Contro le liste di proscrizione di ArcelorMittal
contro la complicità sindacale di chi ha firmato l’accordo
contro il piano Mittal di meno operai più sfruttamento
Da lunedì 5 novembre, dobbiamo dare
una risposta. Il 7 novembre i padroni vengono a Taranto a fare la
Conferenza stampa, non gliela lasceremo fare in pace e se si blindano
comunque la nostra voce in fabbrica e in città ci sarà.
Il 7 sera ore 17.30 è convocata una
prima riunione alla nuova sede dello Slai cobas sc (Taranto via Livio
Andronico, 47 ang. via Polibio), per organizzarci, verificare subito
possibilità di lotta, forme di lotta, ricorso legale.
Il numero 3471102638 è a disposizione 24 ore per
chiarimenti
La grande maggioranza dei lavoratori ha appreso
via web il proprio futuro. Per tanti operai il futuro che gli è apparso è nero,
perchè sono stati buttati fuori dalla Mittal.
"Selezionati via web come ad un mercato
in buoni e cattivi, trattati come numeri e senza diritti sindacali. Una cosa
indegna!".
Su una cosa sono tutti d'accordo, sono in maggiorparte oscuri, non trasparenti i criteri con cui i lavoratori sono stati messi fuori dai loro reparti.
C'è senz'altro un'epurazione. Operai attivi, operai conosciuti come attivisti sindacali sono fuori, e quelli messi fuori dicono: "Ci hanno trattato come merda umana".
Molti a RCL sono stati messi fuori; molti i giovani sono stati messi fuori.
I nomi sono venuti dai reparti, e quindi, capi, sindacalisti (?) hanno indicato a Mittal gli operai da
tenere e quelli da lasciare in AS.
Ci sono reparti praticamente dimezzati, come potranno continuare a funzionare? O faranno fare a metà operai il lavoro a doppio o pensano di usare una parte degli operai in cigs come manodopera flessibile, o, ancora, pensano di operare una redistribuzione di operai nei reparti con trasferimento, cambio di mansioni, ecc.
Hanno tenuto i "5° livello" e mandato via dal 4° livello in giù. Ma anche qui alcuni dei "5° livello" sono di recente arrivo, non conoscono bene il lavoro, mentre operai da anni in fabbrica sono fuori.
I criteri, tanto sbandierati anche dai sindacati, sui carichi familiari, anzianità appaiono in molti casi non rispettati.
Nella tenuta dei "5° livello" e l'allontanamento di figure operaie di livello inferiore ma che facevano un gran lavoro, emerge secondo noi una volontà di terziarizzazione che Mittal già fa in altri stabilimenti del suo gruppo.
Sicuramente Mittal si prepara a gestire una fabbrica con più sfruttamento e meno operai, e, in queste condizioni, a costruire una nuova fabbrica della morte, dato il nesso da sempre esistente, e all'Ilva dimostrato, tra produttività, intensificazione dello sfruttamento, infortuni e morti sul lavoro.
Lo Slai cobas sc comunque dice chiaro a tutti: non accetteremo questa selezione con tutti i mezzi possibili.
L’accordo va impugnato nel suo complesso innanzitutto – quindi impugneremo la selezione dove è più evidente l’illegittimità e discriminazione.
Ma innanzitutto dobbiamo reagire con la lotta e l'autorganizzazione. Non dobbiamo permettere che ci mandino facilmente a casa, sappiamo poi quando è difficile metterci insieme.
Innanzitutto ci dobbiamo ritrovare alla portineria, alla Direzione e ovunque è possibile per mostrare che a casa in queste condizioni non ci vogliamo andare.
Possiamo partire anche con un centinaio. Perchè comunque sappiamo che una parte è difficile che viene, una parte vuole per ora rimanere in cigs e altri ancora aspettano gli eventi, hanno fiducia in chi gli dice di non preoccuparsi e non disperano di rientrare in quelli che la Mittal si dovrebbe riprendere.
I sindacati FIM-FIOM-UILM USB UGL SONO COMPLICI DELLA SITUAZIONE non possono certo presentarsi ora come soluzione quando è il loro accordo firmato la causa di questa situazione.
