Sembra di essere tornati a marzo 2012, quando Riva e i capi fecero marciare gli operai a sostegno dei padroni - con sindacati confederali allora compiacenti mentre ora sono apertamente in prima fila facendo, in particolare Uilm e Fim, del "terrorismo", quando sanno benissimo che non è certo ArcelorMittal che può chiudere la fabbrica, dato che ora ne è solo affittuario.
“È inaccettabile cambiare le regole del gioco quando questo è già iniziato” afferma all’Adnkronos Alessandro Banzato,
presidente di Federacciai, la federazione di Confindustria che
rappresenta le imprese italiane del settore con circa 150 imprese
associate che producono e trasformano oltre il 95% della produzione
italiana di acciaio. “La produzione di acciaio a Taranto è di circa 6 milioni
di tonnellate sul totale di 24 milioni in Italia, un ruolo importante
nello scenario nazionale e anche europeo, se ArcelorMIttal dovesse
abbandonare l’investimento – sottolinea Banzato – ci sarebbero riflessi importanti per l’intera industria manifatturiera, dal comparto automotive alla meccanica“. Ma non solo, Banzato condivide l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, sul rischio di una perdita di credibilità del Paese nel momento in cui si cambiano le regole sottoscritte negli accordi. “È un allarme assolutamente condivisibile – afferma – nel
momento in cui cerchiamo di attrarre investimenti da fuori Italia".
“Si tratta di un
disastro autoprodotto da una politica codarda e incapace di comprendere
ciò che serve ai lavoratori e all’ambiente; siamo alle battute finali
della desertificazione industriale del Sud“. Lo ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, in un’intervista del Tg2000. “È
un governo assolutamente nel pallone che non appronta più i tavoli,
costruisce istruttorie, propone soluzioni. Questo mette a rischio fino a
280 mila posti di lavoro e in più sta riesplodendo il ricorso alla
Cassa integrazione. Si è aperto l’anno con la promessa di un miracolo
italiano ma mi sembra che siamo molto lontani. Il governo ha una forte
vocazione antindustriale. Sta facendo molto male ai lavoratori e alle
imprese. Tutto questo è molto pericoloso per il benessere del Paese“, ha sottolineato ancora Bentivogli.
Dalla stampa - La Uilm di Rocco Palombella aveva subito fatto sentire la sua voce di sostegno ad AM, usando il terrorismo: "Quello di Mittal non ritengo sia un bluff...l'immunità era un requisito fondamentale per l'acquisoizione dell' ex Ilva, Arcelor lo ha detto piùvolte. Non avrebbe altra strada che rinunciare. La situazione è di grande gravità. Ora la questione è politica".
Non è da meno la Fiom. La segretaria Re David dichiara: "La gestione del governo è adir poco incauta... si sta addensando una tempesta perfetta che rischia di travolgere non solo lo stabilimentio di Taranto, e quelli di Genova e Novi Ligure,ma anche di minare le prospettive dell'intero settore siderurgico nazionale".
Giuseppe Romano della Fiom Puglia: «tutto ciò è destabilizzante. A questo punto c’è il
rischio che l’architrave che sorreggeva gli accordi possa cadere». Francesco Brigati, Rsu Fiom AM Taranto «dopo il 6 settembre i
dipendenti avevano visto la luce; ora siamo tornati alla grande
incertezza pre-accordo».
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