Lettera delle associazioni e dei movimenti di Taranto al ministro Di Maio
Associazioni e movimenti ambientalisti scrivono una dura missiva indirizzata al vicepremier Di Maio, addebitandogli la responsabilità di aver disatteso le loro aspettative su questo governo per quanto concerne la chiusura delle fonti inquinanti dell’Ilva. Le associazioni ed i movimenti di Taranto che recentemente hanno collaborato per la stesura del Piano Taranto, un documento programmatico teso alla stesura di un accordo di programma per la chiusura delle fonti inquinanti e l’avvio di bonifiche su larga scala scrivono al ministro Di Maio dopo che lo stesso ha raggiunto, lo scorso 6 settembre, l’accordo con ArcelorMittal per la cessione degli impianti Ilva. Nella lettera i promotori specificano che avrebbero voluto consegnarla al diretto interessato quest’oggi, in occasione della festa dellla Cgil a Lecce alla quale avrebbe dovuto partecipare il vicepremier DI Maio. Pubblichiamo, di seguito, il testo integrale della missiva.
«Egregio Signor Ministro, avremmo
voluto avvicinarla questa sera se fosse intervenuto, come
annunciato, alla festa della Cgil a Lecce. Ma pare non verrà più, per cui ci premuriamo di farle ricevere comunque questa lettera a firma delle associazioni e dei movimenti indicati in calce, con cui confutiamo con forza tutta la sua narrazione sul caso Ilva di Taranto, provando a ripristinare la verità dei fatti contro la sua propaganda deresponsabilizzante. La presente sarà inviata per conoscenza a media e testate giornalistiche locali e nazionali. Cordialità». Questo l’incipit al quale segue la vera e propria missiva.
annunciato, alla festa della Cgil a Lecce. Ma pare non verrà più, per cui ci premuriamo di farle ricevere comunque questa lettera a firma delle associazioni e dei movimenti indicati in calce, con cui confutiamo con forza tutta la sua narrazione sul caso Ilva di Taranto, provando a ripristinare la verità dei fatti contro la sua propaganda deresponsabilizzante. La presente sarà inviata per conoscenza a media e testate giornalistiche locali e nazionali. Cordialità». Questo l’incipit al quale segue la vera e propria missiva.
«Ministro Di Maio, la questione Ilva
era e resta una questione politica, benché Lei l’abbia volutamente
condotta su un piano prettamente giuridico e tecnico. Sappiamo bene –
perché lo paghiamo ogni giorno sulla nostra pelle – come ogni
intendimento sia realizzabile in presenza di una reale volontà politica.
Tutti i governi precedenti erano mossi dalla chiara volontà di
salvaguardare la produzione, il profitto e la finanza ed in nome di
questi hanno prodotto una legiferazione straordinaria imponente, a
discapito di abitanti e territorio, entrambi devastati dall’azione
politica e industriale. · si sono elevati i limiti di legge sugli
inquinanti e aggirato le norme sulla salute, · autorizzato impianti
assassini a restare in marcia e garantita l’immunità per i responsabili,
· scaricati 3 miliardi di debiti della fabbrica sui contribuenti e
privilegiato i crediti delle banche, · allungati a dismisura i termini
per le prescrizioni ambientali e creati enormi buchi nei conti pubblici
per le spese sanitarie, · elargiti fondi statali per salvare la fabbrica
tutelando gli interessi che gli gravitano attorno e spesi centinaia di
milioni per pareggiare le perdite e pagare casse integrazioni
pluriennali. Ministro Di Maio, il suo Governo non ha rivisto neppure uno
dei provvedimenti con cui i suoi predecessori hanno vessato la nostra
comunità e la nostra terra in modo tanto abominevole. Non uno che fosse
uno. Chi può mai credere poi che lo Stato non possa essere nella
condizione di annullare una gara o trovare un modo per boicottarla? Per
anni è stato possibile tenere in piedi un’industria fuori legge a suon
di decreti e provvedimenti speciali, perché questo si voleva. Lei ha
mentito a Taranto sul contratto ed anche riguardo alle migliorìe che
dice di aver ottenuto sull’ambiente e sul lavoro e sta continuando a
farlo: · Ha sostenuto di non essere a conoscenza del contratto prima
delle elezioni che, non è una scusante, ma un’aggravante, rispetto
all’altissima responsabilità di una candidatura politica ed alle
