lunedì 2 dicembre 2013

Rsu Ilva - Un primo commento dello Slai cobas per il sindacato di classe

01 dicembre 2013 - da Corriere del Mezzogiorno

Ilva, sindacato di base al 20 per cento

La Uilm si conferma prima, Fiom dimezzata, la sorpresa è l'Usb


"I risultati, certificati, per eleggere gli 84 delegati... Hanno votato 9.187 lavoratori, pari all'80,61 per cento, della forza lavoro, tre punti in meno nei confronti del 2010. La Uilm ha preso 41 seggi con 3493 voti (38% dei consensi) rispetto ai 4259 del 2010 e si conferma la prima sigla sindacale; la Fim 24 seggi con 2219 (24.1%) rispetto ai precedenti 2433; l'Usb ne conquista 12 con 1837 preferenze (19.9%), ed è seconda tra gli operai; la Fiom 7 seggi con 1389 voti (15.1%) ma nel 2010 erano stati 3063. Molto basse le percentuali delle altre due sigle. Flmu-Cub s'è fermata all'1.7 per cento e 161 voti, la Fismic allo 0.9% e 88 voti. I confederali, nel complesso, perdono 2654 preferenze.“

Sui dati
I non votanti sono 2213 lavoratori, 342 – 3% in più del 2010, a questo dato bisogna aggiungere 200 bianche o nulle, quindi il totale del non voto è di 2413 lavoratori, 21,15%.
I voti persi dai confederali rispetto al 2010 sono: 766 Uilm – 214 Fim – 1674 Fiom – TOT 2654.
Va considerato che solo lo Slai cobas per il sindacato di classe ha dato indicazione esplicita di “non voto”, con un volantino e una locandina.

Un primo commento

1) E' da tempo che gli operai cercavano di rendere concreta la critica, sfiducia, opposizione verso i sindacati confederali. In questo hanno trovato la lista l'Usb, rispetto a cui ha operato:
- il suo essere fuori e contro i sindacati confederali, ma rispetto allo slai cobas, divenuto più presente all'interno dell'Ilva e con un peso e struttura soprattutto nazionale più da sindacato normale; e in questo ha pesato e pesa il sostegno finanziario dato dalla USB nazionale;
- la figura di Francesco Rizzo, con la sua influenza e seguito da sempre avuta sia quando era nella Fiom, sia quando per un breve periodo è passato alla Fim, sia quando si è organizzato con la USB;
- ha pesato il riconoscimento del Usb sulle deleghe, da parte dell'azienda, cosa che tuttora non è avvenuta con lo Slai cobas;
- la sua battaglia e visibilità con coraggio, solidarietà contro l'ostracismo aziendale e confederale in alcuni momenti: Mof, Tenda, raccolta firme per aiutare l'operaio Delli Ponti, questione licenziamento Marco Zanframundo, denunce sulla sicurezza, denuncia dello scandalo Circolo Vaccarella strumento di finanziamento occulto dei sindacati da parte dell'azienda - battaglie sostenute anche dallo slai cobas ma in forme di appoggio e non di protagonismo diretto
- l'insistenza anche pratica per il rinnovo delle RSU, ostacolato dai sindacati confederali, battaglie ripetiamo condivise dallo slai cobas e a cui abbiamo contribuito
Mentre non è vero che questo successo sia legato alla parola d'ordine “nazionalizzazione” che è sempre stata in generale sovrapposta dall'alto e fondamentalmente dal nazionale alle battaglie concrete che invece si sono fatte.

