- 13 Giugno 2019
L’Arpa Puglia ha emesso il verdetto atteso dallo scorso mese di aprile: le colline ecologiche (sotto sequestro
ad opera della magistratura) presentano concentrazioni soglia di
contaminazione (Csc) decisamente superiori alla norma. Il fenomeno è
particolarmente rilevante proprio nei cumuli che confinano con la scuola
Deledda, chiusa da marzo dal sindaco Rinaldo Melucci. Quello che tutti,
in qualche modo, già sapevano e temevano, ora è stato messo nero su
bianco su un atto ufficiale.A rendere noti per primi l’esito dei compionamenti di Arpa Puglia sono stati i consiglieri comunali di opposizione Massimo Battista, Rita Corvace e Vincenzo Fornaro che hanno tenuto una conferenza stampa sull’argomento. “Tutti sanno ma nessuno parla” scrivono in un documento congiunto in cui ricordano il sacrificio patito dai circa 700 alunni delle scuole chiuse “costretti a turni pomeridiani in altre scuole del quartiere Tamburi per portare a termine l’anno scolastico. Un sacrificio che è costato caro ai bambini, costretti nei fatti a rinunciare ad ogni tipo di attività extra-scolastiche pomeridiane, sancendo definitivamente che nemmeno il diritto allo studio e al gioco è preponderante nei confronti della produzione di acciaio”.I consiglieri comunali ricordano quanto affermato dal primo cittadino “Lo stesso sindaco Melucci – aggiungono – si è detto più volte pronto ad ordinanze atte alla tutela della popolazione tarantina, tanto da lanciare un ultimatum scaduto alle 12 dell’otto aprile 2019”. Ora
c’è un elemento di novità non secondario, costituito appunto dai dati certificati dall’Arpa Puglia ed è proprio su questi che fanno leva Battista, Corvace e Fornaro. “Dai dati in nostro possesso, a seguito di rilevazioni top soglia – sostengono – ossia dello strato superficiale del terreno, delle collinette e zone limitrofe, risultano valori di diossine trenta volte superiori al normato. Questi dati sono in possesso non solo del sindaco ma anche della Provincia, della Prefettura, della Procura, dell’Asl, di Ispra, del Ministero dell’Ambiente e di ogni ufficio Arpa. Nessuno, però, ha ritenuto necessario avvisare i cittadini coinvolti da tale sconcertante notizia”.
Battista, Corvace e Fornaro fanno una considerazione. “Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa si deposita sulle proprie case – affermano – perché qui non si tratta più di una zona
circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono nelle aree controllate. Allora, dopo aver chiuso due scuole, ora procederemo con un’evacuazione di massa del quartiere? Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento ex Ilva, in ottemperanza a quanto riportato nel TUEL articolo 50 comma 5: i dati ora ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli impianti. In alternativa dovremo davvero deportare altrove una comunità per permettere a dei privati di continuare a fare profitto. Attendiamo che tutti gli enti che hanno ricevuto questi dati si attivino in base alle proprie competenze, viceversa saranno tutti complici della strage di vite umane per malattie correlate all’inquinamento industriale”.
Poco dopo la conferenza stampa dei consiglieri comunali nelle redazioni è giunta una nota del Comune di Taranto. “L’Amministrazione comunale – si legge nel documento – informa di aver ricevuto i primi risultati delle analisi aggiuntive richieste nel mese di marzo ad Arpa Puglia, a proposito della vicenda delle cosiddette collinette ecologiche al quartiere Tamburi. Come noto, per preservare da qualsivoglia rischio i piccoli frequentatori delle scuole adiacenti a quel sito, il Sindaco aveva disposto la chiusura temporanea dei plessi Deledda e De Carolis.Lo stesso primo cittadino ha richiesto formalmente a sua eccellenza il Prefetto di Taranto, nella giornata di ieri, di riconvocare a stretto giro le Autorità aventi titolo sulla complessa vicenda, al fine di valutare compiutamente l’esito delle citate analisi, comprendere la fattibilità della eventuale messa in sicurezza delle collinette, ragionare dunque della rimodulazione degli ulteriori interventi con risorse pubbliche previsti in quei plessi ed in fine stabilire se questi ultimi possano essere regolarmente aperti per l’inizio del prossimo anno scolastico. Il Comune di Taranto precisa che ogni altra informazione che in queste ore circola intorno alla questione, e fino all’insediamento della menzionata conferenza di servizi sotto l’egida della Prefettura, è destituita di fondamento amministrativo”.
