(Da Corriere di Taranto) - Si è tenuto come previsto nel pomeriggio di oggi (8 novembre), presso la sede del ministero dello Sviluppo economico a Roma, il primo incontro di verifica dell’attuazione dell’accordo Ilva, siglato il 6 settembre scorso, alla presenza dei rappresentanti del ministero, del management di Am Investco, guidato dalla direttrice delle Risorse umane Annalisa Pasquini, e delle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. All’incontro erano presenti anche rappresentanti di ministero del Lavoro, di Ilva in Amministrazione straordinaria, dei sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb, Ugl e Federmanager.
L’azienda ha illustrato lo stato di attuazione del piano, a partire dall’organizzazione e dal management team fino ad arrivare al processo di selezione dei dipendenti che da Ilva sono passati a Am InvestCo Italy, ad oggi 10.652 sui 10.700 previsti dall’accordo.
Durante l’incontro i rappresentanti di AM InvestCO Italy hanno spiegato le scelte effettuate nel dettaglio, assicurandoo di aver rispettato i criteri stabiliti in sede di accordo sindacale. Secondo quanto previsto dall’accordo sindacale dello scorso 6 settembre infatti, i criteri di scelta dei lavoratori avrebbero dovuto seguire il seguente schema. Innanzitutto, al primo posto è stata posta
la linea tecnologica: ovvero, si è guardato prima di tutto ai singoli reparti, se e come resteranno in attività: questo significa che qualora, per ipotesi, un reparto verrà chiuso o ridimensionato,
inevitabilmente tutti o quasi i lavoratori di quest’ultimo risulteranno in esubero e quindi in cig. Dopo di che, secondo un calcolo di media ponderata che i sindacati si attendevano di conoscere prima del 29 ottobre, si sono andati a valutare, la competenza (certificazioni, abilitazioni, abilitazioni, categoria contrattuale in manutenzione, percorso professionale) ed infine gli anni di anzianità e i carichi famliari.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2018/10/30/2mittal-sceglie-gli-operai-e-il-privato-bellezza/)
Secondo quanto illustrato ieri dalla multinazionale dell’acciaio attraverso delle slide, per la Manutenzione, si è proceduto inizialmente a individuare la linea tecnologia di riferimento, per poi applicare una selezione basata prioritariamente sui livelli di inquadramento (competenze professionali) e, a parità di professionalità, attraverso l’impiego dei criteri dei carichi di famiglia e anzianità. Per i perimetri Esercizio (lavoro di produzione), qualora ci sia stato bisogno di rimodulare l’assetto organizzativo, in linea di principio ed a parità di professionalità sono stati applicati i criteri di carichi di famiglia e anzianità.
Sempre per quanto concerne il processo di selezione, AM InvestCO Italy ha chiarito che per l’87% il processo di selezione ha condotto alla conferma dell’intera forza lavoro dell’unità produttiva o ha operato, nel rispesso dell’accordo sindacale, in assenza di una modifica della posizione di lavoro; per il 10% il processo di selezione ha operato attraverso l’applicazione dei criteri di competenza, e a parità di competenza dei carichi di famiglia e anzianità; e solo per il restante 3%, il processo di selezione ha dovuto tener conto di nuove posizione di lavoro.
Come abbiamo riportato già nei giorni scorsi, è stata smentita da più parti la tesi secondo la quale l’azienda abbia operato dei tagli ad hoc per liberarsi per i prossimi 5 anni degli operai più scomodi: ovvero quelli più politicizzati e sindacalizzati. Come avevamo riportato nei giorni scorsi infatti, è stato confermato che la società ha riassunto molti lavoratori del 5° livello, mandando in Cig a zero ore in Ilva in AS dal 4° livello in giù.
Errori e anomalie però ce ne sono stati. Come ha anche ipotizzato l’ad e vicepresidente di ArcelorMitta Italia nella conferenza stampa di ieri in Ilva. Lo dimostra anche il fatto che diversi lavoratori che hanno ottenuto la riassunzione da Mittal si sono prenotati per ottenere l’incentivo all’esodo. Il che significa che ci saranno da parte della società integrazioni rispetto al piano di assunzioni previsto. Per questo ieri la società ha accettato il confronto con i sindacati, andando a prgrammare dei tavoli specifici per ogni sito industriale e dare spiegazioni sulle scelte operate. E nulla di più certo che alla fine degli incontri che inizieranno dalla prossima settimana, ci saranno dei cambiamenti.
Secondo quanto illustrato ieri dalla multinazionale dell’acciaio inoltre, in merito alla forza lavoro, sugli 8.200 lavoratori Ilva riassunti in distacco in AM InvestCo Italy, il 36% pari a 2.950 unità sarà destinata all’attività di produzione; il 34% pari a 2.800 unità all’attività di manutenzione, mentre il 30% pari a 2.450 unità all’attività di servizi, staff e logistica. Ricordiamo che la nuova struttura dell’Ilva è stata divisa (area a caldo e a freddo) nella nuova indicazione, area “primary” e “finishing”.
Infine, per quanto concerne i dati sull’incentivo all’esodo, nel sito di Taranto sino ad oggi sono state superate presentate 589 richieste, di cui 440 hanno già raggiunto l’intesa per la transazione economica, mentre 149 sono quelle in corso di conciliazione. Per Taranto Energia sono 5 le richieste arrivate, di cui 3 transate e 2 in corso di conciliazione. Soltanto in 15 hanno rinunciato dopo aver inviato regolare richiesta. In tutto il gruppo Ilva, sono state invece 717 le richiesta, con 549 transazioni effettuate e 168 in corso di conciliazione.
Il prossimo passo sarà incontrarsi per analizzare sito per sito. Poi il 21 novembre si torna a Roma: sarà il turno di una Conferenza dei Servizi su alcune prescrizioni del Piano Ambientale e l’analisi con i commissari straordinari dell’Ilva sul progetto delle bonifiche in alcune aree dello stabilimento, tra cui le discariche piene. Una nuova epoca è già iniziata.
Nessun commento:
Posta un commento