchè vi sia il sostegno della Regione Puglia, anche di natura economica, al fine di completare il piano di recupero occupazionale. Inoltre la società si è detta favorevole alla possibilità, una volta ripresa l’attività produttiva, compatibilmente con le attività organizzative del sito, di attuare una rotazione su alcune posizioni professionali e di anticipare il trattamento di integrazione salariale alle normali scadenze di paga.
D’altronde la Regione Puglia, durante l’ultima riunione a Roma lo scorso 23 ottobre, ipotizzò come realizzabile la possibilità di estendere per altri 12 mesi la CIGS per aree di crisi industriale complessa a partire dal 22 dicembre 2018, a fronte di una verifica, ancora da compiersi, sulla disponibiltà delle risorse economiche stanziate e previa stipula del verbale di accordo propedeutivo all’attivazione delle politiche attive del lavoro.
(leggi il nostro articolo dello scorso 15 ottobre https://www.corriereditaranto.it/2018/10/15/cemitaly-avvia-licenziamento-collettivo-a-rischio-lavoro-e-bonifiche/)
A sostegno dell’intervento di intergrazione salariale, Cemitaly Spa, organizzazioni sindacali e Regione Puglia, si sono dette d’accordo nel realizzare un percorso di politiche attive del lavoro, che vada a completare il piano di recupero occupazionale concordato per gli anni 2017 e 2018, finalizzato alla rioccupazione di tutti quei lavoratori che si ritroveranno in esubero al termine del periodo di integrazione salariale. Questo percorso prevede un progetto di interventi formativi di 80 ore a lavoratore, che serva ad implementare la sua formazione ed un miglioramento delle competenze, che sarà predisposto dall’azienda e sarà concordato con Regione Puglia e organizzazioni sindacali. Inoltre, il percorso prevede la presa in carico dei lavoratori da parte dei Centri per l’Impiego per i servizi di orientamento specialistico, ed infine la possibilità per ogni lavoratore di usufruire dell’incentivo all’esodo come già avvenuto negli ultimi due anni.
Pertanto, azienda, sindacati e Regione, con l’accordo odierno hanno di fatto espletato tutte le operazioni previste dalla legge per richiedere l’integrazione salariale per i prossimi 12 mesi, rientrando il sito nell’area di crisi industriale complessa di Taranto. Nei prossimi giorni Cemitaly invierà al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dello Sviluppo economico, tutto l’incartamento necessario per l’avvio della procedura del rinnovo degli ammortizzatori sociali, con l’impegno, da parte di tutte le parti interessate, a sottoscrivere l’accordo in sede ministeriale entro il prossimo 21 dicembre 2018, oltre all’impegno di monitorare con cadenza trimestrale l’andamento dei percorsi di formazione dei lavoratori. Piano che è stato presentato oggi dall’azienda che riguarda tutti i lavoratori che beneficieranno degli ammortizzatori sociali, e i cui dettagli saranno poi illustrati in sede ministeriale.
Una volta ottenuto l’ok per il rinnovo della Cassa Intergrazione Straordinaria per siti in aree di crisi industriale complessa, l’azienda ritirerà la procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso 10 ottobre.
(leggi il nostro articolo dello scorso 15 settembre https://www.corriereditaranto.it/2018/09/15/22cemitaly-il-futuro-e-unincognita-assoluta/)
E’ però necessario l’attuale esecutivo rinnovi i fondi per gli ammortizzatori sociali della aree di crisi industriale complessa. Di cui usufruiscono anche molti lavoratori delle aziende dell’indotto Ilva, come ad esempio alcune che sono impegnate nel cantiere dei lavori per la copertura dei parchi minerali. Che si ritroveranno senza copertura degli ammortizzatori sociali, qualora il governo non rinnovi anche per il 2019 i suddetti fondi.
Sottolineamo ancora una volta che da futuro industriale del sito ex Cementi e dei suoi 66 lavoratori, dipenda anche il completamnto della bonifica del sito e della calata IV del porto di Taranto. E’ quindi auspicabile che, seppur con un ritado inspiegabile, i parlamentari e sentatori ionici del Movimento 5 Stelle, ad oggi silenti sulla vertenza, a differenza del Comune e della Provincia di Taranto, che hanno mostrato interesse e disponibilità nel fare la loro parte, facciano la loro parte.
all’intero organico aziendale). Con la possibilità che nei prossimi giorni venga firmato in sede ministeriale l’accordo per il rinnovo della Cigs per altri 12 mesi.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2018/10/23/cemitaly-tavolo-a-roma-la-cigs-unica-soluzione/)
L’accordo tra azienda, sindacati e Regione Puglia, è stato sottoscritto quest’oggi a Bari, durante la riunione svoltasi nella sede dell’assessorato al Lavoro dell’ente regionale, presieduta dal presidente del Comitato regionale di monitoraggio del Sistema Economico Produttivo e delle Aree di Crisi (SEPAC) Leo Caroli. All’incontro hanno preso parte anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Cosimo Borracino, il dirigente e il funzionario dell’Area di Crisi industriale della Regione, i rappresentanti di Confindustria Taranto, i segretari di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Taranto.