In particolare l'USB di Rizzo ha tradito i lavoratori, ha tradito i suoi iscritti, molti dei quali sono stati messi fuori da Mittal;
altri che oggi si lamentano di essere restati fuori, Liberi e pensanti-Fmlu in 'progetto Taranto', sono quelli che vogliono la chiusura dell’ilva – se fosse passato il ‘loro progetto tutti sarebbero fuori in cassa integrazione.
SLAI COBAS per il sindacato di classe – Taranto
Su una cosa sono tutti d'accordo, sono in maggiorparte oscuri, non trasparenti i criteri con cui i lavoratori sono stati messi fuori dai loro reparti.
C'è senz'altro un'epurazione. Operai attivi, operai conosciuti come attivisti sindacali sono fuori, e quelli messi fuori dicono: "Ci hanno trattato come merda umana".
Molti a RCL sono stati messi fuori; molti i giovani sono stati messi fuori.
I nomi sono venuti dai reparti, e quindi, capi, sindacalisti (?) hanno indicato a Mittal gli operai da
tenere e quelli da lasciare in AS.
Ci sono reparti praticamente dimezzati, come potranno continuare a funzionare? O faranno fare a metà operai il lavoro a doppio o pensano di usare una parte degli operai in cigs come manodopera flessibile, o, ancora, pensano di operare una redistribuzione di operai nei reparti con trasferimento, cambio di mansioni, ecc.
Hanno tenuto i "5° livello" e mandato via dal 4° livello in giù. Ma anche qui alcuni dei "5° livello" sono di recente arrivo, non conoscono bene il lavoro, mentre operai da anni in fabbrica sono fuori.
I criteri, tanto sbandierati anche dai sindacati, sui carichi familiari, anzianità appaiono in molti casi non rispettati.
Nella tenuta dei "5° livello" e l'allontanamento di figure operaie di livello inferiore ma che facevano un gran lavoro, emerge secondo noi una volontà di terziarizzazione che Mittal già fa in altri stabilimenti del suo gruppo.
Sicuramente Mittal si prepara a gestire una fabbrica con più sfruttamento e meno operai, e, in queste condizioni, a costruire una nuova fabbrica della morte, dato il nesso da sempre esistente, e all'Ilva dimostrato, tra produttività, intensificazione dello sfruttamento, infortuni e morti sul lavoro.
Lo Slai cobas sc comunque dice chiaro a tutti: non accetteremo questa selezione con tutti i mezzi possibili.
L’accordo va impugnato nel suo complesso innanzitutto – quindi impugneremo la selezione dove è più evidente l’illegittimità e discriminazione.
Ma innanzitutto dobbiamo reagire con la lotta e l'autorganizzazione. Non dobbiamo permettere che ci mandino facilmente a casa, sappiamo poi quando è difficile metterci insieme.
Innanzitutto ci dobbiamo ritrovare alla portineria, alla Direzione e ovunque è possibile per mostrare che a casa in queste condizioni non ci vogliamo andare.
Possiamo partire anche con un centinaio. Perchè comunque sappiamo che una parte è difficile che viene, una parte vuole per ora rimanere in cigs e altri ancora aspettano gli eventi, hanno fiducia in chi gli dice di non preoccuparsi e non disperano di rientrare in quelli che la Mittal si dovrebbe riprendere.
I sindacati FIM-FIOM-UILM USB UGL SONO COMPLICI DELLA SITUAZIONE non possono certo presentarsi ora come soluzione quando è il loro accordo firmato la causa di questa situazione.
In particolare l'USB di Rizzo ha tradito i lavoratori, ha tradito i suoi iscritti, molti dei quali sono stati messi fuori da Mittal;
altri che oggi si lamentano di essere restati fuori, Liberi e pensanti-Fmlu in 'progetto Taranto', sono quelli che vogliono la chiusura dell’ilva – se fosse passato il ‘loro progetto tutti sarebbero fuori in cassa integrazione.
SLAI COBAS per il sindacato di classe – Taranto
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