Intanto, anche i genitori degli istituti Vico-Deledda-De Carolis sono passati all’azione. In un comunicato sostengono di “non aver ottenuto risposte dal sindaco in merito alla PEC inviata circa due mesi (risposta che doveva arrivare entro 30gg) e alla luce dei dati appresi questa mattina dalla conferenza stampa dei consiglieri comunali Battista, Fornaro e Corvace, abbiamo deciso di occupare in maniera permanente le scuole in questione (specificamente la Deledda)”.
“La nostra permanenza – spiegano – sarà ad oltranza fino a quando chi di competenza non verrà a portare risposte concrete, certe e verificabili rispetto all’inizio del nuovo anno scolastico che ad ora è completamente incerto. Ribadiamo assolutamente che non vogliamo spostare i nostri figli e le nostre figlie presso istituti che si trovano al di fuori dei Tamburi perché pretendiamo di vivere e restare liberamente nel nostro quartiere.
c’è un elemento di novità non secondario, costituito appunto dai dati certificati dall’Arpa Puglia ed è proprio su questi che fanno leva Battista, Corvace e Fornaro. “Dai dati in nostro possesso, a seguito di rilevazioni top soglia – sostengono – ossia dello strato superficiale del terreno, delle collinette e zone limitrofe, risultano valori di diossine trenta volte superiori al normato. Questi dati sono in possesso non solo del sindaco ma anche della Provincia, della Prefettura, della Procura, dell’Asl, di Ispra, del Ministero dell’Ambiente e di ogni ufficio Arpa. Nessuno, però, ha ritenuto necessario avvisare i cittadini coinvolti da tale sconcertante notizia”.
Battista, Corvace e Fornaro fanno una considerazione. “Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa si deposita sulle proprie case – affermano – perché qui non si tratta più di una zona
circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono nelle aree controllate. Allora, dopo aver chiuso due scuole, ora procederemo con un’evacuazione di massa del quartiere? Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento ex Ilva, in ottemperanza a quanto riportato nel TUEL articolo 50 comma 5: i dati ora ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli impianti. In alternativa dovremo davvero deportare altrove una comunità per permettere a dei privati di continuare a fare profitto. Attendiamo che tutti gli enti che hanno ricevuto questi dati si attivino in base alle proprie competenze, viceversa saranno tutti complici della strage di vite umane per malattie correlate all’inquinamento industriale”.
Poco dopo la conferenza stampa dei consiglieri comunali nelle redazioni è giunta una nota del Comune di Taranto. “L’Amministrazione comunale – si legge nel documento – informa di aver ricevuto i primi risultati delle analisi aggiuntive richieste nel mese di marzo ad Arpa Puglia, a proposito della vicenda delle cosiddette collinette ecologiche al quartiere Tamburi. Come noto, per preservare da qualsivoglia rischio i piccoli frequentatori delle scuole adiacenti a quel sito, il Sindaco aveva disposto la chiusura temporanea dei plessi Deledda e De Carolis.Lo stesso primo cittadino ha richiesto formalmente a sua eccellenza il Prefetto di Taranto, nella giornata di ieri, di riconvocare a stretto giro le Autorità aventi titolo sulla complessa vicenda, al fine di valutare compiutamente l’esito delle citate analisi, comprendere la fattibilità della eventuale messa in sicurezza delle collinette, ragionare dunque della rimodulazione degli ulteriori interventi con risorse pubbliche previsti in quei plessi ed in fine stabilire se questi ultimi possano essere regolarmente aperti per l’inizio del prossimo anno scolastico. Il Comune di Taranto precisa che ogni altra informazione che in queste ore circola intorno alla questione, e fino all’insediamento della menzionata conferenza di servizi sotto l’egida della Prefettura, è destituita di fondamento amministrativo”.
Intanto, anche i genitori degli istituti Vico-Deledda-De Carolis sono passati all’azione. In un comunicato sostengono di “non aver ottenuto risposte dal sindaco in merito alla PEC inviata circa due mesi (risposta che doveva arrivare entro 30gg) e alla luce dei dati appresi questa mattina dalla conferenza stampa dei consiglieri comunali Battista, Fornaro e Corvace, abbiamo deciso di occupare in maniera permanente le scuole in questione (specificamente la Deledda)”.
“La nostra permanenza – spiegano – sarà ad oltranza fino a quando chi di competenza non verrà a portare risposte concrete, certe e verificabili rispetto all’inizio del nuovo anno scolastico che ad ora è completamente incerto. Ribadiamo assolutamente che non vogliamo spostare i nostri figli e le nostre figlie presso istituti che si trovano al di fuori dei Tamburi perché pretendiamo di vivere e restare liberamente nel nostro quartiere.
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