2) La tenuta con perdite di Uilm e Fim è stata avvantaggiata da una situazione piatta tutto sommato. In una situazione così si alimenta il conservatorismo tra gli operai, la sponda sicura e conosciuta, la tutela del posto di lavoro e si alimenta l'opportunismo.
In una situazione di lotta Uilm e Fim non avrebbero avuto quei voti.
Ma, comunque, hanno perso dei voti rispetto al 2010: la Uilm di più, 766, la Fim 214.
Nello stesso tempo hanno avuto in fabbrica abbastanza vita facile e un sostegno esplicito da azienda e capi - anche gli operai Liberi e Pensanti non hanno mantenuto particolarmente vivo il loro attacco ai confederali e la stessa Usb nel periodo elettorale si è limitata sostanzialmente a critiche moraliste ma è sembrata convergente nell'attaccare principalmente la Fiom;
D'altra parte lo Slai cobas che ha sempre fatto una lotta/critica sui fatti e posizioni agenti, raggiungendo anche buoni risultati nell'azione esterna, non è riuscito a consolidare la presenza interna, dato che alcuni quadri interni hanno preferito fare altre scelte e questo ha impedito che il sostegno esistente si concretizzasse all'interno in una struttura organizzata che potesse realmente canalizzare il voto.

3) La Fiom è crollata e deve dare la colpa solo a sé stessa perchè:
- non è stata in tutta la vicenda né carne né pesce sia a livello locale che nazionale;
- ha contrastato negli anni i delegati più radicali fino alla fuoriuscita o espulsione (Rizzo oggi usb, Ranieri e Battista oggi liberi e pensanti, ecc.) e ora si lamenta delle “lacerazioni interne”;
- è stato il “principale alleato” dell'azienda (come ha detto Vendola) per fare dell'Ilva una della fabbriche più arretrate a livello nazionale dal punto di vista della lotta di classe e del contrasto fino al 2 agosto, ma agendo sempre in unità e alla coda di Fim e Uilm (senza avere il piccolo “potere” di Uilm e Fim); a parole differente da Uilm e Fim sulla questione magistratura, difesa aziendalista dell'Ilva, nei fatti, nella quotidianità alla coda di questi sindacati;
- ha un personale dirigente di burocrati catapultati a Taranto - da Rappa dalla Sicilia all'odierno oscuro Stefanelli dal regionale, personaggi sconosciuti agli operai e ben presto squalificati e manifestamente incapaci; delegati onesti ma di scarso attivismo e scarsa presa, che hanno trovato nella linea Fiom la giustificazione per non far nessuna battaglia.
Né è andata meglio quando Landini si è occupato dell'Ilva facendo più male che bene, o con la CGIL provinciale, il cui segretario Gino D'Isabella è nella intercettazioni come dialogante, e forse più, con il faccendiere Archinà. La Fiom poi non ha quel potere in fabbrica che per esempio invece permette alla Uilm di avere un ruolo verso i problemi quotidiani degli operai, mentre la Fim ha un potere “occulto” che le intercettazioni stanno rendendo palese - sembra Archinà il segretario reale della Cisl che detta e concorda ogni decisione importante, perfino quella di chi è meglio che sia segretario...

4) E' comunque aumentato rispetto al 2010 il non voto. Tra astensione, nulle e bianche sono 2413 i lavoratori che non hanno votato, il 21,15% (diciamo che sarebbe la terza “lista”).
Questo dato nell'attuale situazione di calma ha anche un peso maggiore.

5) Tornando sui risultati elettorali. Un dato positivo è che una parte dell'area di radicalizzazione operaia si è compattata, e ora pesa anche organizzativamente e sindacalmente.
Però quale è l'orientamento di questo spostamento di voti in termini classisti e di politica di classe è da vedere. Non è affatto escluso uno spostamento complessivo a destra, non contrastato dal voto de l'Usb, anzi lisciato e legittimato, alimentando il qualunquismo ideologico-politico tra gli operai, un senso corporativo di gruppo, che non può essere il contenuto di una battaglia di classe e di un sindacato di classe.
Va tenuto conto che essendo la Fiom percepita come sindacato di “sinistra” un sentimento generico antisinistra è avanzato. Chiaramente anche in questo le principali responsabilità sono del coinvolgimento di Vendola nell'inchiesta e del ruolo e azione della Fiom che pure nelle intercettazioni risulta sponsorizzata verso la direzione aziendale dallo stesso Vendola.