promesse fatte senza tentennamenti riguardo alla chiusura del
siderurgico. Avevate tempo, competenze e risorse per fare la semplice
visura che occorreva per venirne a conoscenza. · Ha sostenuto che
l’annullamento del contratto porterebbe al pagamento di penali ed al
reintegro di Mittal in Ilva a seguito di ricorso, mentre il contratto
non prevede penali ed il suo annullamento non è affatto scontato che
farebbe rientrare Mittal nella proprietà della fabbrica. · Rimane in
vita la famigerata Valutazione del Danno Sanitario che snaturava quella
regionale arrivando a concepire una valutazione dei danni prodotti solo a
valle degli stessi e non prima che si verifichino. Con la complicità
dei sindacati, che in fase di accordo non hanno opposto alcuna
resistenza a riguardo, avete contravvenuto in toto il principio di
precauzione garantito dalla Comunità europea. · Ha sostenuto che gli
incrementi di produzione saranno senza emissioni, omettendo di dire che
nella valutazione prevista non verranno considerate le emissioni diffuse
non convogliate · Parlando di miglioramenti ambientali, tutti da
verificare, ha avuto il coraggio di parlare dei nostri bambini morti per
strumentalizzare e avvalorare le sue giustificazioni · In questi mesi
ha volutamente omesso di dire che c’è all’attenzione del Consiglio di
Stato un ricorso proposto da associazioni e cittadini il quale è
avversato dal Suo Ministero, da quello dell’Ambiente e dall’Ilva. Il
documento prodotto dal Ministero dell’Ambiente è stato addirittura
redatto da un dirigente intercettato per aver detto che per Ilva avevano
fatto “una porcata”. La stessa persona a cui si è affidato il compito
di verificare l’ottemperamento delle prescrizioni di Ilva a Taranto. ·
Lei, Ministro, ha sostenuto che se il contratto non fosse stato già
chiuso avrebbe previsto la riconversione della sola area a caldo della
fabbrica e non di tutte le fonti inquinanti come riportato nel contratto
di Governo. · Non ha previsto nessun piano per rimuovere l’enorme
quantità di AMIANTO, ancora presente nel sito ILVA di Taranto · Ha
lasciato che le discariche di rifiuti speciali di Ilva rimanessero a
carico dello Stato · Dal punto di vista occupazionale l’attuale accordo è
perfino peggiorativo di quello precedente, con 800 occupati in meno, se
si considerano i 1.500 che sarebbero stati assorbiti da una società di
nuova costituzione · Del Piano per la riconversione economica e sociale
di Taranto ha parlato solo in campagna elettorale e lo fa ora per
rabbonire i tarantini, quando invece poteva essere un’occasione per
ridare fiducia nel cambiamento, piuttosto che nel salvataggio della
fabbrica. Risulta ormai chiaro come questo Piano non sia mai esistito. ·
Col suo operato ha assecondato gli interessi razzisti del Nord tutelati
(quelli sì) dalla Lega che, da sempre, si era espressa per il
mantenimento in vita della fabbrica, avendo alla fine ragione. Non
risulta in questo secondario considerare che la Lega investì fondi
propri in un bond di ArcelorMittal. Genova, a suo tempo, fu tutelata da
un accordo di programma che garantì l’occupazione e l’ambiente a scapito
di Taranto · Non ha considerato le devastazioni ambientali e sociali
prodotte da Mittal ovunque abbia prodotto nel mondo Molto più dei
cavilli giuridici e dei possibili ricorsi di Mittal, avrebbero dovuto
terrorizzarla gli effetti sulla nostra gente della sua inerzia, perché
questa comporterà di fatto l’ammalarsi e la morte di altre persone. La
sua inazione è deprecabile in sé ed è deprecabile anche come forma di
deresponsabilizzazione politica rispetto ad un’emergenza gravissima, che
nessuna legge speciale potrà mai lenire. Lo dica anche ai suoi sodali
eletti nel nostro territorio, ancora pronti a raccogliere e rilanciare
tutte le sue irresponsabili menzogne!».
Associazione Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
FLMUniti CUB sindacato di base
Associazione Giustizia per Taranto
Associazione Legamjonici
Gruppo Tamburi Combattenti
Associazione Taranto Respira
Movimento TuttaMiaLaCittà Taranto
singole e singoli cittadine e cittadini
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