La Cemitaly Spa presenterà istanza per chiedere il rinnovo per altri 12 mesi sino al 22/12/2019, dell’integrazione salariale per i 66 lavoratori dell’ex Cementir di Taranto, purchè vi sia il sostegno della Regione Puglia, anche di natura economica, al fine di completare il piano di recupero occupazionale. Inoltre la società si è detta favorevole alla possibilità, una volta ripresa l’attività produttiva, compatibilmente con le attività organizzative del sito, di attuare una rotazione su alcune posizioni professionali e di anticipare il trattamento di integrazione salariale alle normali scadenze di paga.
D’altronde la Regione Puglia, durante l’ultima riunione a Roma lo scorso 23 ottobre, ipotizzò come realizzabile la possibilità di estendere per altri 12 mesi la CIGS per aree di crisi industriale complessa a partire dal 22 dicembre 2018, a fronte di una verifica, ancora da compiersi, sulla disponibiltà delle risorse economiche stanziate e previa stipula del verbale di accordo propedeutivo all’attivazione delle politiche attive del lavoro.
(leggi il nostro articolo dello scorso 15 ottobre https://www.corriereditaranto.it/2018/10/15/cemitaly-avvia-licenziamento-collettivo-a-rischio-lavoro-e-bonifiche/)
A sostegno dell’intervento di intergrazione salariale, Cemitaly Spa, organizzazioni sindacali e Regione Puglia, si sono dette d’accordo nel realizzare un percorso di politiche attive del lavoro, che vada a completare il piano di recupero occupazionale concordato per gli anni 2017 e 2018, finalizzato alla rioccupazione di tutti quei lavoratori che si ritroveranno in esubero al termine del periodo di integrazione salariale. Questo percorso prevede un progetto di interventi formativi di 80 ore a lavoratore, che serva ad implementare la sua formazione ed un miglioramento delle competenze, che sarà predisposto dall’azienda e sarà concordato con Regione Puglia e organizzazioni sindacali. Inoltre, il percorso prevede la presa in carico dei lavoratori da parte dei Centri per l’Impiego per i servizi di orientamento specialistico, ed infine la possibilità per ogni lavoratore di usufruire dell’incentivo all’esodo come già avvenuto negli ultimi due anni.
Pertanto, azienda, sindacati e Regione, con l’accordo odierno hanno di fatto espletato tutte le operazioni previste dalla legge per richiedere l’integrazione salariale per i prossimi 12 mesi, rientrando il sito nell’area di crisi industriale complessa di Taranto. Nei prossimi giorni Cemitaly invierà al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dello Sviluppo economico, tutto l’incartamento necessario per l’avvio della procedura del rinnovo degli ammortizzatori sociali, con l’impegno, da parte di tutte le parti interessate, a sottoscrivere l’accordo in sede ministeriale entro il prossimo 21 dicembre 2018, oltre all’impegno di monitorare con cadenza trimestrale l’andamento dei percorsi di formazione dei lavoratori. Piano che è stato presentato oggi dall’azienda che riguarda tutti i lavoratori che beneficieranno degli ammortizzatori sociali, e i cui dettagli saranno poi illustrati in sede ministeriale.
Una volta ottenuto l’ok per il rinnovo della Cassa Intergrazione Straordinaria per siti in aree di crisi industriale complessa, l’azienda ritirerà la procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso 10 ottobre.
(leggi il nostro articolo dello scorso 15 settembre https://www.corriereditaranto.it/2018/09/15/22cemitaly-il-futuro-e-unincognita-assoluta/)
E’ però necessario l’attuale esecutivo rinnovi i fondi per gli ammortizzatori sociali della aree di crisi industriale complessa. Di cui usufruiscono anche molti lavoratori delle aziende dell’indotto Ilva, come ad esempio alcune che sono impegnate nel cantiere dei lavori per la copertura dei parchi minerali. Che si ritroveranno senza copertura degli ammortizzatori sociali, qualora il governo non rinnovi anche per il 2019 i suddetti fondi.
Sottolineamo ancora una volta che da futuro industriale del sito ex Cementi e dei suoi 66 lavoratori, dipenda anche il completamnto della bonifica del sito e della calata IV del porto di Taranto. E’ quindi auspicabile che, seppur con un ritado inspiegabile, i parlamentari e sentatori ionici del Movimento 5 Stelle, ad oggi silenti sulla vertenza, a differenza del Comune e della Provincia di Taranto, che hanno mostrato interesse e disponibilità nel fare la loro parte, facciano la loro parte.
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