6) Vi sarà più conflittualità ora con il voto a Usb o no? Non è detto, se ora l'atteggiamento sarà soprattutto di autosoddisfazione, autogestione del risultato... il voto alla USB, può essere anche stabilizzante invece che destabilizzante e far rientrare tutto nella dialettica RSU.

7) Altra questione è la verifica ora anche degli operai Liberi e pensanti. Cosa poi hanno realmente fatto alle elezioni? Tenendo conto che era stato dato dai principali esponenti una indicazione di “libertà di voto”, insieme a dichiarazioni personali di “non voto”.
Loro potevano influenzare in maniera più incisiva il non voto, ma non lo hanno voluto fare per la loro linea (analizzata nel nostro volantino su Rsu), e anche perchè al di là delle “sparate” contro i sindacati confederali, negli ultimi tempi più rare, non hanno mantenuto l'attacco e il movimento radicale e non conciliabile verso gli stessi sindacati – il 2 agosto 2012 si è perso (come abbiamo già scritto). Ultimamente, interessandosi anche loro alla battaglia – sentita in fabbrica - promossa da tempo dallo slai cobas e poi ripresa anche dalla USB, del “cambio tuta”, stanno cercando di rimontare sui fatti, ma tardi rispetto all'influenza sulle elezioni Rsu.
Gli operai Liberi e pensanti fanno una critica giusta ma sostanzialmente moralista a Fim, Uilm, Fiom, non si impegnano per il sindacato di classe. Coltivano anch'essi tra gli operai concezioni di gruppo, di stampo populista e a volte sottoproletario, che portano a disinteressarsi di vicende come l'Rsu.

8) Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha avuto ed ha tuttora la linea giusta, le proposte giuste e anche, in alcuni fasi, la pratica giusta – questo è un dato riconosciuto dagli operai, compreso gran parte di coloro che attualmente fanno riferimento al Usb e ai Liberi e pensanti. Ma si può dire che c'è tuttora un difetto di intercettazione concreta, quotidiana degli operai, e questo ci fa a volte viaggiare troppo in alto, per avere un seguito organizzato concreto.
Siamo “immersi” come linea, concezione tra gli operai, ma ci sfugge e non riusciamo ad intercettare le dinamiche di relazioni, gruppi che all'interno dell'Ilva comunque esistono, queste le analizziamo in generale, ma le loro dinamiche concrete sono a volte capite post. Questo dato deve essere modificato autocriticamente per riuscire a conquistare i potenziali quadri operai interni, mentre serve un processo di formazione dei compagni operai di base che attualmente fanno riferimento allo Slai cobas.
Rispetto alle Rsu, nella valutazione preventiva pensavamo più alto il dato dell'astensionismo, più basso il dato dei voti all'Usb, e quindi più basso il numero dei delegati ottenuti. E in un certo senso non abbiamo sufficientemente tenuto conto che in situazione di calma la protesta operaia aveva bisogno di esprimersi nel voto verso le liste concretamente presenti.
Ora dobbiamo rapportarci a questa realtà nuova e rilanciare con forza la battaglia per la lotta di classe, l'unità di classe, il sindacato di classe con le proposte necessarie in fabbrica, con modestia e determinazione.
Detto questo, la magistratura può improvvisamente riaprire i giochi e rimettere tutto sottosopra, sia nei confronti dell'azienda, sia nei confronti dei sindacati, di cui ci aspettiamo, e va pretesa, la messa sotto inchiesta, per collusione e corruzione e concorso di colpa per infortuni e inquinamento.
Nessuno può dimenticarsi che stiamo comunque in una fabbrica in cui nulla può essere come prima e di questo lo Slai cobas per il sindacato di classe ha coscienza e analisi.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto

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