giovedì 20 settembre 2018

FORMAZIONE OPERAIA - GLI SCRITTI STORICI DI MARX -"LE LOTTE DI CLASSE IN FRANCIA" - 1° parte

PREMESSA - "LA SCONFITTA, LA CHIAVE DELLA VITTORIA PER IL PROLETARIATO"

L’analisi degli avvenimenti fatta da Marx nello scritto “Le lotte di classe in Francia” ha lo scopo di fornire una radiografia del movimento delle classi sociali nella società francese dell’epoca, per fornire ai proletari di tutti i paesi, di oggi, l’analisi del movimento delle altre classi e l’autocoscienza del movimento della propria classe.
Questo lavoro - dice Engels "fu il primo tentativo di spiegare attraverso la concezione materialistica un frammento di storia contemporanea partendo dalla situazione economica corrispondente"

La mirabile rappresentazione di Marx è indispensabile, quasi una sorta di costrizione, per dotarci degli strumenti nell’analisi della lotta di classe. Questo distingue i marxisti autentici da due correnti erronee fondamentali: i teorici dell’invarianza che nella storia del nostro paese hanno un nome e cognome, il bordighismo; e i ciarlatani dell’opportunismo tinto di rosso.
Dotarsi delle armi del marxismo non è affatto semplice e non si presta certo all’applicazione meccanica di citazioni agli eventi reali della lotta di classe. Richiede una conoscenza ben più
profonda, non solo delle classi sociali ma anche delle loro stratificazioni interne e della storia del paese a cui esse si riferiscono. Sotto questo aspetto nessun paese è uguale all’altro e nessun evento è uguale all’altro. L’arma scientifica di base fornita da Marx e messa in opera nel testo "Le lotte di classe in Francia", è lo strumento necessario per penetrare la realtà e trovare la chiave per leggere gli eventi della lotta di classe che si sviluppano.

Il punto di vista di classe che Marx mette alla base - e non come generica postura ideologica ma come scienza di parte - è quello del proletariato e del suo movimento nella lotta di classe, cosa che in generale non necessariamente corrisponde a un partito determinato, né corrisponde alla coscienza soggettiva che i singoli operai e perfino tutti gli operai in movimento possono avere.
Sotto questo punto di vista, per noi comunisti, avanguardie proletarie, è utile che guardiamo la lotta di classe come un “fattore esterno”, in cui, per divenirne interni, bisogna decifrare la dinamica oggettiva del movimento delle classi e in particolare della nostra classe. 
Quindi, del testo di Marx bisogna alla fine penetrare la sostanza, assimilare la dinamica e il metodo di lettura e quindi applicarlo alle fasi storiche, passate, presenti. Trovare nei fatti la verità e l’efficacia di questa applicazione.

Marx apre il libro con una premessa: 

"Ad eccezione di alcuni pochi capitoli, ogni periodo importante degli annali rivoluzionari dal 1848 al 1849 porta come titolo: Disfatta della rivoluzione!
Chi soccombette in queste disfatte non fu la rivoluzione.
Furono i fronzoli tradizionali prerivoluzionari, risultato di rapporti sociali che non si erano ancora acuiti sino a diventare violenti contrasti di classe, persone, illusioni, idee, progetti, di cui il partito rivoluzionario non si era liberato prima della rivoluzione di febbraio e da cui poteva liberarlo non la vittoria di febbraio ma solamente una serie di sconfitte.
In una parola: il progresso rivoluzionario non si fece strada con le sue tragicomiche conquiste immediate, ma, al contrario, facendo sorgere una controrivoluzione serrata, potente, facendo sorgere un avversario, combattendo il quale soltanto il partito dell'insurrezione raggiunse la maturità di un vero partito rivoluzionario.
Compito delle pagine che seguono è di darne la dimostrazione"

La sconfitta delle rivoluzione. Per Marx, come lo sarà poi per Lenin, per Mao Tsetung, è la sconfitta la chiave della vittoria. L’inevitabilità della sconfitta, delle sconfitte è l’unico vero cammino per la classe, il suo partito, storico e pratico, per arrivare alla vittoria.
Nonostante la straordinaria efficacia di Marx, questo argomento risulta quasi indigeribile per i comunisti reali, i rivoluzionari, le avanguardie militanti, e nel tempo è diventato sempre più indigeribile e intere generazioni di compagni a livello mondiale come nel nostro paese che si oppongono di fatto a questo criterio scientifico del movimento della classe, del movimento comunista. La teoria della “vittoria” in ogni forma è una teoria soggettivista, piccolo borghese, di quel comunismo dogmatico e/o esistenziale, di cui nel tempo è diventato sempre più difficile liberarsi, in particolare nel movimento mlm.
Fermo restando che nel movimento operaio e rivoluzionario più in generale è la teoria del “concretismo”, del “gradualismo”, delle “vittorie parziali”, la deviazione dominante, ed è il liquidazionismo la posizione che accompagna le mancate vittorie.

Marx afferma che liberarsi dei “fronzoli tradizionali, prerivoluzionari, risultato di rapporti sociali che non si erano ancora inaspriti significa liberarsi di “persone”, illusioni, idee, progetti, di cui il proletariato si può liberare solo ed esclusivamente attraverso le sconfitte”; “Il progresso rivoluzionario non si fece strada con le sue tragicomiche conquiste immediate, ma al contrario facendo sorgere una controrivoluzione serrata, potente, facendo sorgere un avversario, combattendo il quale soltanto il partito dell’insurrezione raggiunse la maturità di un vero partito rivoluzionario”. 
Se guardiamo più direttamente al nostro paese, si può ben dire che tuttora i comunisti non sono riusciti a leggere in questo senso gli eventi storici che hanno caratterizzato la lotta di classe nel nostro paese: la sconfitta del biennio rosso e l’affermazione del fascismo, la sconfitta della Resistenza e la nuova stabilizzazione del potere capitalista imperialista della borghesia italiana, la sconfitta del ‘68-anni 70, e dentro di essa la sconfitta della lotta armata. 
Queste sconfitte storiche non sono la sconfitta della rivoluzione ma delle sue premesse, delle sue illusioni, idee e progetti incompiuti; e solo sulla base della critica liberatoria, autoliberatoria. di queste sconfitte, ci insegna Marx, confermato da Lenin e da Mao, è possibile arrivare alla vittoria della rivoluzione attraverso il suo partito rivoluzionario maturo. 

E’ quindi evidente che riprendere questo testo e i testi storici di Marx nelle nostre mani e assimilarli serve alla critica delle illusioni, limiti, idee e progetti .
Marx nel testo LCF è estremamente preciso nel vedere come la lotta dei proletari sia il fattore determinante degli eventi. Il proletariato, che determina tutto con la sua lotta perché è l’unica classe rivoluzionaria, non solo fino in fondo, ma quasi di ogni fase del conflitto sociale e politico. E’ il suo ingresso o la sua assenza che determina il risultato. Ma esso entra nella lotta di classe e vi partecipa e la determina, portando con sé tutto il carico di illusione, idee, progetti che provengono dalle altre classi, da cui il proletariato può liberarsi solo tramite la verifica sulla propria pelle e per propria esperienza attraverso la sconfitta del suo movimento di lotta.

Lenin e Mao hanno esattamente colto questo dell’insegnamento di Marx, lo hanno rielaborato e tradotto, ne hanno fatto arma di guida, e per questo hanno riportato delle vittorie storiche che hanno confermato il marxismo, e lo hanno potenziato e armato a un livello superiore.
(CONTINUA)

Nessun commento:

Posta un commento