lunedì 5 novembre 2018

Lettera di un operaio Ilva in cig

Mi chiamo Aldo Schiedi ho 43 anni di cui 19 trascorsi nello Stabilimento Ilva di Taranto e 17 passati nella famosa e impattante (a livello ambientale) area a caldo. In particolare nell’Area cokeria, e sono uno dei 2586 esuberi che lo scorso 30 ottobre 2018 ha ricevuto la missiva da parte dell’ILVA Spa che mi comunicava la messa in Cassintegrazione a zero ore a far data dal 1°novembre 2018. Sinceramente questa decisione da parte dell’azienda di collocarmi in cassa integrazione non mi ha più di tanto sorpreso anche se mi aspettavo un epilogo diverso e vi spiego il perchè.
Negli anni trascorsi infatti sono stato un attivo cittadino e lavoratore, attento alle tematiche ambientali... Sono stato firmatario di numerosi esposti contro l’azienda, oltre ad aver subito dei rapporti disciplinari anche per infortuni che mi avrebbero potuto far perdere la vista... Alla fine del 2016 essendo l’addetto anti incendio dell’area sottoprodotti e preoccupato della sicurezza dei miei colleghi, denunciai a svariati enti preposti, la carenza e la deficitarietà del sistema anti incendio in uno dei reparti più ad alto rischio infiammabilità, in quando vi potevano essere oltre alla presenza di gas fuggitivi nell’aria in quanto a ridosso dell’impianto batterie 7/10, anche enormi serbatoi di catrame, ben 6. Gli enti preposti posso decisamente affermare risposero con solerzia e celerità alla richiesta di un rapido controllo ed intervento. Non so se sia stato un caso ma dopo quell’intervento, non sono più riuscito a rimettere piede in quel mio vecchio reparto d’appartenenza denominato “sottoprodotti” da cui sono trasferito nel settembre 2016 senza alcuna motivazione ma con la stessa mansione nell’officina meccanica Ome-Mua... ma in maniera strutturale organizzativa venivo posto nell’organico della squadra dell’attrezzeria meccanica (praticamente smantellata del tutto dagli esuberi), ma nello stesso momento eseguivo le indicazioni da un altro preposto denominato Cos (Coordinatore sicurezza) che mi indicava su come sistemare gli estintori e manichette con le relative scadenze, cosa che ritengo a dir poco anomala come prassi... Come anomalo sia il fatto che tutti gli addetti antincendio siano stati confermati in quasi tutti i reparti tranne che all’Ome Mua, dove la figura tra l’altro era individuale e quindi indispensabile ed attualmente del tutto assente. Come atipiche a quanto pare sono risultate (ed i sindacati ne sono consapevoli) le scelte che hanno portato molti lavoratori sia con ridotte capacità lavorative, sia quelli con monoreddito e anche con numerosi figli a carico, a ritrovarsi collocati in cassa integrazione...

Aldo Schiedi

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