L'anno si chiude malissimo, i dati negativi sono tutti in aumento, mentre il calo del reddito pro capite in Puglia è tra i più alti d'Italia con il 2,2% in meno rispetto al 2012, e un reddito medio (ma siamo chiaramente alla "media del pollo") di 13.100 euro. Di conseguenza sono in netto calo le spese necessarie.
Per quanto riguarda il lavoro, in Puglia c'è uno dei dati più alti di ore di cassintegrazione: + 74,85% a novembre rispetto al novembre 2012.
Dato nerissimo è poi quello sulla disoccupazione (secondo uno studio della Banca d'Italia), quest'anno salita in Puglia al 19,2%, con punte del 41,2% per quella giovanile e del 55% per quella delle donne.
Per Taranto, tutti questi dati vanno aumentati, chiaramente in peggio, con aziende che hanno chiuso, anche improvvisamente, i battenti o che stanno per chiudere, e anche qui sono soprattutto i giovani e le donne a non trovare o a rimanere senza lavoro.
Il nuovo anno quindi si apre con la necessità per i disoccupati, chi perde il lavoro di non aspettare, non illudersi su soluzioni "tampone" che non fanno che allargare i buchi fino a farli diventare voragini.
Il nuovo anno che cominci con una grande battaglia per il lavoro e il salario garantito.
I giovani dei quartieri più degradati devono essere l'avanguardia più ribelle di una rivolta necessaria per unire a Taranto lotta all'inquinamento e per il lavoro e il salario.
Le donne devono condurre una doppia battaglia perchè le amministrazioni locali, gli esponenti istituzionali e politici non possono parlare un giorno di difesa della condizione delle donne e in tutti gli altri giorni non porre in essere azioni concrete per l'indipendenza economica come condizione fondamentale anche contro le violenze che le donne subiscono.
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