domenica 30 giugno 2019

Abbiamo sentito la "voce del padrone"... Quando possiamo sentire quella dei lavoratori?

Palombella segreterio generale della Uilm è già stato ai tempi di Riva il megafono aziendale, ora si è ulteriormente specializzato in questa professione. Le sue dichiarazioni dovrebbero avere un ringraziamento da ArcelorMittal.
Dall'intervista al Quotidiano di Puglia del 29/6 - "... Ho parlato direttamente con loro (la direzione di ArcelorMittal - ndr). Sono convinti di lasciare, non sono disponibili a mantenerlo in piedi (lo stabilimento di Taranto -ndr) a queste condizioni. AM è affittuario e nel momento in cui decide di non essere sottoposto a vincoli contrattuali potrebbe aprire un contenzioso enorme con lo Stato. Possono fermare Taranto e mantenere gli altri stabilimenti italiani in funzione: anzichè prendere coils da Taranto, li importerebbero per esempio da fos sur Mer... a loro converrebbe percè dovevano ridurre 6 milioni di tonnellate in Europa e Taranto ne produce 5... Sarebbe invece antieconomico chiudere solo l'area a caldo nello stabilimento jonico e mantenere in piedi l'area a freddo: già con un milione di tonnellate all'anno si perde un milione al giorno. Per raggiungere il break even deve andare oltre 6 milioni. Da gennaio, i lamintoi di taranto hanno lavorato 350mila tonnellate di bramme arrivate da fuori ma movimentazione e trasporto sono costosi...".

OK. Ha parlato la voce del padrone. E gli operai?
In tutta l'intervista nessuna parola sul NO alla cassintegrazione, sulla difesa del lavoro e delle dondizioni, diritti operai costantemente sotto minaccia/ricatto di ArcelorMittal; nessuna parola sulla difesa della sicurezza e della salute.

Siamo più che ai servi del padrone... Siamo agli attivisti del padrone per imbrogliare, dividere, fare terrorismo, ricattare i lavoratori.

Un sindacato che si dica tale, a ricatto padronale, al pantano del governo, risponde con il "ricatto"/formza della lotta dei lavoratori.
Qui siamo invece alle "guardie di scorta" di Mittal, che, come tutte le guardie quando c'è da difendere il loro padrone, passano pure alle mani e alle minacce.

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