sabato 22 settembre 2018

LE OPERAIE DELLA MONTELLO (BG) COME LE OPERAIE E OPERAI DELL'EX PASQUINELLI DI TARANTO

(Dal MFPR di Milano)

In occasione della seconda udienza per veder riconosciuto il pagamento delle ore effettivamente lavorate abbiamo portato alle operaie della Montello la solidarietà e il sostegno del MFPR e di lavoratrici, precarie, disoccupate in lotta per difendere diritti e/o per conquistarli.
Abbiamo, durante il presidio davanti al Tribunale di Bergamo, raccolto dalla viva e vivace voce delle operaie le ragioni della loro lotta realizzando una piccola inchiesta.
In particolare ci hanno detto che hanno iniziato la lotta vincendo la paura perché non volevano più accettare di essere considerate schiave. 
Si tratta di un lavoro brutto, sporco perché sui nastri trasportatori passa di tutto: materiali pericolosi, siringhe. In fondo al nastro c’è una postazione con acido per materiali da lavoro. Il lavoro ai nastri trasportatori è molto pesante. Le giovani all’inizio tendono a lavorare molto anche facendo gli straordinari, ma, a lungo andare, si risente molto la fatica soprattutto alla schiena. Gli ausili consistono nella maschera - difficile, però, da tenere per tempi così lunghi -, guanti, occhiali, le scarpe in dotazione risultano scomode per cui ci si stanca di più. A fine giornata ti ritrovi con i piedi gonfi. L’abbigliamento in dotazione consiste in un pantalone estivo, uno invernale, tre magliette e la felpa: insufficiente per avere il tempo di lavare frequentemente i vestiti e averli pronti alla ripresa del lavoro, per cui si ricorre alle magliette personali. 
Le pause sono due di 15 minuti ciascuna: il tempo di togliersi i manicotti e poi bisogna scendere giù per i bagni - che sono in condizioni pessime - e per la mensa - non adeguata. E già sono passati 5 minuti. Quindi, le pause di 15 minuti, non bastano! Tante hanno problemi dopo aver mangiato in fretta. 
Inoltre anche se ci sono i filtri l’acqua non è potabile e non ha un buon odore. Pertanto in tante non
usano la doccia. La stessa acqua viene utilizzata per le macchinette del caffè, solo una al piano.
Sarebbe importante poter disporre di 5 minuti all’ora per poter rilassare i muscoli. Dopo 8 ore le spalle non te le senti più. 
La puzza è un altro problema. Ci sono problemi di allergia. La malattia che non viene pagata integralmente. Anche per i permessi bisogna chiedere con largo anticipo.
La notte risulta particolarmente pesante perché non ti lasciano neanche parlare con le vicine - questo, anche di giorno - Se lo vede la capa urla.
Noi - hanno detto le operaie - lavoriamo su turni di 6 giorni: mattino dalle 6 alle 14; pomeriggio dalle 14 alle 22 e la notte dalle 22 alle 6 del mattino. 

Sono tutte straniere provengono dal Pakistan, India, Gambia, Senegal, Burkina Faso, Marocco, Albania, Brasile. Arrivano alla fabbrica con bus, treno, bici, in tante si accordano e vanno in macchina. Alcune vi lavorano da tanti anni e hanno assistito a diversi cambi di cooperative: "non è giusto che ci siano le cooperative - dicono - Dovremmo essere assunte direttamente dalla Montello". "Lo stipendio rimane uguale, sempre lo stesso livello, anche se sei lì da tanti anni. Siamo tutte straniere e ti trattano come vogliono. Cercano di intimidirti. Con cambio cooperativa in fabbrica girano voci che gli iscritti allo Slai Cobas staranno a casa: non è giusto che noi dobbiamo prendere la tessera della CGIL per lavorare. Poi vi sono contratti difformi dal lavoro reale".
All’udienza di ieri c’è stata l’ufficializzazione del prossimo nuovo cambio appalto; e questo è stato utilizzato ai legali dell'attuale cooperativa, della Montello per far rinviare il processo (la nuova udienza si terrà il 18 ottobre). 

Tante sono le giovani di 20-22 anni. Tantissime sposate con figli cercano di conciliare i turni con il marito in modo che uno stia con i figli, per cui si sobbarcano più turni di notte.
Infine, una lavoratrice ha raccontato di aver subito un infortunio in fabbrica: un corpo estraneo è entrato nell’occhio. Dopo l’infortunio è stata in malattia non pagata per 4 mesi. Non può usufruire della disoccupazione perché il contratto risulta ancora in essere e la cooperativa non la licenzia perché teme la denuncia.

Ieri, dopo il presidio al Tribunale, ci siamo spostate alla fabbrica dove tra le operaie c’era già fermento, perché l'azienda ha chiesto di firmare le dimissioni in vista del cambio appalto per metterle in condizioni di ricattabilità e poter imporre le condizioni che vogliono nel nuovo contratto.

Durante il volantinaggio prima un impiegato è venuto a prendere il volantino, poi un altro, sembrerebbe l'amministratore delegato, è venuto per intimare di togliere lo striscione dell’Mfpr affisso di fronte alla fabbrica: “perché dite cose non vere!”
Ma nello striscione era scritto: "Solidarietà alle operaie della Montello! Padroni giù le mani dai diritti delle donne! Tutta la nostra vita deve cambiare!". Cosa c'è di non vero?!

Movimento femminista proletario rivoluzionario - Milano

Nessun commento:

Posta un commento