venerdì 21 settembre 2018

Gli "ottimi risultati della marina" sono l'azione antimmigrati e di intervento militare imperialista in Libia, Niger Tunisia che si preparano


Difesa: comandante Fiorentino, con operazione Sea Guardian “raggiunto ottimi risultati”

Taranto, 20 set 16:55 - (Agenzia Nova) - Si chiama Sea Guardian, l'operazione di sicurezza marittima lanciata dalla Nato nel novembre 2016 e che domani vedrà la conclusione della quarta focus operation dopo quasi due settimane di attività (dal 7 settembre scorso) nelle acque dell'area centrale del Mediterraneo, in linea con le decisioni prese dal Consiglio Nord Atlantico (NAC). Tre le navi coinvolte in questa quarta focop: la britannica Hecho, la croata Vukovar e l'italiana Espero. A tracciare il bilancio in mattinata a Taranto della quasi due settimane, ma anche dell'itera operazione, è stato il capitano di Fregata, Alberto Fiorentino, comandante del task group 440.03 dell'operazione Sea Guardian. "Il livello di
informazioni collezionate in questi due anni – ha detto - sono stati fondamentali per ricostruire quella che è la vita nel mare Mediterraneo. Siamo riusciti a ricostruire nel tempo – ha spiegato - anche le attività illecite, cioè a capire da chi vengono svolte, come vengono svolte, quali possono essere le possibili evoluzioni di queste attività e questo – ha sottolineato Fiorentino - è stato possibile grazie alla presenza costante in mare, in maniera mirata, che è servita per andare a verificare,
investigare e controllare chi, dove e che cosa faceva". Fra le attività illecite che si sono registrate, il comandate ha fatto riferimento, ad esempio al "traffico di essere umani e al trasbordo di materiale illecito, fra cui il combustibile".

Il ruolo svolto dall'Italia è stato quello che tutti i Paesi hanno all'interno della Nato. "Noi – ha detto il  comandante Fiorentino – abbiamo lo stesso compito che ha stabilito la Nato, ossia quello di cercare di creare un'operazione capace in mare, di avere sempre e comunque la situazione chiara di chi, cosa sta per mare, e cosa fa". Task principali dell'operazione sono: contrastare il terrorismo, avere una situazione chiara in mare e cercare anche di supportare "tutti gli stakeholder – come ha spiegato Fiorentino – che operano nel Mediterraneo per maturare la capacità di fare sicurezza per mare. L'Italia sposa appieno questi tre compiti – ha continuato - e per questo partecipa in maniera attiva, dando addirittura a questa unità, il comando di una task force che ho l'onore di comandare. Tutto il Mediterraneo – ha assicurato - è sotto controllo". L'operazione ha anche dato via alla cooperazione e al coordinamento tra gli alleati. "Sono importanti due aspetti quando si parla di coordinamento all'interno della Nato – ha detto Fiorentino – e in particolar modo la cooperazione, l'interoperabilità che c'è tra i Paesi. In questo periodo, con questa focus operation abbiamo avuto la possibilità di far interagire un Paese nuovo, per la prima volta operante in questa operazione che – ha spiegato - è la Croazia. Questo è stato fondamentale. Abbiamo avuto risultati splendidi, abbiamo raggiunto quello che ci aspettavamo di raggiungere. I loro livelli operativi – ha ribadito Fiorentino - sono tali da poter interagire con noi e questo per noi è fondamentale". E l'equipaggio della Vukovar ha pianificato l'operazione da circa due mesi.

"Il ruolo principale della Vukovar all'interno dell'operazione Sea Guardian – ha spiegato il tenente comandante Nicola Basic della Marina croata che nell'operazione Sea Guardian riveste anche il compito di senior officer all'interno dell'unità croata - è quello di costruire un quadro di informazione sulla sicurezza marittima il più completo possibile. In quest'ambito – ha detto - rientrano compiti di sorveglianza e di identificazione". Diverse le piattaforme informative che vengono utilizzate "per poter condividere – ha sottolineato Basic – quanto ottenuto con altri attori rilevanti sul terreno e altre entità. E' importante collaborare insieme – ha concluso - in maniera tale da poter identificare le minacce e poter rispondere a queste ultime in maniera coordinata e veloce". "Sono molto soddisfatto di quanto fatto nel corso dell'ultima operazione delle due settimane – ha detto il comandante della nave britannica Matthew Warren - perché ci ha fornito elementi informativi per comprendere meglio il quadro della sicurezza nell'area. Gran parte della nostra operazione – ha spiegato - è stata finalizzata a dimostrare una presenza in mare, compresa la cooperazione con navi commerciali nell'identificazione di attività sospette. A queste – ha continuato - si aggiungano altre operazioni su mari internazionali per avere informazioni su altre attività che appaiono al momento nascoste. Un tipo particolare di operazione – ha sottolineato - è quello di monitorare navi che utilizzano procedure che non sono completamente in accordo con gli standard, per esempio nell'utilizzo di un sistema denominato Ais che potrebbe in realtà celare attività coperte e illegali come ad esempio il contributo al traffico di persone".

Tutto il materiale raccolto nel corso dell'operazione, viene inviato ai centri di valutazione, i centri intelligence. "Anche informazioni che per noi possono sembrare normali – ha detto il comandante Fiorentino - grazie alla grossa mole di dati in loro possesso, gli permette di costruire anche situazioni, circostanze che all'apparenza sembrano tranquille che invece portano ad atteggiamenti sospetti. Si ricostruiscono nel tempo di fatto – ha concluso - quelle che sono le attività nel tempo delle associazioni criminali". In questo tipo di operazione, oltre all'interoperabilità, c'è anche il coordinamento fuori dalla Nato con gli altri attori che sono operanti nel Mediterraneo. "Parlo ad esempio – ha spiegato il comandante Fiorentino - dell'Ue. Durante questi 13 giorni – ha spiegato – abbiamo operato e ci siamo coordinati in maniera egregia con l'operazione Sophia. Anche loro sono per mare, ci siamo scambiati informazioni, abbiamo interagito costantemente 24 ore su 24. Sappiamo che Nato e Ue sono due attori globali – ha continuato - che possono cooperare insieme e per certi aspetti, soprattutto per l'efficacia di un'operazione come può essere quella marittima possono essere dei valori aggiunti l'uno per l'altro, essere complementari addirittura – ha sottolineato - per l'efficacia dei risultati che vogliamo raggiungere. Questo per noi è stato raggiunto – ha precisato Fiorentino – infatti abbiamo creato una documentazione che possiamo scambiare in mare per poter avere subito le informazioni di cui ciascuno necessita. Credo – ha concluso - che sia per quanto riguarda l'interoperabilità che per quanto riguarda il coordinamento fuori dalla Nato, abbiamo raggiunto degli ottimi risultati". La quinta focus operation della Sea Guardian, partirà il primo ottobre dalle acque turche di Aksaz.

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