È stato definito la longa manus dei Riva, il promotore di un sistema
illecito, l’uomo chiave dell’inchiesta «ambiente svenduto». Eppure la
fitta rete di contatti di Girolamo Archinà, ex dirigente Ilva tornato in
libertà pochi giorni fa dopo dodici mesi tra carcere e domiciliari, non
era costruita in modo unilaterale. I suoi numerosi rapporti non erano
costruiti sulle telefonate in partenza da suo cellulare. Anzi. A cercare
l’allora potentissimo dirigente Ilva erano in tanti. Troppi.
Chiedevano contributi economici, sostegno elettorale, sistemazione
lavorativa o appoggi politici. Lui rispondeva a tutti: offrendo
soluzioni, suggerendo percorsi, proponendo interventi e pianificando
strategie. Come l’ex assessore al bilancio e oggi parlamentare del
Partito democratico Michele Pelillo che secondo quanto Archinà racconta
in un conversazione telefonica gli avrebbe telefonato dopo «aver fatto a
pezzi l’Ilva» facendo «un discorso strano». Secondo quanto spiega
Archinà al suo interlocutore, in quell’incontro Pelillo punta a
«ricostruire il rapporto» perché considera politicamente Ludovico Vico
«un morto che cammina» e alle prossime elezioni politiche vorrebbe
essere lui il candidato. Oppure come Annarita Lemma che, candidata per
il Pd nel 2010 alle regionali, chiede e ottiene un incontro con Archinà.
O il vendoliano d’acciaio Mino Borraccino che, però, viene quasi
snobbato dal dirigente Ilva. Ma ad Archinà arrivano anche le telefonate
di Alfredo Cervellera. L’allora vice sindaco di Taranto prima di
candidarsi al consiglio regionale chiede all’uomo dei Riva la cessione
di alcuni terreni dell’Ilva per la costruzione del polo tecnologico
ambientale. Archinà sembra favorevole e suggerisce di non chiamarlo
«ambientale». Il polo diventa così «tecnologico scientifico». Peccato
che nel suo lo spot elettorale Cervellera indichi l’Ilva come «il male» e
quel dialogo si interrompe.
Ma c’è anche il Pdl regionale nell’elenco di telefonate in entrata e in
uscita. Pietro Lospinuso, ad esempio, chiede un «canovaccio» al
dirigente Ilva per intervenire nella questione benzo(a)pirene che sta
imperversando contro l’Ilva. L’idea del pidiellino è quella di vedersi
per capire come intervenire: «facime come all’otra vote» spiega in
dialetto ginosino. Non solo. Lospinuso aggiunge che la settimana
prossima «c’ho Gasparri e Fitto da me» e quindi potrebbe essere
opportuno ricevere un appunto. E poi c’è il piccolo esercito di
assessori e consiglieri provinciali, comunali e persino
circoscrizionali. Da Archinà si aspettano un aiuto anche coloro che
aspirano a un posto di rilievo. Come Pietro Rusciano, consigliere
comunale, convinto di diventare a breve il presidente della commissione
ambiente del comune. Per Archinà «questa è una buona notizia». E infine a
chiedere aiuto all’uomo dell’industria si aggiunge Gennaro De Pasquale,
uomo del Pd e perito della procura nel processo per morte degli operai
della fabbrica esposti all’amianto. De Pasquale cerca un sostegno in
Archinà: «solo Girolamo può dire al sindaco che io faccio l’assessore
all’ambiente» e nonostante il dirigente Ilva affermi «io credo che il
sindaco non possa durare ancora molto: non ti bruciare», lui ribadisce:
«al sindaco digli che De Pasquale è l’assessore gradito a noi». (GdM)
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